Languida, empatica, passionale, potente e decisamente felina. Diane, la cacciatrice, oggi sarà anche domata dalla maturità ma se uno vuole capire che cosa significa avere glamour, la signora ne è l’emblema indiscutibile. Storie e incontri ne fanno la leggenda di un’epoca: a 22 anni è diventata principessa, ha divorziato qualche anno dopo (ma sarà sempre grata a Egon von Fürstenberg per il nome e i due figli adorati) e si è data da fare a costruire un impero, partendo dal mitico wrap dress. Ha vissuto fasti ed eccessi degli anni 70, animato le notti dello Studio 54 con Bianca Jagger e le altre, dimostrato che una bella donna, quando è sveglia e sa cosa vuole, può ottenere molto (vedi l’appetibile lista di trofei, tra cui Richard Gere). Successo, declino e ritorno nel 1997: ha avuto due carriere nella moda e due con l’attuale marito (Barry Diller, il tycoon dei media, che aveva frequentato decadi prima).
Diane von Fürstenberg è chic senza sforzo, una seduttrice nata che non può fare a meno di toccarti mentre si racconta in perfetto italiano. Raggomitolata su un divano gioca con i piedi e ha uno sguardo radar su quello che avviene nella stanza (è a Milano a presentare il profumo Diane). Non parliamo delle controversie legate al calendario della moda (dal 2006 è presidente del Council of Fashion Designers of America), è la sua biografia a ispirare, e a far sognare, le donne di tutto il mondo. 100 domande possono bastare?
- Come si descriverebbe in poche parole? Curiosa, amante della vita, un po’ maga.
- Perché ha sempre voluto lavorare? Non sapevo quello che volevo fare, ma sapevo la donna che volevo essere. Lo sono diventata: chic e indipendente.
- A figli e nipoti racconta fiabe di principesse? Preferisco le storie vere, quelle private, di famiglia. Per cui in qualche modo anche di principesse, sì.
- Il wrap dress rende le donne più sexy? La storia di questo vestito è misteriosa, è diventato un classico senza che me ne rendessi conto. Ogni generazione se ne innamora, è semplice, ma rende belle tutte.
- È vero che è senza zip per non svegliare un uomo quando si scivola via al mattino? L’avevo detto perché si toglie e si mette senza fare rumore!
- Ha fatto aspettare suo marito per 25 anni? 26! Lo so perché mi ha dato 26 anelli per tutti gli anni che non siamo stati sposati. È un marito meraviglioso. Ero giovane e avevo bisogno di altro, non mi sono resa conto e lo davo per scontato.
- Icone di stile indiscutibili? Marlene Dietrich o Jackie Kennedy, non ci sono dubbi.
- E quelle sottovalutate? Tante donne non famose. Quelle celebri a volte non hanno stile.
- Indossa ancora costumi da bagno invece della lingerie? (Mi fa vedere: intero, nero).
- Lei è la prima ad avere reso la moda democratica. La sua visione è cambiata? No!
- Cosa significa democratico oggi? Il mondo è confuso. Abbiamo bisogno di idee nuove.
- Hillary Clinton sarebbe stata meglio di Obama? Io ero per lei, più la conosco più l’ammiro. È formidabile e penso sarebbe riuscita a fare di più.
- Chi le manca degli amici degli anni 70? Prima di tutto Egon (von Fürstenberg).
- La New York di allora o quella di oggi? Ha sempre tanta energia ed è molto bella. La differenza, quella vera, era che non c’era l’Aids. Ha cambiato tutto.
- Si sente più americana o europea? Ho un’educazione europea, sono arrivata a New York a 22 anni, ma nel business sono pragmatica come gli americani.
- Fa parte dell’élite, ma pensa sempre alle donne normali. Come si sente? Adoro perdermi tra la folla. Non amo i club, mi piace mescolarmi.
- Cos’ha di speciale il suo nuovo profumo? Ci ho messo tutta la mia passione, quello che amo, la saggezza, l’esperienza e i miei segreti di seduzione.
- Diverso rispetto a “Tatiana” che lanciò nel 1975? Era un “colpo di cuore”, un profumo fresco. Con questo voglio creare un classico, qualcosa che rimanga dopo di me.
- Cosa pensa dell’Italia? Il più bel paese del mondo, la culla della civiltà. Con un popolo meraviglioso e un governo di merda (ride).
- Che cosa le fa dire: che bella questa donna? La sua allure, il modo di essere.
- Tanti premi e onori. Quale le ha fatto più piacere? A volte quelli piccoli. Ma mi ha reso felice rappresentare il Belgio per il Bicentenario di New York, nel 1986. Eravamo 86 persone famose arrivate da altri paesi, tra cui Barishnikov.
- Ha vissuto amori perfetti? Lo sono tutti, per alcuni momenti.
- L’espressione che ama di più? I love you.
- E quella che non sopporta? I hate it.
- Dove si va quando si muore? Non so dove si vada però penso sia importante lasciare qualcosa: figli, nipoti, cose fatte, idee.
- A quale generazione si è sentita più vicina? Alle donne di tutte le età. Mi sono realizzata nella moda e ho dato alle altre gli utensili per farlo. La mia missione è dare potere alle donne. Con il lavoro, i discorsi nelle università, la filantropia.
- Che rapporto ha con la chirurgia estetica? Ho preso la decisione di non utilizzarla, ma c’è chi mi guarda per capire se ho fatto qualcosa. Ho paura, mi renderebbe insicura e non ne ho voglia. Non dico non lo farò mai, ma ormai a 64 anni…
- Oltre ai geni buoni, come si mantiene così bene? Con una certa elasticità del corpo e della mente.
- Essere belle è un dono o una condanna? Un dono, ma non bisogna crederci troppo, non rimane. È un pericolo per chi è molto bello da piccolo, non è il mio caso, non mi vedevo così.
- Cosa significa fare parte del jetset? Una che prende tanti jet? Allora lo sono di sicuro! (ride) Sono entrata in un mondo in cui all’inizio mi domandavo: come fa la gente a conoscersi? Ma io, più che altro, ho fatto parte della mia epoca.
- Soffre di nostalgia? Sono due parole che per me non vanno insieme, ma mi piace ripensare a certe cose. Ieri, per esempio, arrivando a Milano mi è venuto in mente che sono svenuta in piazza San Babila e ho scoperto che ero incinta di mio figlio.
- A chi racconta i suoi segreti? Non ne ho. Sono aperta, mi puoi chiedere di tutto e rispondo. Eppure mia madre diceva: parli, racconti, ma in fondo sei privata. La grandissima complicità ce l’ho con me stessa.
- Le ragazze stanno progredendo o si torna indietro? Il femminismo va e viene. Certi reality televisivi puntano sul corpo e rendono la donna un oggetto. Le giovani non hanno capito quello che abbiamo fatto per emanciparci. In certi paesi la situazione è drammatica, ma è proprio dove le donne sono sottomesse che sono più forti.
- Per cosa ringrazia la tecnologia? L’adoro perché mi permette di fare tante cose senza parlare, però è la causa della perdita di milioni di posti di lavoro.
- Ha più amiche donne o maschi? Tutti e due.
- Se riscrivesse la sua biografia sarebbe diversa? Non si possono rifare le cose, ma non vorrei cambiare niente.
- Ha fiducia nell’umanità? Sì, anche se a volte è stupida o pazza. Mia madre, nonostante tutto (è stata ad Auschwitz), mi ha insegnato ad averne sempre.
- Un libro che consiglierebbe a tutti? Il piccolo principe.
- Con quale politico vorrebbe andare a cena? Nessuno! Mi sarebbe piaciuto conoscere Winston Churchill, ma ora…
- Cosa pensa dei politici che vanno a cena con le ragazze? Odio Berlusconi, non so come abbiate fatto a votarlo. È terribile e lo è sempre stato.
- Un mito tra i creatori di moda? Coco Chanel.
- Il designer più simpatico? Valentino?
- Le sfilate hanno ancora senso? Ce l’hanno più di prima. Ruotano intorno all’immagine, alle foto, si crea un’atmosfera.
- Si fa domande sulla sostenibilità della moda? È sempre esistita ed è un’industria enorme che dà tantissimo lavoro. Quindi è molto importante.
- Lo shopping continuo ha senso? La verità è che non abbiamo bisogno di niente. Ci basta pochissimo, ma questo è il mondo di oggi. E non credo che la moda sia la cosa peggiore.
- Chi le piace tra i giovani stilisti? In America non risponderei: sono presidente della camera della moda e non è gentile. Ma trovo che quelle con più talento siano le Rodarte.
- Cos’altro vorrebbe disegnare? Ormai mi diverto, mi piace inventare. Come la borsa in cui puoi inserire l’iPad. Carina, no?
- Cosa è sexy oggi? Non uso più questa parola. Preferisco seducente, è più misteriosa.
- Come reagisce di fronte a chi parla di ex belle donne? Ma che espressione assurda!
- Per cosa benedice l’età e rimpiange la giovinezza? L’età è vita. E visto che non vuoi negare la vita, non puoi negare l’età. La giovinezza è tutta un’altra cosa, è freschezza. A me però non piaceva essere fresca. Non lo prendevo per complimento, volevo essere donna.
- Per cosa vale la pena vivere? Per la vita, la natura. Dura poco ma è straordinaria.
- Sempre in viaggio, verso dove? Mi piace l’idea di partire, da sola con la mia piccola valigia. Mi fa sentire libera. Il viaggio è metafora della vita. Io e mio marito abbiamo una bellissima barca, fa il giro del mondo e andiamo in un sacco di posti.
- Come cambia il sesso con l’età? Beh, uno si calma, meno male. Il problema di certi vecchi è il Viagra, una delle invenzioni peggiori, è un’assurdità.
- Si è mai innamorata di un uomo povero? Tantissime volte! Quasi sempre, veramente. Anche mio marito, quando l’ho conosciuto non era ricco.
- La sua foto più bella? Le foto non ti piacciono mai quando le fai, devi aspettare dieci anni per apprezzarle.
- Come madre, di cosa è più orgogliosa? Adoro i miei figli, ne sono molto fiera. Li ho avuti quando ero molto giovane e ora che sono genitori mi riempie di gioia vedere che hanno recepito quello che gli ho insegnato.
- Come è riuscita a creare una famiglia allargata? Se amo qualcuno lo amerò per sempre.
- È vero che ha aiutato Lapo Elkann nei suoi momenti bui? (pausa) Ha vissuto con me per tre mesi dopo i suoi problemi.
- Cosa le dice la gente per strada? Ricevo tantissimo amore, complicità. Mi ringraziano di averli ispirati, è la cosa più bella che potevo sperare.
- Ce la farebbe a vivere un mese con un salario minimo? Ma certo che ce la farei!
- A cosa non riuscirebbe a rinunciare? Niente di materiale. Non potrei fare a meno di parlare con i miei figli.
- Chi è un eroe? Penso alle donne di Vital Voices che sostengo. Hanno storie tragiche, ma sono fortissime.
- Istinto o ragione? Prima l’istinto, poi la ragione.
- Chi potrebbe impersonarla in un film sulla sua vita? Amerei Julia Roberts o Marion Cotillard.
- Nel business si è comportata come un uomo? Ho sempre detto che volevo avere una vita da uomo in un corpo di donna. E ci sono riuscita completamente.
- Tra quelle disegnate qual è la sua stampa preferita? Quelle vintage, le prime.
- L’oggetto della sua casa a cui è più attaccata? I tavoli. Sono la mia passione. Ci lavoro, scrivo, ricevo...
- Cosa pensa del matrimonio? Pensavo non fosse importante, eppure mi sono sposata due volte. Adesso sono contenta, ma per anni non ho mai detto “mio marito”. Il matrimonio è una conseguenza, non un obiettivo.
- Ha senso che i gay vogliano sposarsi? Non ho mai fatto differenza tra gay e non gay, però all’inizio non ero a favore. Idiota da parte mia, perché no?
- A chi o cosa è fedele? A me stessa. È fondamentale esserlo.
- Qual è la bellezza dell’imperfezione? La bellezza. Che è bella nelle sue imperfezioni.
- Cosa pensa delle giovani socialite di oggi? Sono carine e ci sono in ogni generazione. Mi piace molto Charlotte Casiraghi, è bellissima, si dà da fare. Ma anche Beatrice Borromeo è una ragazza intelligentissima.
- Cosa l’ha colpita della nuova Cina? Ne sono pazza, se fossi giovane vorrei vivere lì, c’è tanta energia e una cultura antica. Certo, il cinese è molto individualista, non è come il giapponese che segue le regole. Pensiamoci: sono un miliardo e mezzo!
- La paura più grande? La paura ti rovina, ma temo che i miei figli o nipoti non stiano bene.
- Qualche anno fa ha superato lei una brutta malattia? Sì, e ho imparato compassione, umiltà e il potere che uno ha su se stesso. Un po’ funziona.
- Quanto tempo passa con suo marito in una settimana? Non viviamo insieme però ci vediamo sempre il weekend e in vacanza. Siamo molto vicini.
- Differenza tra moda italiana e americana? Sono simili, perché sono industriali. La moda è la moda!
- La decade migliore della sua vita? Gli anni 70 e adesso.
- Com’è vivere una vita “firmata”? Bello. Dire il contrario sarebbe una grande ingratitudine. Io sto bene e ho una vera relazione con me stessa. Questa è mia forza più grande.
- Voleva diventare come Elizabeth Arden, Estée Lauder e Helena Rubinstein. C’è riuscita? In un certo senso sì.
- La copertina a cui tiene di più? Quella di Newsweek, ma anche Interview.
- Se fosse rimasta sposata sarebbe stata una madre meno attenta? Sì, non vale soltanto per me, i genitori diventano migliori quando si separano.
- I figli maschi sposano donne simili alle loro mamme? Alex è sempre stato con ragazze completamente diverse da me. Ma ora è finito con una che è uguale, sono insieme da nove anni.
- Qual è il miglior consiglio ricevuto dai suoi figli? Non mi danno consigli di vita, ma rassicurazioni sul lavoro. Alex mi dice di fare quello che mi rende felice e Tatiana mi ripete “non dimenticare di essere te stessa”.
- Come avete vissuto la religione lei e i suoi figli? Ho capito di essere ebrea a dieci anni, dopo la guerra non se ne parlava, e sono diventata consapevole verso i 30- 35 anni. Non pensavo fosse importante per i miei figli, ma tutti e due all’università hanno scelto un corso di letteratura ebraica e mi ha stupito moltissimo. Quando ho raccontato a mia nipote Talita la storia di mia madre è rimasta colpita. L’ha detto a tutti e ogni volta peggiorava il racconto!
- È una di quelle donne che si adatta all’uomo con cui sta? Faccio finta di cambiare, magari nell’aspetto fisico. Ma il modo di essere non cambia mai.
- Egon von Fürstenberg, Jas Gawronsky, Alain Elkann: cos’hanno di speciale gli uomini del clan Agnelli? Gianni l’Avvocato era un signore che conoscevo, poi uno zio, il migliore amico di Jas, il suocero di Alain... I tre erano completamente diversi: l’unica cosa che hanno avuto in comune sono io.
- Meglio non aspettarsi niente dagli uomini? Ho sempre avuto buone relazioni. Ti tradiscono, certo, ma fare le corna è un tradimento forte? Siamo animali diversi. Mia madre lo spiegava benissimo, quando parlava degli uomini diceva: poveri…
- Quanto ha giocato la seduzione per lei? Non l’ho giocata, l’ho vissuta. Il gioco è manipolatore, io ho sedotto, ma mi sono lasciata sedurre.
- Ha vissuto la rivoluzione sessuale, qualcosa è andato storto? Beh, c’è stato l’Aids.
- Ha rotto dei tabù. Quale non ha infranto? Ho realizzato la mia libertà in modi diversi. Ho avuto la fortuna di avere la testa e il corpo, dove, come e da chi sono nata, gli incontri, aver saputo aprire le porte, sfruttato le opportunità.
- Negli anni 80 ha vissuto a Bali. “Eat, Pray, Love” era un déja vu? Sì, ma era così banale. Una cartolina...
- L’hanno definita il nome femminile più commerciabile dai tempi di Chanel? L’hanno detto quando avevo 28 anni!
- Ha voluto tirare fuori il meglio delle donne, ci è riuscita? Non è una questione di vestiti e di makeup. Adesso so che posso dare una spinta interiore, ma è l’esperienza che ti dà la sicurezza.
- Meglio la passione o l’intimità? Adoro l’intimità, la cerco con tutti, è l’unico modo per aver un rapporto vero. Odio le conversazioni superficiali, le trovo inutili. La passione, invece, è un’altra cosa...
- Ha fatto pace con i suoi capelli ricci? Sì!
- Cosa è rimasto in lei della ragazza belga frustrata? Non mi sono dimenticata come mi sentivo e sono sempre la stessa. Allora pensavo “vi farò vedere”. Mio padre aveva una decappottabile e a 8-10 anni invece di sedermi normalmente mi mettevo in ginocchio. Così gli altri pensavano che fossi più grande!
- Perché lo Studio 54 è diventato l’icona di un tempo? Era il più bel club del mondo. Bella la gente e molto divertente.
- Un gioiello per marcare l’inizio di ogni nuova vita. Qual è l’ultimo che si è regalata? Non lo indosso oggi. L’ho preso in Turchia. I gioielli, lo ammetto, sono la mia debolezza.
- Cosa si dice allo specchio la sera? Mi faccio l’occhiolino.