Oro e argento, barocchi e concettuali, i gioielli 2020 sono dottor Jekyll e Mr. Hyde del lusso
Maxi oppure sobri, concettuali o classici, preziosi o perfetti per essere indossati tutti i giorni, 5 gioielli bicolor x 5 brand indie.
“Ma come si fa a distinguerli? Possiamo essere sicuri di ciò che vediamo? Quand’è che un rosso comincia a diventare un viola?”. Si domanda Bruno Munari nel testo che inaugura il saggio Interazione del colore, di Joseph Albers (Il Saggiatore). Tutto dipende dalla luce, dal fondo sul quale viene posto il colore. Nel mondo della gioielleria indie il problema non si pone. Anzi, i contrasti vengono enfatizzati: accostamenti di colore apparentemente improbabili danno vita a monili d'autore, molti dei quali dotati anche di un valore artistico, grazie alle tecniche con cui vengono realizzati. E a spiegare meglio questa scelta estetica e, al tempo stesso, concettuale, è la bicromia: i gioielli bicolor in tutta la loro bellezza. Nella storia dei bijoux e dei preziosi d’autore è possibile rintracciare un periodo specifico in cui questo tipo di oggetti “in due colori” sono molto in voga: il ventennio degli anni ’60 e ’70. In particolare, a definire la tendenza è una parola: optical. Utilizzata non solo nel mondo dei gioielli moda, ma anche nel fashion system, serve per spiegare la giustapposizione di due colori, come il bianco e il nero. Nascono bangle, orecchini e collane in plexiglas, dai prezzi abbordabili e, soprattutto, da sfoggiare in locali come il Piper di Roma o l’iconico Studio 54, in quel di Manhattan. Dalla città Caput Mundi alla Grande Mela, gli abiti, le scarpe e i loro accessori, compresi i gioielli danzavano su un sottofondo bicolor e a ritmo di Margaritas.
Oggi il gioco cromatico è più sofisticato. Si gioca soprattutto sui contrasti di tonalità: il caldo dell’oro giallo, ad esempio, viene smorzato dal freddo dell’argento o dei diamanti, come fa Leda Madera. Da Lodi Eleonora Ghilardi enfatizza e rende contemporaneo l’effetto attraverso la sperimentazione dei metalli. Eéra gioca con le forme e i colori fluo, dando vita uno stile luxury-pop molto apprezzato. I monili bicolore vengono realizzati anche negli Stati Uniti, da realtà come Schoscha. E in Corea del Sud, da un giovanissimo brand chiamato Numbering. La caratteristica in comune è una sola: ogni creazione è fatta a mano nei loro atelier, grazie all’expertise di orafi e artigiani. In alcuni casi, come accade per Ghilardi, sono gli stessi designer a dare vita by hand a ogni pezzo. I gioielli indie bicolor sono maxi oppure sobri, concettuali o classici, preziosi o perfetti per essere indossati tutti i giorni. A voi la scelta.
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