Leggings effetto denim, da indossare N.O.W.: la confessione della redenzione, in data Autunno 2019. Se c'è stata una cosa che i primi Anni Duemila ci hanno regalato, non è stato di certo il buon senso. Sarà stata per l'eccitazione di essere sfuggiti al Millennium Bug – che ci faceva già prevedere scenari apocalittici – la sensazione di aver chiuso il capitolo con un millennio, per iniziarne uno nuovo, forse: la realtà è che ci siamo buttati con entusiasmo anche nel guardaroba, seguendo i consigli di luminari assolute come Britney Spears, Paris Hilton e Nicole Richie. Indossare i vestiti con i jeans, i top di paillettes, i camperos per la sera, la vita bassa, bassissima, le tute in ciniglia, il total denim: non ci siamo risparmiate mai niente. Tra i vari orrori che hanno popolato i nostri armadi, e ora popolano i nostri incubi – ringraziamo fortemente che all'epoca non esistessero le timeline di Facebook – c'è il legging dall'effetto denim. Solo abbinare questi due vocaboli riporta alla memoria anni nei quali, in contemporanea con gli esordi di una certa trash tv italica, in America si (e ci ) superavano già in materia, con Jersey Shore, una sorta di Grande Fratello made in New Jersey che metteva in una stessa abitazione – dalla quale però si usciva per andare a far serata, sempre seguiti dall'occhio delle telecamere – un gruppo male assemblato di ventenni. Sessioni infinite di squat e sollevamento pesi, addominali oliatissimi e corpi dorati dalla luce abbronzante dei centri estetici, extension e nomi d'arte – da Jenny Jwoow a Mike The Situation, attualmente in prigione per evasione fiscale, anche se le sue canotte meritavano il carcere già molti anni fa – il programma era un compendio, in stampa leopardata, della peggio gioventù, che amavamo odiare (e guardare), perché era capace di mettere in prospettiva le nostre costanti ansie da prestazione. Tra i capi più ricorrenti, oltre a shorts abbinati a stivali in suede con frange, c'erano appunto loro, i leggings effetto denim.


Quando Freddy ha deciso di presentarne la loro evoluzione, il sudore freddo ha imperlato la fronte. Pensavamo di aver chiuso quel capitolo. Quando ci siamo quindi recati nel loro ufficio distaccato, in una splendida casa di campagna a Verona, eravamo armati di penna e molti pregiudizi. Ad accoglierci, dando dettagliate spiegazioni alle nostre domande, e smontare i dubbi, c'è il patron del marchio, Carlo Freddi, che ha fondato il marchio nel 1976. "Il filo di cotone è lo stesso che poi viene utilizzato per il denim: a cambiare è la filatura. La classica è realizzata a telaio, procedura antichissima che regala una struttura e grande resistenza al tessuto, che però non si contraddistingue esattamente per elasticità. In fondo era nato come capo da lavoro, sono stati i signori Levi e Strauss a capire, molto tempo fa, che poteva avere dei campi di applicazione diversi. Negli ultimi 10 anni si è aggiunto al jeans dell'elastomero – un polimero gommoso spesso usato per rendere elastici i capi in tessuto – mentre Freddy, che non viene dal mondo del denim ma da quello dello sport, ha pensato di modificare, appunto, la filatura, che nel nostro caso è a maglia. Inoltre, l'elasticità del jersey, molto maggiore, in questo caso è bi-stretch: funziona sia in senso orizzontale, che in verticale".

Il prodotto, sapientemente indossato da ballerine e adepte dello yoga, dal vivo in effetti, ha il colore indigo classico, e disegna delle silhouette molto diverse da quelle di Snooki e JWoow. Declinato in modelli regular oppure skinny, il nome, N.O.W. , è acronimo di Not only Wr.Up: il riferimento qui è all'altro modello del brand, quello del pantalone modellante ad effetto push-up, che ad oggi ha visto vendere più di 5 milioni di pezzi. "Alle donne a cui non interessa quel tipo di risultato, appunto l'effetto push-up, piacerà il N.O.W. che è avvolgente, ma senza costringere la silhouette". Inoltre, entra nella famiglia anche il NOW Yoga, un altro cinque tasche skinny dalla vita alta risvoltabile, che, privo di bottoni o cerniere, si trasforma in un modello regular, brevetto inventato dal marchio. Stile di preferenza di chi, i leggings li usa anche per fare attività fisica, la dimostrazione pratica nel giardino della casa di campagna – operata da sportive professioniste che, indossandoli, si esibiscono in una coreografia ad alto livello di elasticità – testimonia la capacità di prestarsi a quelli che il brand definisce "Impossible movements". Sarà il sole frizzante della mattina settembrina, sarà che i Now sembrano assecondare i movimenti del corpo, invece che dirigerli, come succedeva nei primi Duemila, ma questa versione del leggings, forse, cominceremo a indossarla in palestra – per ora. Mi raccomando, però, non ditelo a Snooki.