Per una volta, lasciamo da parte le notazioni liriche e picchiamo giù duro con i numeri: all'87ª edizione di Pitti Immagine Uomo, quella appena conclusa, sono arrivati quasi il 60 per cento di visitatori in più il primo, giorno, il 35 per cento nei restanti due. 60mila metri quadri di spazio modulato per ogni desiderio dell'uomo che sarà nel prossimo inverno. 1119 i marchi presenti, dal formal-sartoriale al casualwear più sperimentale, comprese anche le proposte più azzardate e nuove che possiamo ascrivere sotto la categoria "Utility", "Luxury Streetstyle" e nuove ibridazioni vestimentarie. Numero di richieste di partecipazione? Oltre il 40 per cento da 30 paesi diversi, un record assoluto a cui aggiungere 66 collezioni donna di Pitti W. Sarà il cambio favorevole per il dollaro (e sfavorevole per noi, ma meglio così), sarà il calo del prezzo del petrolio che dovrebbe - teoricamente - dare un po' di respiro ai consumatori per concedersi um abito o un accessorio in più, ma l'atmosfera che si è respirata era ottimista, quasi felice.

In giorni che di felicità ne hanno offerta poca, in termini di eventi storici, ci sembra la prima buona notizia del 2015. Ma il dato più interessante è che la sensazione che sia tornato di moda, più in generale, il "Made in Italy" come etichetta di uno stile flessibile e multiforme, in grado di accontentare ogni capriccio e/o esigenza maschile, ma come sottotesto ha sempre la parola "qualità". Un tema ricorrente, che è anche il frutto di una cultura del consumo più consapevole, più raffinata, più colta. Meglio una bella giacca che costa un po' che non cinque di una catena low cost. Meglio una camicia fatta come si deve che tre comprate per scherzo perché tanto «costano poco». Su questo scenario, gli attori sono tanti: dagli industriali ai comunicatori, dai tessitori ai giornalisti, dagli imprenditori ai creativi. Sintomo che quando la famosa "filiera" tra le sue perle anche quelle relative a campi anche apparentemente lontani dalla produzione vera e propria, si raggiunge il bersaglio più facilmente e anche con maggiore fantasia.

Personalmente, abbiamo individuato tre caratteri di questa grande commedia dell'arte vestimentaria, nel mare magnum delle proposte:

METROPOLITAN HERO> Una forma di virilità disinvolta, easy, che cede alle lusinghe di stampe e colori anche vivaci ma non transige sulla funzionalità. Capo d'elezione: il parka militare, la giacca trapuntata dove al tessuto rustico, artigianale, quasi fatto a mano per gli esterni, si contrappone lil tecnicismo di fodere impermeabili, antifreddo, termiche. Un'unione alchemica tra mode d'anta e materiali futuribili, che trovano nello stesso capo la possibilità di essere riconosciuti in matrimonio.

MINIMAL DANDY> Abiti slim, forme svelte, silhouette scattanti anche nell'eleganza più canonica. Capo d'elezione: la giacca-cardigan in maglia, che asseconda i movimenti del corpo, o il blazer in tessuti superclassici - dai check ai gessati - che sembrano pesanti ma sono leggeri come un pullover. Accessori fondamentali, papillon, sciarpe e cravatte in seta che sembra lana grossa, in lana che sembra seta, tutte a disegni e colori vivacissimi. E scarpe aerodinamiche ma dalla suola robusta, rassicurante.

CAPO DI ST(R)ATO> Imparate una nuova tecnica: il "layering". Per i cultori dello sportswear vige la stratificazione, sia in senso letterale, sia in senso culturale. Capo d'elezione: il cappotto, nuova/antica frontiera del guardaroba, concepito come guscio sotto il quale mettere una sull'altra camicie, pullover, piumini ultrasottili su pantaloni che - finalmente! - sanciscono la dipartita del famigerato "risvoltino" e accettano fondi più ragionevoli. Si va d'antologia anche nei riferimenti culturali: l'influsso militare si somma a un certo spirito rock, cadenze da kimono determinano l'ampiezza di mantelle waterproof da college americano, l'inglesità da Swinging' London è una valida alleata di decori e motivi mediterranei.

Se il tema del Pitti di quest'anno è stato "Camminare", ci sembra di essere su una strada molto buona. Tanto buona che anche per l'inverno, la scarpa d'elezioni per tutti sono, ancora e credo per un po' di anni, le sneakers. Perfette per chi corre verso il futuro cercando di scappare dalle angosce e inseguendo quella lucina in fondo al tunnel di un'economia - la nostra - che è stata per troppo tempo al buio.