I gioielli vintage da collezionare raccontano le storie di tutti noi
Bracciali, anelli, orecchi e persino bacio-a-mano, i monili d'epoca celano segreti e celebrano la bellezza del tempo che scorre.
Secondo Alberto Moravia “per una donna i corteggiatori sono come le collane e i bracciali, ornamenti di cui, se può, preferisce non disfarsi.” Ed è un bene, perché solo così i monili, con il tempo, si trasformano in gioielli vintage. Sono quelle creazioni che viaggiano negli anni, in grado di passare da nonna a madre e poi figlia. Oppure, decidono di apparire così, in modo casuale, nelle vetrine dei negozi, pronti a colpire l’occhio di un estranea, pronta a lasciarsi sedurre dal loro fascino. Tralasciando per un attimo quelli ereditati, di cui si conosce il retaggio, l’aspetto ancora più intrigante del bijou in sé è proprio la storia che si cela dietro. Un racconto che può avere dell’incredibile. Può capitare, ad esempio, di rimanere colpiti da un bracciale sul quale vi sono scritte delle frasi in una lingua sconosciuta, datato 1920. E parlando con colui o colei che l’hanno trovato, scoprire che quelle parole sono dei nomi o dei mantra, per proteggere colei che lo indosserà. Allora il gioiello d’epoca diventa ancora più speciale: custodisce un messaggio che nessuno è in grado di svelare. Solo il legittimo proprietario. Le maison di moda, crescendo, aggiungono negli anni la linea di gioielli couture, lasciando in eredità pezzi entrati nella storia, da avere assolutamente. Collaborano con artisti, come Claude Lalanne per Yves Saint Laurent, oppure con brand di gioielli unici: decenni fa Fendi scegli Pellini per interpretare i bijoux di una collezione pop. Riscopriamo i gioielli vintage, riveliamo il nostro fascino, non i nostri segreti.
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