Come è nata la suola rossa delle scarpe Louboutin in due libri cult
È nel 1992 che il mondo conosce per la prima volta la suola rossa del designer. Già nel 1987, però, può ammirarne l'estro creativo con l'invenzione del modello Maquereau, rivestito di squame. Poi arriva So Kate, e il resto è storia.
“Le scarpe trasformano il tuo linguaggio corporeo e il modo in cui ti atteggi. Ti alzano fisicamente ed emotivamente.” A pronunciare queste frasi è Christian Louboutin, il designer di calzature divenuto famoso in tutto il mondo per i suoi killer heels e, in particolare, per la suola rossa la quale, sin dal 1992, caratterizza ogni singolo modello delle scarpe Louboutin. Nota di merito: questo dettaglio di stile è nato in Italia, in un piccolo stabilimento calzaturiero di Vigevano. La leggenda narra che l’enfant prodige stesse aspettando di vedere il campionario della collezione tributo ad Andy Warhol e al movimento da lui creato: la Pop-Art. Il creativo si accorge però che, nonostante i prototipi fossero perfetti, mancava qualcosa, il colore. Una sua assistente, lì con lui, girava sempre portandosi nella borsa uno smalto rosso. È stata subito una situazione da eureka per il designer, il qualche lo prende e inizia a colorare la suola dei modelli. Ora la vernis rouge non è più quella della sua assistente e di collezioni ne sono passate da quel momento. Nascono pezzi come le Pigalle, ispirata al celebre quartiere della Ville Lumière, o le So Kate pump dedicate a Kate Moss. Persino le ballerine e i mocassini. La fama di Christian Louboutin dura ormai da quasi trent’anni. E non è un caso che per celebrare il successo planetario istituzioni museali e il mondo dell’editoria abbiano dedicato dei libri su Louboutin. Presso il Palais De La Porte Dorée di Parigi è in scena la mostra Christian Louboutin “L’Exhibition[niste]”, e sarà visitabile fino al 26 luglio. Tra le vetrine della Stanza del Tesoro, è esposta l’intera storia del creativo, nato a Parigi nel 1963, proprio nel dodicesimo arrondissement, lo stesso quartiere del museo. Dal modello Maquereau (sgombro) del 1987 rivestito di squame, fino agli ultimi capolavori, compresa la Ballerina tacco 21, omaggio al suo primo amore: udite udite le ballerina, appunto. Il designer, infatti, durante il praticantato da Folies Bergère si innamora della forma di questa particolare calzatura e decide, sul momento, di voler realizzare scarpe da balletto. Ovviamente i fatti sono andati diversamente, ma alla fine è riuscito, a modo suo, a omaggiare quel periodo iniziatico. Questo e molto altro - come lo stage presso Roger Vivier - è raccontato nei (pochi ma buoni) volumi a lui dedicati. In primis quello della mostra parigina. Ecco la coppia di libri su Louboutin trovati per voi su Amazon.
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