Indigo sfuma verso il baby blue, fino al bianco ottico. È il momento di prendere una bottiglia di candeggina dal nostro ripostiglio per lanciarla, delicatamente, sulle nostre passioni couture. A partire dal denim, il tessuto miracoloso per eccellenza. Non solo perché sopravvive alle stagioni moda da 166 anni, ma soprattutto perché la sua popolarità è destinata a crescere nel tempo e nello spazio. Tanto da diventare sempre più il capo basic universale a qualsiasi latitudine del globo. Insomma, una vera e propria conquista per quello che era un indumento da lavoro umile e robusto. Ma il suo essere indistruttibile non ha solo a che vedere con la storia del fashion, ma con la sua attitude a non rovinarsi mai. Lo puoi usare, ne puoi abusare, graffiarlo e bagnarlo, indossare per anni… E, come ricompensa per le tue malefatte, lui ti ripagherà semplicemente con la sua presenza, con il suo essere lì nel tuo armadio, per sempre. E anzi, migliorando con l’età.

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Caratteristiche che, purtroppo o per fortuna, hanno sempre un rovescio della medaglia. Da un lato, infatti, il denim è il più grande trend della nostra epoca e per questo bisogna celebrarlo. Dall’altro lato, la sua onnipresenza lo rende difficilissimo da innovare e trasformare in qualcosa di lussuoso. Ed è proprio dal suo essere estremamente duttile e flessibile che la tendenza del bleaching, del tie dye, dello sfumare e scolorire i capi può prendere piede indisturbatamente.

Questa stagione, il monopolio delle sfumature sbiadite, scolorite, sbiancate ha preso il sopravvento anche sulle passerelle delle sfilate più raffinate. A partire dai dettagli per finire su total look, dalle morbide salopette in stile hippie di Stella McCartney alle giacche da studentessa rivoluzionaria di Christian Dior. E ancora, nuances polverose lady-like per Isabel Marant o su ruches XXL per Proenza Schouler. Il glam monumentale di Balmain vira verso gli outfit d’ispirazione tomboy (dagli shorts ai giacchetti da sexy teddy boy). Denim dreams forever.