Ritrovarsi seduti al tavolo di un bistrot in pieno Marais parigino, la mano sinistra aggrovigliata sullo stelo di un calice di Bordeaux, la mano destra avvolta dalla velina impalpabile che custodisce un doppiopetto Yves Saint Laurent Rive Gauche. Ritrovarsi con lo sguardo perso nel vuoto di una rue poco trafficata e gli occhi pieni di quel luccichìo color caviale che solo il gros grain di seta può (e deve). Ritrovarsi a chiedersi, ingenuamente onestamente schiettamente, se comprare moda vintage online oggi sia la scelta più ecosostenibile. Anche di fronte a un paio di jeans creati con lo 0% di acqua, un plotone di brand indie di costumi da bagno in plastica riciclata dalle reti dei pescatori, un armadietto XXL di cosmetici dalle intenzioni e packaging verdissimi. “Non è l'unica scelta, ma sicuramente è un'ottima scelta”, ci risponde tranchant Margherita Manfredi, capo Dipartimento Fashion Vintage di Finarte, (super)donna a cui rivolgiamo la nostra domanda amletica.”Oggi più che mai, seguendo il fast fashion dettato dai social e dagli influencer che suggeriscono acquisti sempre molto cool, bisognerebbe avere un guardaroba sempre molto ben fornito, con tanti cambi e molte possibilità di abbinamenti, ma anche con sempre una maggiore attenzione all'ambiente e al riuso, quindi al mercato dell'usato, anche di lusso. Questo mercato è un grande business trainato soprattutto dalle vendite online, a cui le donne sono ormai affezionatissime, una tendenza quest'ultima con numeri da capogiro negli Stati Uniti approdata poi anche in Europa”, ha continuato l’esponente couture della società nata nel 1959 a Milano, con lo scopo di assistere collezionisti e operatori del settore nell’acquisto e nella vendita di opere d’arte. “L'acquisto di capi usati e il riuso evita in linea di massima un eccesso negli acquisti e di conseguenza questo comporta per le case produttrici prima di tutto una produzione minore e in tanti casi come sappiamo bene anche molto poco ecologica…”.
Un indimenticabile capo vintage che ha avuto la possibilità di toccare con mano in questi anni.
Due pezzi unici: una valigia di Gucci in pelle di zebra degli anni 70 oggi conservata nel Museo Gucci di Firenze, ed un abito lungo da gran sera di Roberto Capucci.
Tra i richiami rétro di Alessandro Michele per Gucci e quelli 80s di Balenciaga, qual è il periodo storico preferito dalle vostre clienti e in base a che tipo di acquisto lo notate?
Nella moda ciclicamente tutto torna di moda. Oggi ritroviamo in molte firme le suggestioni, le atmosfere e naturalmente lo stile rivisto dei mitici anni '80 e '90 che hanno lasciato una grande impronta e a cui sempre di più le linee di moda attuali strizzano l'occhio e si ispirano. Per questo non bisognerebbe mai buttare via nulla, taglia permettendo! Questo naturalmente vale per chi quegli anni li ha vissuti e li ricorda anche con un filo di nostalgia. Per i giovani è invece solo una grande ed assoluta novità mi pare tra l'altro anche molto apprezzata, sono quelli che prediligono infatti i capi e gli accessori vintage.
Quali sono i brand e le tipologie di prodotto più acquistati da una donna di 20, 30, 40 e 50 anni.
I giovanissimi non hanno grandi possibilità di spesa, per questo molti acquistano capi nuovi e li rivendono subito per poter investire in altri capi nuovi o anche usati. Tra i prodotti in assoluto più acquistati dalle donne di tutte età ci sono sicuramente borse e scarpe, e Gucci è il marchio più acquistato - anche usato o vintage - una firma rispetto ad altre abbastanza "accessibile". Un marchio straniero che ha moltissimo seguito ultimamente è anche Louis Vuitton sempre in tema di borse. Teniamo presente però una cosa, che sono marchi molto visibili e riconoscibili spesso con loghi molto vistosi, ed è un po' l'inclinazione di oggi, ostentare quel che si indossa, sovrapponendo loghi anche in modo esagerato, nulla a che vedere però con stile ed eleganza.
Tre capi o accessori in cui investirebbe oggi.
Borse, sandali, cinture e cappelli!
Un’asta record che le è rimasta nel cuore.
La prima e l'ultima che ho curato, sicuramente. La prima, una decina di anni fa, il favoloso guardaroba di Evelina Levi Broglio, nota dama milanese, composto da migliaia di capi ed accessori davvero strabilianti, e l'ultima qualche mese fa, un'intera ed unica nel suo genere collezione dedicata al marchio che in assoluto per gli accessori è sinonimo di raffinata ed iconica eleganza, Hermès. Due aste che hanno richiamato grande attenzione e curiosità da parte di un ampio pubblico ed hanno avuto un grande successo di vendite. Due eventi eccezionali ed esclusivi, probabilmente irripetibili, di cui ho avuto la fortuna di occuparmi.
Da Azzedine Alaïa a Salvatore Ferragamo e Christian Dior… Le mostre sulla couture sono più che mai pop e virali, c’è un riscontro anche nell’acquisto di capi vintage?
Le mostre sono un momento molto importante per far conoscere al grande pubblico l'heritage di una maison, tutto quello che è stato fatto di prezioso da abilissime e pazienti mani e da creativi eccezionali che si sono avvicendati nei decenni. Sono sempre un'occasione di stupore e sogno, vedere una di queste mostre è un po' come entrare in una favola, dove poter ammirare capi iconici dall'allure eterna, usati anche in celebri pellicole cinematografiche. C'è un riscontro certo, non solo perché ispirano ma anche perché capitano nelle aste pezzi rari che richiamano musei, collezionisti e naturalmente case di moda, come è accaduto per Gucci che ha ricomposto da pochi anni con un museo il suo heritage con capi di abbigliamento ed accessori di varie epoche riacquistati proprio nelle aste di fashion vintage in Italia e all'estero. Un ulteriore riscontro è che moltissimi capi esposti sono ancora attualissimi e li ritroviamo nelle vetrine dei negozi.
