Peggio che in CSI. Molto, ma molto più che in Criminal Minds. In quantità maggiore che tutta la serie di RIS Delitti imperfetti o Distretto di polizia. In dosi parecchio più noiose che in O.C., Cold Case, Law & Order. La percentuale di volte in cui, nella moda, si investiga sul dna sta raggiungendo livelli d'allarme. E produce frasi così fatte – una per tutte: «Aggiornare il dna della maison alla contemporaneità» - da convivere accanto a “distinti saluti”, “ossequi alla signora” e “a casa, tutti bene?”. Non se ne può più. Indagini che sono diventate occhiutissime man mano che si avvicinava il duello di stagione: Hedi Slimane, chiamato da Los Angeles (dove, peraltro, è rimasto a lavorare), nuovo direttore artistico di Saint Laurent, contro Raf Simons, eletto dopo estenuanti ricerche al posto di John Galliano alla direzione di Dior. Data della tenzone: le sfilate parigine di prêt-à-porter Primavera Estate 2013. Per tutti e due, un solo obiettivo: «Aggiornare il dna della maison alla contemporaneità» (maddai? E chi l'avrebbe detto? Uh, novità in vista!). Gli addetti ai lavori si sono schierati immediatamente in partigianerie, camarille, conventicole. Chi avrebbe fatto meglio un aggiornamento del passato che in confronto quello da scaricare per l'iPhone è una passeggiata di salute? Ha iniziato Raf Simons per Dior (di cui ci eravamo già occupati) e, 48 ore dopo, è stato il turno di Raf. Le recensioni (dure, meno dure, soft, moooolto soft per non scontentare nessuno e quindi non temere per le pubblicità degli inserzionisti e dall'una e dall'altra fazione), hanno parlato di “codici estetici”, di “eredità stilistiche”. E, naturalmente, di "dna maison". Allora: cercare di rispettare il proprio stile addizionandolo a quello iconico (aggettivo per cui si metterebbe mano a una pistola) di griffe mitiche è facile quanto fare il giro della morte su una moto con una ruota sola tenendo in mano due fiaccole ustionanti. Sorridendo. Quindi, onore a entrambi i contendenti. Però, se Dior by Raf è andata a ripescare, dall'archivio del grande Christian, certi fondamentali (la pulizia di forme, il tailleur “Bar” la cui giacca, il furbo belga ha presentato con pantaloni, con gonne, con pezzi di gonne, da sola) elegantissimamente dimenticati da Galliano, Saint Laurent Paris (Slimane ha amputato del nome proprio l'etichetta e ci ha aggiunto la città di riferimento) ha visto Hedi riprendere dal repertorio dell'inimitabile Yves certi emblemi (non icone, per favore!) precisi precisi: la saharienne, i vestiti gypsy, i tailleur pantaloni, le allacciature stringate, gli occhialoni da sole alla Talitha Getty, che di Yves fu musa amatissima. Qui, modestamente, si fa una piccola proposta: una moratoria delle griffe d'annata. Se Yves Saint Laurent, Christian Dior, Rochas, Lanvin, ecc. ecc. all'inizio di tutto erano persone fisiche e non s.r.l dai bei nomi, perché – prima o poi – non ci si decide a lasciarli riposare nei libri di storia della moda e non si possa essere invitati semplicemente, banalmente, piattamente a un défilé di Hedi Slimane, di Raf Simons, di Alber Elbaz, di Marco Zanini? Non sarebbe tutto più... Contemporaneo, e senza spargimenti di dna?