In principio erano il cestino da pic nic, per la domenica, e la gavetta per gli operai. Da allora ne ha fatta di strada l’idea di creare contenitori appositi per rendere il cibo portatile (la “schiscetta”, come la chiama ancora qualcuno a Milano con un termine di memoria operaia) ma oggi una parola unica li definisce tutti nel mondo, così non ci si sbaglia: il lunch box. Il portapranzo è la sintesi dell’affetto che qualcuno, o noi stessi, ha dedicato nel preparaci/si qualcosa da sgranocchiare durante la tanto attesa pausa pranzo del lavoro, il momento comfort zone. Se il contenitore è anche bello, poi, si rinforza il concetto. Ma il lunch box ha anche una storia che è bello sentir raccontare.
Il lunch box è tradizionalmente nato per gli operai nella seconda metà dell'800 con la rivoluzione industriale, era fatto di metallo povero, in genere di latta, e spesso conteneva solo dei sandwich o un barattolo di zuppa e del pane. Il suo sdoganamento è iniziato però in quegli anni quando i figli degli operai, per imitare i papà, cominciarono a crearsi i loro mini lunch box per portare la merenda a scuola, ottenuti dalle scatole di metallo in cui si vendeva il tabacco.
Negli anni 70 il lunch box negli Stati Uniti era ormai un accessorio popolare, ancora di metallo, e i bambini lo sceglievano insieme all'astuccio e le matite e preferivano quelli con la stampa a fumetti, così mangiavano e leggevano. Ma uno dei primi veri lunch box per bambini risale al 1935 e aveva la forma di un autobus dai cui finestrini si affacciavano i personaggi Disney.
A mano a mano che il numero delle donne lavoratrici è cresciuto, il portapranzo è diventato un accessorio più pratico, meno spartano. Qualcuno ha provato a realizzarli inizialmente in vinile, come i dischi, per poterne fare di colorati e lucidi per le giovani donne. Ma si deformavano col calore, e addio anche a questo tentativo.
Come tante altre cose, il lunch box è poi diventato un oggetto in plastica, ma non era molto "healthy" perché cedeva bisfenolo A. Quelli di oggi sono realizzati in materiali sicuri, spesso alternativi. Uno di quelli che sta prendendo piede sempre di più è la fibra di bamboo. Ma la storia non è ancora finita, e mentre i designer producono lunch box sempre più attraenti, i fan del pranzo da casa, in parallelo, diventano sempre più creativi.