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Analisi di vestiti evergreen che forse abbiamo nell'armadio e che torneranno nelle prossime stagioni moda

Longuette oro (colato da Miuccia), plissé (squadrati da Issey), camicie impalpabili (illuminate d'immenso Philo), 5 cult di ieri oggi e domani da collezionare.

Di Ilaria Introzzi
Yellow, Fashion, Street fashion, Clothing, Human leg, Footwear, Outerwear, Blond, Brown, Human, pinterest
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Cosa significare collezionare la moda? Come si fa a collezionare la moda? Quanto tempo ci vuole per auto-fregiarsi dell'aggettivo celebrativo di "collezionista"? Impegno, non per forza economico, visto il proliferare di siti e app per comprare alta moda online a buon prezzo, conoscenza della storia dei più grandi couturier e designer. E, soprattutto, è necessaria tanta passione. Per le biografie di maison e stilisti, monografie su sfilate e tessuti. Sì, anche i materiali contano. Per l'arte, non solo da manuale didattico, ma di quella dei fotografi che negli anni sono riusciti a interprete le scelte estetiche delle maison più importanti: Richard Avedon lo fa con Versace, mentre Irving Penn stringe una lunga relazione professionale con il giapponese Issey Miyake. Mario Sorrenti diventa un habitué chez Calvin Klein. A seconda dei gusti - opulenti, all'avanguardia o minimalisti - una collezionista fa sue queste immagini iconiche e le riversa nel suo guardaroba. E sono quella stanza e quell'armadio a contenere il risultato di un percorso non solo di puro edonismo ma anche culturale. La sua visione e conoscenza sono proiettate anche sul presente, sui pezzi iconici della moda contemporanea. Little black dress, abiti stampati, longuette oro colato, plissé all over, immaginiamo di immergerci tra le trame, i tessuti e i colori del suo cabinet per vivere un'esperienza onirica...

1

Il Little Black Dress di Chanel

Coco Chanel, French couturier. Paris, 1936. LIP-69
Lipnitzki//Getty Images

È il 1926 e una signorina di nome Gabrielle Bonheur - detta Coco - Chanel fa la rivoluzione: inventa il tubino nero, aka il LBD (Little Black Dress). Si dice che il vestito rappresenti la democratizzazione dell’eleganza, ed è vero, ma è soprattutto una vera e propria novità perché all'epoca gli abiti neri vengono indossati solo per testimoniare il lutto, e non per uscire a fare baldoria e bere champagne ghiacciato. Ecco, se c’è un elemento da tenere fisso nel proprio armadio è proprio questo. Un classico dell’epoca moderna da custodire con estrema cura perché si indossa sempre, ai party, ai vernissage e alle cene a due o tra amiche. È il capo cult h24.

2

Il Little Black Dress di Dries Van Noten 2020

Dries Van Noten : Runway - Paris Fashion Week - Womenswear Spring Summer 2020
Victor VIRGILE//Getty Images

Il designer belga Dries Van Noten (in collaborazione con il couturier Christian Lacroix) realizza per la Primavera Estate 2020 una collezione opulenta, ricca di stampe e di ricami. Ma sa bene che per non rendere troppo pesante alla vista il risultato finale inserisce dei pezzi neutri, in tinta unita. Come il LBD in taffetà tecnico: sottile sul busto, diventa maxi dalla vita in giù, in modo fluido e senza stringere la silhouette. Coco docet.

3

Le stampe "du scandale" di Yves Saint Laurent

FRANCE-FASHION-EXHIBITION-SAINT-LAURENT
BERTRAND GUAY//Getty Images

La fine degli anni ’60 segna l’alba di un periodo di lotte per i diritti, amore libero e tanta musica. E di Rive Gauche. Nel 1966, lo stilista Yves Saint Laurent, apre la boutique sulla riva sinistra della Senna, a Parigi, e porta avanti una personale rivoluzione nei confronti della moda elitaria e borghese. Crea collezioni definite “assurde” - come la Scandale del 1971 - dalla stampa tradizionalista e tra queste capitano di tanto in tanto abiti, gonne e bluse in seta con stampe all over in cui figure ispirate alle divinità greco-romane si muovono al ritmo di una danza immobile, come se fossero all’interno di un rituale dionisiaco. Sensuali al tatto e un piacere per la vista, da ostentare senza remore.

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4

L'abito stampato di Marni 2020

Marni - Runway - Milan Fashion Week Spring/Summer 2020
Victor VIRGILE//Getty Images

La maggior parte dei designer contemporanei segue la strada maestra e reinterpreta il concetto di fashion print. Marni propone nella collezione Primavera Estate 2020 l'intera gamma di colori disponibili in natura. Le modelle in passerella si muovono fluide, grazie a tessuti leggeri come sete, viscose e popeline di cotone. Talvolta, su gonne, vestiti e camicie emergono delle stampe floreali il cui tratto è ispirato dal gesto pittorico di Henri Matisse, tra gli artisti più apprezzati da Monsieur Yves.

5

La blusa di Céline by Phoebe Philo

Celine - Runway RTW - Spring 2012 - Paris Fashion Week
Karl Prouse/Catwalking//Getty Images

La leggenda vuole che nel guardaroba dei collezionisti vi siano capi complessi, difficili da indossare. Non è sempre così. Soprattutto se si fa incetta di old Céline. Con la collezione spring-summer 2011 Phoebe Philo fa il suo debutto come direttore creativo della maison parigina, ora sotto la guida di Hedi Slimane. Ogni uscita in passerella è un inno alla perfezione. E la blusa bianca che illumina d’immenso l’armadio sintetizza in modo armonico l’intero concetto stilistico della designer britannica.

6

La chemise Valensole di Jacquemus

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Courtesy/Jacquemus

La camicia bianca è un must have da indossare tutto l’anno. Sta bene su qualsiasi cosa: dai jeans alle gonne, passando per i bermuda. Un tocco di eleganza se abbinata a un paio di pantaloni neri. Jacquemus la vuole sciancrata: il punto vita è messo in risalto da riprese in vita che sfociano in un doppio strato a effetto reggiseno. Dalla collezione La Valensole primavera-estate 2020 con la quale, su un prato di lavanda in Provenza festeggia il decimo anniversario dalla nascita del brand.

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7

La gonna longuette di Prada

Prada - MFW Womenswear Spring/Summer 2009
Chris Moore/Catwalking//Getty Images

Indossare una gonna di Prada è come bere un bicchiere di vino frutto di un’ottima annata, di outfit in outfit. Per Miuccia, questo capo del guardaroba è davvero speciale. Tanto che nel 2009 mette in mostra a Seoul Waist Down, la prima esposizione ospitata all’interno dell’edificio Prada Transformer e tutta dedicata alle sue gonne. La Prada addicted lo sa e nel suo locus amoenus possiede un esempio di “dalla vita in giù” visto sulla passerella primavera-estate 2009, definita dalla designer milanese una collezione "primitiva", in cui appare una bellezza "grezza, sfilacciata e impudente". Il look è "destrutturato", la silhouette è "stretta". Tra le varie uscite emerge una skirt longuette in oro, che avvolge delicatamente la vita, per poi aprirsi leggermente all’altezza del polpaccio.

8

La gonna Saint Laurent Primavera Estate 2020

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Courtesy/Saint Laurent

Anthony Vaccarello disegna per l’estivo di Saint Laurent una collezione da mille e una notte. Punto di partenza è l'eredità da globe-trotter del fondatore dell'azienda. In particolare, l'onnipresente mood marocain, tanto caro a Yves. Abiti lunghi, incontrano velate trasparenze. Come il top nero abbinato alla gonna golden che, dalla vita, scende fluida e copre le gambe con sensuali balze. Da indossare di giorno, abbinata a una t-shirt. Con una camicia bianca diventa perfetta per un cocktail.

9

Il plissé di Issey Miyake

Dress  (Rhythm Pleats Series)
Indianapolis Museum of Art at Newfields//Getty Images

Pleats Please è la linea di Issey Miyake nata nel 1994 per rendere omaggio al plissé. Un modo di piegare il tessuto che ha origini tutte italiane. Infatti è l’eclettico Mariano Fortuny a inventarlo e a renderlo celebre. Poi è Madame Grès a utilizzarlo. Infine la storia e poi l’avanguardia. Impalpabili, comodi, e dal design unico, i capi della collezione firmata Miyake sono una garanzia di look riuscito, di eleganza ricercata.

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L'abito plissé di Balenciaga 2020

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Courtesy/Balenciaga

La collezione estiva che Demna Gvasalia ha disegnato per Balenciaga vede sfilare su un sfondo blu elettrico modelle e modelli i quali alternano look da sera a outfit dal gusto casual. Il punto focale è sulle spalle e sul busto. Tra le tante particolarità, come i bomber over e i minidress in rosa cicca, Gvsalia rende contemporaneo il concetto del plissettato, in particolare negli abiti, andando a enfatizzare, anche in questo caso, i punti spalla e vita. Per gli amanti degli anni ’80.

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