Pétrus, Savoy Grill e Lucky Cat. Sono i nomi dei tre ristoranti più frequentati a Londra, sono i nomi dei ristoranti che hanno vissuto della luce delle stelle Michelin da cui erano illuminati, sono i nomi dei ristoranti di Gordon Ramsay che oggi lo chef della tv ha deciso di chiudere. Stop alle cloche, alle prenotazioni, ai contratti di lavoro. Chef Gordon Ramsay licenzia tutte le sue brigate, è la notizia che sta circolando insieme alla news riguardante la positività al Coronavirus di Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito che oggi fa parlare di sé, più del solito cioè. Con una lettera di rescissione del contratto lavorativo è così che Gordon Ramsay licenzia i suoi dipendenti, dopo che al personale era stato consigliato di spendersi in progetti di beneficenza online.

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“Un gigantesco grazie al nostro sorprendente personale per la passione e il supporto. Spero di cuore che torneremo presto insieme”, scriveva solo lo scorso 21 marzo su Instagram Gordon Ramsay al suo team di lavoro. Dopo soli 6 giorni, però, le cose in casa dello “chef del diavolo” sono cambiate, e non poco, rovinosamente verrebbe da pensare. La crisi della ristorazione, dovuta alla chiusura o al profondo rallentamento delle attività a causa dell’emergenza Coronavirus in tutto il mondo, ha avuto ripercussioni fortissime non solo nelle piccole e medie realtà, ma è riuscita anche a spodestare dal suo trono infiammato, il diavolo della cucina?