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Sostenibili, made in Italy, da scoprire: i brand di moda che ci rendono sempre più green

Scarti che diventano tessuti, cotone rigenerato, donne che ritrovano un lavoro e la dignità: quando la moda italiana diventa etica e sostenibile dà il meglio di sé.

Di Laila Bonazzi
tessuti sostenibili italianipinterest
Courtesy Fili Pari

Il primo mito da sfatare sulla moda italiana sostenibile sono i prezzi, che spesso sono in linea con quelli a cui siamo abituati. Se a volte sono leggermente più alti, bisogna considerare la durabilità dei capi, che sono di qualità e pronti a resistere al tempo e alle stagioni. Il secondo mito è da sfatare è la poca cura del design: chi vuole fare moda sostenibile ha capito che deve investire nel talento degli stilisti e nella bellezza dei prodotti. Per questo anche una polo in cotone rigenerato deve essere ben modellata, le stampe devono essere alla moda, i colori attuali e invitanti per quanto naturali ed ecologici. Il grande vantaggio dell'Italia è di avere sparsi sul territorio piccoli laboratori o aziende che sanno perfettamente il fatto loro, perché già producono per grandi marchi della moda, italiana e straniera. È il Made in Italy: una filiera unica, che resiste e tramanda le competenze di generazione in generazione.

Quello che questi 8 marchi di moda italiana sostenibile hanno aggiunto è l'attenzione ai tessuti (biologici, riciclati o rigenerati), alle lavorazioni a basso impatto ambientale, all'innovazione come modo per essere ancora più green, al fattore sociale, alla circolarità dei loro capi di abbigliamento. Le borse di Ecodream, per esempio, utilizzano materiali di scarto del distretto fiorentino, i maglioni di Rifò hanno sfruttato la tradizione di Prato per il riciclo dei tessuti, i vestiti di Progetto Quid sono ancora più piacevoli da indossare perché cuciti da donne che hanno ritrovato la dignità attraverso il lavoro. Ma anche un semplice paio di calze, come quelle di Arturo Stories, può insegnarci che rammendare è sempre meglio che cestinare. Ci sono poi stilisti come Tiziano Guardini che ormai da anni si dedica esclusivamente alla moda sostenibile di alto livello o marchi come Par.co Denim che è riuscito a farci indossare dei jeans senza sensi di colpa per l'impatto ambientale e l'alto consumo d'acqua.

1

Fili Pari: tutta la morbidezza del marmo

fili pari
Courtesy Fili Pari

Alice Zantedeschi e Francesca Pievani si conoscono sui banchi del Politecnico di Milano, dove scoprono l'amore per il marmo. Studiano un materiale innovativo, come una membrana, derivato proprio dalla polvere di marmo e ne fanno giacche, parka e abbigliamento impermeabile e antivento. Fili Pari è un marchio circolare perché usa gli scarti dell'industria di questa pietra: le colorazioni sono naturali e derivano dal tipo di marmo (bianco, rosso, verde, beige, grigio). Nella foto in apertura la giacca Ella; qui la giacca Thea.

2

Progetto Quid: dalla parte delle donne

progetto quid
Courtesy Progetto Quid/Gabriele Salzani

Anna Fiscale ha avuto un'idea semplice e geniale: coinvolgere i grandi marchi di moda italiana e i produttori tessili a darle le eccedenze. I tessuti che a loro non servono più sono la base su cui ha costruito l'impresa sociale Progetto Quid, che a Verona forma donne con un passato di fragilità (ma anche qualche uomo) per restituire loro la dignità e un lavoro. La collezione Italian Summer è un tributo ai luoghi più belli del nostro Paese: in foto l'abito Ponza. Il grande successo di Progetto Quid sta anche nel design sempre curato e alla moda e nei prezzi democratici.

3

Ecodream: il savoir faire toscano diventa eco

ecodream
Courtesy Ecodream

Nel distretto dove sono prodotte le borse di lusso, intorno a Firenze, Alessio Baldi e Mihaela Badan hanno pensato di sfruttare le competenze degli artigiani per creare accessori con scarti di tessuti e di pelle. Mettono attenzione anche nei dettagli, per esempio usando colle ecologiche. Il loro brand si chiama Ecodream (borse, zaini, portafogli) e sono tutti pezzi unici perché dipende dalla quantità dei materiali che riescono a recuperare di volta in volta. Hanno anche una linea totalmente vegan, senza alcun materiale di derivazione animale.

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4

Rifò: il riciclo dei tessuti è un'idea di Prato

rifò
Courtesy Rifò

Da secoli i "cenciaioli" di Prato si dedicano al riciclo di abiti e tessuti usati. Da qui è nata l'idea di Niccolò Cipriani. Un ragazzo pratese di 29 anni che, con il marchio Rifò, si è messo a produrre capi circolari e a km zero. Nascono così i maglioni in cashmere rigenerato, i pullover che derivano da vecchi jeans e, da poco, le polo in cotone rigenerato. Ogni polo è realizzata con un filato ricavato da 180 grammi di scarti di cotone, derivati da indumenti destinati a finire in discarica o nell’inceneritore, e 5 bottigliette di plastica che sono diventate poliestere riciclato.

5

Tiziano Guardini: l'etica incontra il design

tiziano guardini
Courtesy Tiziano Guardini

Tiziano Guardini è uno stilista ormai noto per essersi completamente votato alla sostenibilità delle sue creazioni. Ha vinto diversi premi ed è diventato un vero esperto di moda cruelty free. In collaborazione con Mantero ha creato una serie di capi realizzati in "Peace Silk", una seta non violenta che, a differenza di quella tradizionale, viene ricavata da bozzoli abbandonati dai bruchi una volta divenuti farfalle. Le stampe della collezione si ispirano al mito di Atlantide, tra coralli, creature marine e onde.

6

Par.co Denim: il jeans italiano parla green

parco denim
Courtesy Parco Denim

Il denim richiede una lavorazione particolarmente inquinante per il pianeta e ad alto consumo d'acqua. Matteo Parco di Par.co Denim produce nella zona di Bergamo jeans e capi in denim ecosostenibile. Scelgono fibre naturali come il cotone organico certificato o riciclato e hanno studiato lavorazioni a basso impatto ambientale, lavaggi ecologici e trattamenti senza prodotti chimici. L'attenzione per i dettagli fa sì che usino bottoni e rivetti senza nichel.

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7

Arturo Stories: l'eleganza sostenibile inizia dal basso

arturo stories
Courtesy Arturo Stories

Marta Taronna e Sarah Parisi sono due designer trentenni di Roma. Dopo aver lavorato insieme per vari marchi hanno deciso di dedicarsi alle calze, la loro grande passione. I calzini di Arturo Stories sono prodotti nel distretto di Brescia e sono tutti in materiali certificati (il cotone è lavorato in Italia e i fornitori sono membri della Better Cotton Initiative). Hanno scelto di puntare sull'alta qualità per creare un prodotto che dura nel tempo. E per dare il buon esempio, con ogni acquisto, spediscono ago e filo del colore giusto: per rammendare all'infinito le vostre calze del cuore.

8

Wuuls: dall'Abruzzo con amore

wuuls
Courtesy Wuuls

Due fratelli, Emanuela e Francesco Picchini, volevano realizzare un progetto di moda che parlasse del loro territorio. Per questo fondano Wuuls e iniziano a tessere maglioni con lane del Parco Nazionale del Gran Sasso, una pratica ormai quasi caduta in disuso. Scelgono quindi una materia prima organica senza fibre sintetiche e che viene trattata interamente al vegetale: questo rende i maglioni facilmente riciclabili, anche se il design senza tempo li rende adatti a essere indossati a lungo. In più, con Wuuls sostengono l'Associazione per la conservazione dell'orso marsicano.

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