E alla fine, i trend della moda Anni 80: quando alle sfilate abbiamo intravisto arrivare sulle passerelle, quelle spalline imbottite, abbiamo sussultato, in preda a dei timori. "Ma sì, ma dai, ma sarà solo una boutade", si diceva ostentando una certa – fragilissima – sicurezza. Poi sono riapparsi anche i pois, ma in fondo non erano mai davvero andati via, quindi non era davvero il caso di preoccuparsi. In seguito, ci si è ritrovate a fare shopping alla ricerca di un'abito per una serata importante, una cena di lavoro ad alto tasso di eleganza, o anche un appuntamento galante, e il lamé e il glitter spalmato su lunghi abiti dagli scolli profondi ci hanno improvvisamente attratto, come cantassero le melodie abbacinanti delle sirene nell'Odissea, e noi, novelle Omero, sprovviste della cera con la quale lui aveva prontamente foderato le orecchie sue e dei compagni, ci siamo avvicinate, incaute. Solo allora, a tradimento, sono apparse le tutine, e le fasce per la fronte, e i colori gioiello e tutto il carrozzone vestimentario legato agli Anni 80, che avevamo giurato di non indossare più: il trauma di averlo sostenuto da bambine, con foto che avevamo provveduto a bruciare in falò simili a cerimonie religiose di purificazione, era già stato abbastanza. Ma ormai è troppo tardi, e ci si ritrova a dover ammettere la verità: quella che i trend degli Anni 80 sono tornati.


los angeles   january 1984 singer and actress cher poses for a fashion session in january 1984 in los angeles, california  photo by harry langdongetty imagespinterest
Harry Langdon//Getty Images
Cher nel 1984

E se dobbiamo proprio partire dalla tendenza che, di quella decade, ci saremmo augurati di non rivedere, ma invece eccola qui, con la stessa baldanza di sempre, si parla necessariamente di body e tutine e scaldamuscoli in colori accesi, flash di atletismo, riportati in auge non solo dai principali marchi di sportswear, ma anche dal maestro del re-branding concettuale degli Anni 80, Demna Gvasalia e Gosha Rubchinskiy. Per questa estate, però, a tingere gli short da bicicletta e i top di colori accesi è stato, tra gli altri GCDS, riportando in passerella lo spirito di Olivia Newton-John mentre canticchiava Physical, Cher, e, ovviamente, la madre putativa del trend dei workout casalinghi in tutine adamitiche, Jane Fonda.

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Paolo Lanzi//Getty Images
GCDS, S/S 20

Parlando di accessori, invece, anche quelli mai discreti, sul podio si posiziona la maxi-cinta, che negli Anni 80 si adagiava sulla vita di abiti lunghi e dagli scolli profondi, nel nome di Donna Summer e Grace Jones, così come di tutte le donne che si scatenavano sulla pista dello Studio 54, ma anche su computi completi dall'attitude business.

bangkok, thailand   february 05  charles and diana, prince and princess of wales, during their official visit to bangkok on february 5, 1988 in bangkok, thailand  photo by georges de keerlegetty imagespinterest
Georges De Keerle//Getty Images
Lady Diana con Carlo durante un viaggio in Thailandia nel 1988

E tra loro, spicca, ovviamente, Lady Diana, maestra di cerimonie dei gloriosi Anni 80, in versione monarchica, che le indossava sotto le bluse a stampa, in colori a contrasto. Oggi, c'è una lunga fila di maison che rivisitano quel concetto, traducendolo su pelle, come Alexander McQueen e Bottega Veneta, ma anche sulla lana tricottata, come fa Massimo Giorgetti da MSGM. L'effetto è sempre d'impatto.

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Armando Grillo//Getty Images
MSGM, S/S 20

Parlando di arcobaleno cromatico, invece, se la decade precedente ha visto il predominio delle nuance pastellate e degli eleganti toni neutrali, per quest'estate assisteremo al ritorno di cromie ben più definite. Lime neon da Valentino, papaya da Bottega Veneta e Tom Ford, turchese da Miu Miu, lilla come Max Mara e Loewe, per outfit dai colori dichiaratamente femminili, che si liberano dal predominio delle cromie pensose e rifessive delle stagioni precedenti.

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Salvatore Dragone//Getty Images
Max Mara S/S 20

L'ispirazione? Dalla Joan Collins di Dynasty ai completi da educanda che indossava Jerry Hall per uscire a cena con Mick Jagger e Andy Warhol: minimo comune denominatore, dress to impress.

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Rose Hartman//Getty Images
Jerry Hall nel 1980 con Mick Jagger

E se si parla di dress to impress, è impossibile non citare i power suit, sinonimo stesso della rivincita al femminile, dell'arrivo negli uffici e nei palazzi delle grandi aziende delle donne – o così raccontava la commedia di Mike Nichols, Una donna in carriera, con protagonista Melanie Griffith in blazer e pantalone bianco. E il completo "business", lo indossava, sensualissima, Michelle Pfeiffer in Scarface, con giacca avvitata e disegnata da una cinta in tessuto, e gonna a matita.

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Un'attitude che ritorna anche per quest'estate, con i dovuti accorgimenti:la vita è sempre disegnata, ma sotto si indossano dei pantaloni dai volumi morbidi, come hanno fatto Agnona e Proenza Schouler.

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Salvatore Dragone//Getty Images
Agnona, S/S 20

E quando cala la sera, e ci si prepara per la serata nel club? La musa di riferimento è qui Diana Ross, dea della disco e santa protettrice di sequin e lamé, da sfoggiare su maxi vestiti con scolli da togliere il fiato.

american rb and disco musician donna summer sings at studio 54, new york, new york, april 14, 1979 photo by allan tannenbaumgetty imagespinterest
Allan Tannenbaum//Getty Images
Donna Summer allo Studio 54

Uno spirito danzereccio che ha (ri)conquistato davvero tutti per la stagione estiva: da Emporio Armani che costruisce bluse e pantaloni di sofisticate trasparenze a Fendi e Marques Almeida, passando persino per il riflessivo J.W. Anderson, che fa luccicare di bagliori glitterati gli abiti, si sono tutti, velocemente, convertiti alla tendenza. Ad adottare però in pieno lo spirito eighties è David Koma, che ha realizzato una tutina con cappa che brilla di luce propria.

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Daniele Oberrauch//Getty Images
David Koma, s/s 20

Gli Anni 80 sono tornati, e, oggi come allora, di quell'uragano di colori e stampe e volumi, in fondo, sentiamo moltissimo il bisogno.