L’Haute Couture Autunno Inverno 2018/2019 di Parigi si è aperta con Ronald van der Kemp, la maison del couturier che parla (e disegna) una lingua contemporanea. Il re degli scampoli, come lo definisco io. Come sempre, i suoi look sono pieni di dettagli che rimandano a quel periodo - infinita fonte d’ispirazione - a cavallo tra i Sessanta e i Novanta. lI look di questa collezione sono molto più romantici, le linee più ampie, morbide, particolari. Le creazioni sono giocose, con combo colori e allure sportivissime. E il focus, come sempre, è il tessuto (esaltato poi dalla modella che lo indossa) e non di certo il set della sfilata. I capi di Ronald van der Kemp sono molto strong, e hanno bisogno di un bel po’ di self confidence per essere indossati. In ogni caso, ho deciso di parlare di questa maison per un altro motivo: è una couture “rispettosa dell’essere umano”. Concetto che si scontra con il caos dell’effimera “bellezza da Instagram”, tormentone dei nostri anni. E tutto questo lo dobbiamo solo a lui, alla mente che ha disegnato una collezione lontana dalle distrazioni e dalla cacofonia che il mondo della moda può avere. Ronald van der Kemp ha, invece, pensato alla sostanza. Ciò, ovviamente, non significa che le sue collezioni non sono “instagrammabili”. Anzi, tutto il contrario. I perché?

Questi

L’approccio alla couture: la sua couture non è solo un’ispirazione o ha un tema da seguire. Il suo modo di concepire la couture è rilassato, sperimentale, spontaneo, e perfino pratico.

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L’approccio alla moda: lui chiama le sue collezioni “guardaroba”. Perché la moda non è solo una questione di stagioni, ma di creare un guardaroba che ha del “nuovo” e del “vecchio”.

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Il coraggio nella moda: l’abilità a non rimanere incasellato nelle tendenze mainstream del tempo. Mentre i leviatani ed i behemoth del mondo della moda ruggiscono su Instagram e ovunque, lui bisbiglia i suoi valori attraverso i suoi lavori. Prende posizione, come tutte i brand di successo. Ma non lo fa aizzando polveroni sociali, ma semplicemente dando il suo “silenzioso” contributo.

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Il rispetto delle risorse: se nel primo paragrafo l’ho chiamato il re degli scampoli, c’è una ragione. Lui è famoso per l’uso iconico che fa dei ritagli e dei tessuti vintage. E questo, nono solo è un modo responsabile di pensare e di fare moda, ma è anche un escamotage eccentrico e colorato di creare una collezione.

Empatia: nel processo di creazione del guardaroba dell’ultimo anno ha dato lavoro ai rifugiati.

Preferenza di look acqua e sapone: il brand abolisce con forza i filtri di Instagram. Se utilizziamo così spesso i filtri nel mondo virtuale, poi, quando viviamo il mondo reale, rischiamo di trovarlo sempre noioso. E non è affatto un bene. Mi deprime. Bene, immagino di aver elencato una serie di ragioni a favore di chi sceglie di varcare sempre nuovi confini con le proprie forze, invece che sfruttare la personalità e lo stile altrui. E, ancora, si fa artefice di tutto ciò rimanendo rispettoso dell’uomo e dell’ambiente e, soprattutto instabeautiful.

***Aynura Maye"sono un'irriducibile amante della moda, dei simboli mitici/mitologici e dei modi in cui questi si mixano alla moda. Amante anche dei formaggi: di ogni tipo. Mentre fingo di essere totalmente presa tra una commissione e l’altra l’unica cosa che desidero davvero è tornare a casa e scrivere il mio blog (però non riesco a trovare un modo per abbinare a tutto questo il formaggio….) fashionsymbols.com"