Vestire tramite la pittura, celebrare le donne in punta di dita, trasformare i corpi in una tela a fior di pelle. Soffermarsi sul concetto di body painting ed elevarlo ad opera d’arte engagé è la missione sulla tavolozza di Claudia Sahuquillo pittrice, talento fra le donne nell'arte contemporanea e protagonista del progetto di Desigual in occasione di Art Basel Miami. Sotto il sole a stelle e strisce, il brand barceloneta ha riunito per una settimana le menti creative più viral-i della nostra cultura social-e con l'obiettivo di creare capi metafora delle loro personalità negli spazi di Desigual Colour House. È qui che le opere d’arte sono uscite dai musei per arrivare in strada (e nello streetstyle), è tra le vie del Distretto Art Decò della città americana che il motto fai ciò che vuoi è diventato un modo di essere e di vestire, è grazie alle tempere di Claudia Sahuquillo che la Iconic Jacket di Desigual ha iniziato a parlare… di sé.

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Sei riuscita a tradurre la storia di Desigual in un dipinto su tela (denim)…

La Iconic Jacket è il simbolo di questo brand così speciale, un pezzo d’arte realizzato a mano. Per prepararmi a questo progetto ho letteralmente studiato la storia di Desigual direttamente dal libro del marchio. Già sfogliando le prime pagine ne ho compreso i valori, l’ispirazione e le caratteristiche fondanti. Così, ho cercato di combinarli insieme ai colori, un mare di colori!

Come è nata la tua collabo con il brand?

Una notte ho sognato che stavo lavorando all’estero, una settimana dopo mi hanno chiamato da Desigual per propormi di andare con loro a Miami! Quando ho incontrato il team mi sono bastati due minuti per capire che sarebbe stata un’esperienza incredibile… La prima di una lunga serie!

Colorarci la pelle è un gesto, quasi ancestrale, che facciamo fin da bambini imbrattandoci il corpo con i pennarelli. Secondo te nella pittura c’è un impulso primitivo e inconscio oltre la tecnica?

Penso che l’arte sia la quintessenza dell’inconscio degli esseri umani. E il mezzo non importa. I dipinti sulla pelle, poi, sono da sempre stati protagonisti nella vita dei popoli dacché esiste il mondo, prima ancora che qualcuno la chiamasse “arte”.

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Sei stata censurata sui social network come molti altri artisti che hanno mostrato online le loro opere su corpi nudi. Per quanto il mondo dei media sia evoluto, la censura è tuttora un grosso problema. Cosa diresti ai professionisti che si occupano delle policy restrittive dei social?

Il problema va oltre i social network, riguarda la nostra società e la nostra cultura. Ed è davvero, davvero profondo. Ma con chi ce la prendiamo quando critichiamo la società? La società non è un’istituzione, non è un’organizzazione, la società siamo tutti noi. E molti di noi pensano ancora che la nudità sia offensiva. Quindi, invece di biasimare chi si occupa di censurare le foto dei capezzoli online, continuerò a postare capezzoli così da far abituare la stessa gente che pensa ai corpi nudi come a qualcosa di pericoloso.

Hai il potere di far fiorire, letteralmente, il seno delle donne che hanno subito una mastectomia. Come ci si sente a dipingere su una parte così delicata e, allo stesso tempo, così essenziale del corpo femminile?

Dipingere il seno di una donna è così emozionante che non so spiegare cosa provo ogni volta che succede. Non permettiamo mai agli altri di toccare il nostro corpo, partner e dottori esclusi, è per questo che quando le persone mi concedono l’onore di fare dell’arte sulla loro pelle scatta una connessione speciale. Un mix tra rispetto, ammirazione, divertimento e celebrazione femminile. Fino ad ora ho disegnato su centinaia e centinaia di seni, adoro farlo.

Parlando ancora di corpo delle donne e censura: sul tuo profilo Instagram supporti le madri che allattano i propri neonati e condividono questa esperienza liberamente sui social. Come mai?

Beh, quello dell’allattamento è un argomento molto caldo ultimamente. È l’esempio perfetto per capire quanto sia distorta la nostra percezione oggi, se addirittura ci scandalizziamo nel vedere una donna a seno nudo sfamare il proprio bambino! Non c’è niente di più naturale! Instagram non censura questo tipo di immagini, per contro in certi Paesi le donne devono coprirsi in pubblico pur di non essere multate. Incredibile!

C’è un dipinto che ti ha particolarmente commosso realizzare?

Senza dubbio uno del progetto #skinisthenewcanvas. Non si tratta del disegno in sé ma dell’esperienza che ho vissuto. Quando ho iniziato a dipingere sul corpo delle persone, ho davvero pensato che non avrei voluto disegnare mai più sulla carta, sarebbe stato così noioso e banale… E, forse, l’esperienza a cui sono più legata è quella in cui una ventina o più di persone dipingevano i loro corpi a vicenda. Meraviglioso!

Cosa ti ispira giorno dopo giorno?

L’arte, la creatività e il pensiero critico. Questi sono i filtri con il quale vedo il mondo e, insomma, penso che sia il mondo stesso ad ispirarmi nella maggior parte dei casi. Ciò che succede attorno a me: la città dove vivo (Barçelona, la amo), la società, la gente… Le persone sono una fonte continua di ispirazione grazie a quello che pensano, fanno, dicono e perché lo dicono. E i libri ovviamente! Leggo molto, soprattutto di arte e femminismo, due dei miei soggetti preferiti in assoluto.

Come credi evolverà la tua arte in futuro?

Semplicemente come adesso: creerò e condividerò le mie art experiences in giro per il mondo!