Voce del verbo montare, a neve. Voce del verbo tinteggiare, di colori a olio di cocco. Voce del verbo sfiorare, la pelle nuda su metri di chiffon. Nel personalissimo dizionario di Lucia Zolea, la Mecca dei top bianchi che raggiungiamo in silenzioso pellegrinaggio via Instagram, scroll dopo scroll, è composta da questi tre vocaboli. Che si declinano attraverso i body in seta liquida, i crop e tank top in Sangallo impalpabile, i corsetti in macramé da boudoir, le (furono) canotte in velocrespo. Un album fotografico su come non indossare il reggiseno in estate, un compendio digitale sulla moda indie, una lista dei desideri, i nostri, aggiornata day by day dalla fotografa e vintage specialist nata in Virginia.

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È una collezione di tutto ciò che dovremmo riporre nei nostri armadi adesso e, poi, indossare a vita, quella che si trova al .com di Lucia Zolea, lo shop online di abiti baby pink, micro gioielli dalle 80s vibes, top bianchi inno alle mattine afose d’agosto e ai tramonti color caramello salato. Ed è così che cascate di rouches candide movimentano décolleté nudi, bretelline-spaghetto in seta accarezzano clavicole baciate dal sole, toppini con coppe a conchiglia sono la risposta a look da sirene metropolitane che si chiedono se non indossare il reggiseno sia la missione solo di chi ha aderito al movimento free the nipple.

“Assaporare l’attimo, coglierlo nella sua accezione più pura, è quello che provo a fare quando scatto una foto, sia per me che per gli shooting del mio negozio vintage”, spiegava recentemente Lucia Zolea intervistata da Urban Outfitters. “Non m’importa che ci sia uno sfondo perfetto, una posa perfetta, una luce perfetta… Voglio riguardare quella foto ed essere in grado di ritornare al momento in cui l’ho scattata, con le stesse sensazioni che provavo mentre la camera faceva click”. Ha continuato la figlia degli anni Novanta che ha fatto del bello per il gusto del bello la sua filosofia di vita, e di business. E il nostro credo couture.