New York, 1981. In radio c’è Bette Davis Eyes, al cinema si va per vedere Sul lago dorato e nei bar degli hotel si chiede l’amaretto sour con ciliegina. D’inverno le temperature scendono, e molto: chi abita a New York ha bisogno di avvolgersi in un cappotto e, IL cappotto, arriverà da Reggio Emilia. Il 1981 è infatti l’anno di nascita dell’icona di Max Mara: un’icona senza nome, ma con un numero - 101801. Dalla sua creazione, il capospalla color cammello è diventato il simbolo di Max Mara e della sua missione di “dare un cappotto a ogni donna”: a quelle che vanno in ufficio, dalla babysitter, a un brunch o a un primo appuntamento, e a tutte coloro che assecondano l’ondata di ottimismo e di empowerment femminile caratteristica degli anni ’80.

New York, 2017. In radio c’è il nuovo singolo di Taylor Swift, al cinema si va per vedere Wonder Woman, nei nuovi speak easy di downtown si beve Moscow Mule. E il cappotto 101801 non solo accompagna attrici e influencer, come Bellamy Young e Claire Danes, ma anche (e soprattutto) la mamma che, dopo aver portato i figli a scuola, aspetta il taxi nell’Upper East Side per volare al prossimo meeting e rassicura la giovane ragazza di Chelsea che, oggi, presenta la sua start-up a un fondo hi-tech.

Dalle celebrità alla realtà, il coat 101801 è “IL” cappotto delle donne del 21esimo secolo. Come ci raccontano le 11 donne vere (professioniste, studentesse, artiste, galleriste o food blogger) intervistate a NYC nell’ambito del progetto “Mothers & Daughters” di Max Mara.

Quello tra madre e figlia è un legame unico, fatto di sguardi comprensivi e complici. Certo, le occhiatacce non mancano: quando la musica è troppo alta, quando le parole sono troppo scortesi e la voglia di guardare altrove è grandissima. Ma basta intercettare uno sguardo, quello in cui vediamo la stessa sfumatura o quello in cui ci ritroviamo bambine, per capire che il mondo noi, madri e figlie, lo vediamo nello stesso modo. E di questo nostro mondo fa anche parte il 101801.

Il mito del  cappotto 101801 spiegato a mia figliapinterest
Courtesy Photo

“È un vero passe-partout: puoi abbinarlo davvero a qualsiasi stile ti piaccia o capo d’abbigliamento tu abbia già nell’armadio”, dice Alix Creel, studentessa di Pubbliche Relazioni nella Grande Mela.
Insomma: il 101801 sta bene con qualsiasi look, accessorio e… mascotte, suggerisce ridendo Alix prendendo in braccio il suo cagnolino.

Alix è una delle undici donne che Max Mara ha intercettato durante il suo viaggio di stile, iniziato in Italia l’anno scorso, in occasione del 35esimo compleanno del 101801, e continuato oggi a New York. Le coppie madri e figlie più chic di Manhattan si sono incontrate davanti alla macchina fotografica: fra di loro c’è chi ha origini francesi, chi ha studiato a Milano, chi ai piedi porta un 37 e chi un 42.

Certamente diverse fra loro, ma accomunate dall'inconfondibile eleganza del 101801 che si lascia portare su ogni taglia e con ogni stile. La misura di 120 centimetri lo rende adatto ad ogni tipo di fisico; le maniche a kimono, poi, possono essere risvoltate per adattarsi facilmente alle diverse lunghezze delle braccia. La sua è una struttura architettonica, studiata nel dettaglio e portata dalla bidimensionalità dello schizzo alla tridimensionalità del capospalla, fino al guardaroba di una donna. Anzi, di ogni tipo di donna.

Il mito del cappotto 101801 spiegato a mia figliapinterest
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E, poi, basta “allacciare la cintura in vita e, qualsiasi cosa tu abbia sotto, hai creato un outfit” senza tempo e adatto a qualsiasi occasione, dal caffè di corsa alla cena a lume di candela. Danielle e Laura Kosann, le ideatrici del più chiacchierato food-blog della City, il The New Potato, condividono un 101801 e anche la stessa espressione quando la madre, Monica, aggiunge: “Funziona anche se sotto non hai niente!”

Le altre mamme ridono e sbirciano, complici, i rispettivi outfit. Il cappotto 101801 di Max Mara si porta, davvero, con tutto e su tutti i colori: la sua è una presenza discreta, ma incisiva, che rende un outfit sempre vincente. Elegante su un vestito giallo o un pantalone bianco, rétro-chic su una maxi gonna vintage degli anni ‘60 e moderno con la combo jeans + maglietta.

Il mito del  cappotto 101801 spiegato a mia figliapinterest
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“Sta tutto in come lo interpreti”, conviene Nina Griscom, stilista di accessori, e Lily Baker, che lavora nella divisione commerciale di Discovery Communications. Loro lo interpretano diversamente, ma con la stessa audacia; i loro sono stili complementari, uno più workwear e l’altro più edgy, ma sono entrambi resi ricercati e audaci dalla presenza del 101801 che sembra essere rimasto cucito sulle loro spalle negli ultimi 20 anni. Invece, più semplicemente, il 101801 ha seguito i cambi di stile rimanendo sempre fedele a sé stesso: Max Mara, dal 1981, non ha cambiato nemmeno una virgola. Anzi, nemmeno un puntino, la cucitura visibile sull’intera orlatura del capospalla che simboleggia e identifica la sua eccezionale sartorialità. E che, insieme all'inconfondibile linea over e alla lana e cashmere color cammello, ha trasformato il cappotto in icona.

Il mito del cappotto 101801 spiegato a mia figliapinterest
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Della “rivoluzione 101801” se ne ricorda bene Brooke Ross che ha comprato il suo cappotto “almeno vent’anni fa”, se non di più. Da allora, lo indossano le più grandi icone di stile, Isabella Rossellini, Glenn Close e la Regina di Spagna, e oggi lo portano sia Brooke che sua figlia, Amanda, editor e designer. I consigli di sua mamma sono sempre stati preziosi, commenta: il 101801 ha creato un legame profondo fra le due, fatto di consigli di stile in continua evoluzione, di eterna classe e di protezione. “Il cappotto è il primo dei rifugi”, diceva Achille Maramotti, fondatore di Max Mara: così come lo è un abbraccio materno o il sorriso spensierato di una figlia.

Il mito del cappotto 101801 spiegato a mia figliapinterest
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“Dona ad ogni silhouette”, annuisce Nathalie De Gunzurg, francese di origine e oggi direttrice della Dia Art Foundation. Non solo, ma il cappotto 101801 riesce anche ad esaltare le diverse forme, permeandole della sua filosofia di moda intramontabile. “È come New York, insomma” conclude Laura, la figlia. In che senso, ci chiediamo. Semplice: New York evolve e si trasforma. Ma resta New York. Sono i nostri modi di vivere la città che le restituiscono un volto sempre diverso: siamo noi, con il nostro bagaglio di esperienze e interessi, a modificarla. Così accade per il 101801: un unico cappotto che si adatta ai nostri stili diversi e alle nostre fisionomie. Un cappotto che veste ogni donna e che, come New York, ci fa sentire protette. Come a casa della mamma.