In aula a settembre, ma distanziati. Doppi turni sì, no, forse. Didattica online da organizzare meglio e implementare. Mentre le autorità scolastiche sono alle prese con i mille rebus della riapertura, i ragazzi ci raccontano la loro visione di una scuola ideale. Sorpresa: l’insegnamento ne esce «quasi» promosso, e c’è molta voglia di tornare in classe. Quello che invece vorrebbero i giovani alunni sono programmi più focalizzati su una società thi-tech. E più autonomia decisionale: specie in mensa! Ecco i loro suggerimenti da “addetti ai lavori”.

Massimo, 9 anni, inizia la 5ª elementare

«La mia aula come è adesso in fondo non mi dispiace, terrei i banchi come sono, con i miei compagni a fianco e la maestra che spiega in cattedra. Eliminerei invece tutti i libri e i quaderni che bisogna portarsi da casa, pesano davvero troppo, vorrei che fossero sostituiti da un portatile o un tablet, non sarebbe tutto più agile? Un’altra cosa: non bisognerebbe mai andare a scuola nel fine settimana, e sabato e domenica dovrebbero essere senza compiti a casa. Non si dovrebbero superare le sei ore di lezione e nel programma introdurrei corsi di coding, kawaii e manga, per imparare a disegnare i cartoon. Ma la vera rivoluzione la farei in mensa, vorrrei poter scegliere il menù personalmente: basta con le verdure insipide e la frutta quasi acerba, con le banane che hanno lo stesso sapore delle mele! Certo, la pizza per fortuna c’è ancora, ma ripristiniamo subito le lasagne: ultimamente erano state sostituite con i peperoni ripieni. Un bel peggioramento».

Eleonora, 10 anni, va in 5ª

«L’edificio è abbastanza normale, ma nella mia scuola all’esterno vorrei più natura, grandi spazi verdi con più erba. Da quest’anno durante le lezioni di musica inizieremo a usare gli strumenti, chitarra o piano, forse si poteva iniziare anche prima. Quello che vorrei più di tutto è che a scuola imparassimo a utilizzare il computer con un uso più creativo rispetto a trovare solo dei dati, vorrei imparare a fare i collage o altre attività artistiche con programmi grafici speciali. E che venisse data a noi ragazzi più libertà di scelta su cosa studiare: magari non in prima o seconda, ma dagli otto anni si dovrebbe poter scegliere anche la lingua straniera, per esempio il tedesco o l’olandese. Mi piacerebbe che a scuola ci fosse la piscina, e il campo di pallavolo da allestire al momento. Bisognerebbe poter imparare anche sport diversi, io vorrei fare scherma. E poi organizzerei molte gite scolastiche, almeno una ogni tre mesi: magari in città d’arte, dove puoi imparare cose nuove ma ti puoi anche divertire».

Daria, 9 anni, va in 5ª

«Vorrei che l’architettura della scuola assomigliasse a una scuderia e che si facesse lezione accanto ai cavalli: io adoro l’equitazione! Vorrei anche che si studiassero di più le lingue straniere, come il francese e lo spagnolo, e che fosse dedicato più tempo alle materie creative, come il disegno. Tornare in aula non mi dispiace, ma solo perché così posso stare con i miei compagni. Per il resto, con le lezioni on-line si perde molto meno tempo, al computer io riesco a concentrarmi meglio e alla fine sono più libera di fare altro».

Jacopo, 8 anni, va in 4ª

«Meglio andare in classe che studiare da casa: per incontrare i compagni, ma anche perché si capiscono meglio le lezioni. Io frequento la scuola innovativa, è una scuola pubblica ma ha dei programmi un po’ diversi. Ha anche dei giardini molto grandi e degli spazi dove vivono gli animali, ci sono pavoni e pavonette, galli e galline. Abbiamo assistito alla schiusa delle uova e abbiamo visto nascere i pulcini: ecco, metterei in tutti i programmi scolastici esperienze di questo tipo, perché fare lezioni di scienze dal vivo è molto più divertente che farlo sui libri. Farei anche più ore di disegno, ma soprattutto basta compiti a casa, soprattutto quando si è in vacanza. Nella mia classe si alternano sette insegnanti diverse, sono tutte donne, solo in prima avevamo un maestro di musica maschio, ma poi se ne è andato. Però per me non fa nessuna differenza, maschio o femmina è lo stesso»

Bruno, 14 anni, ha finito quest’anno le medie

«La presenza in classe è fondamentale, l’ho capito dopo il lockdown. L’esperienza delle lezioni online mi ha stimolato per qualche settimana, ma poi mi è sembrata ripetitiva e statica. L’ideale sarebbe un’alternanza tra le due didattiche, ma almeno per adesso la vedo dura. Certo, qualche computer in più in classe aiuterebbe, almeno uno ogni due studenti. Ho avuto l’opportunità di fare le medie in una scuola bilingue, dove le lezioni si tenevano in inglese. Ora lo parlo senza problemi, e credo che in tutti i programmi scolastici bisognerebbe aumentare lo studio delle lingue straniere, specie quelle molto diffuse come l’inglese o lo spagnolo. Magari allargando con film e documentari anche la conoscenza della vita e della cultura in altri paesi, che è sempre una cosa affascinante»

Carolina, 9 anni, va in 5ª

«È un po’ vecchiotta la mia scuola, avrebbe proprio bisogno di una ripulita, vorrei che le aule fossero più moderne e accoglienti. In palestra lo scorso inverno non funzionava il riscaldamento e non abbiamo nemmeno potuto fare le ore di scienza motoria. Il programma scolastico secondo me va abbastanza bene, la rotazione di quattro maestre anche, ma darei più spazio alle materie artistiche: se uno da grande vuole fare un lavoro creativo, perché la scuola non glielo insegna? Vorrei anche che il cibo fosse più accurato e di qualità: per esempio metterei in mensa, tagliolini al pesto con i pomodorini e per dessert una coppa di gelato con i frutti di bosco freschi. Spero di tornare in classe e ritrovare i compagni al più presto, ma vorrei che cambiasse la disposizione dei banchi, mi piacerebbe che fossero disposti a gruppi di 4 o a ferro di cavallo, ma poi dovremmo essere noi bambini a decidere chi vogliamo vicino. Sapete cosa mi manca di più della scuola? Le sgridate della maestra Daniela: a volte urla così forte che perde la voce. Del resto ha ragione, noi chiacchieriamo SEMPRE!»

Luca, 13 anni, inizia la 3ª media

«Bene l’educazione civica entrata in programma, per spiegare a tutti come ci si deve comportare senza nuocere a chi ci sta attorno, specie in situazioni d’emergenza come quella del Covid. Stessa cosa per l’ambiente, dovrebbero insegnarci ad averne più cura. Studiare online va bene, ma direi che sono stati alcuni docenti ad avere più problemi con app e programmi virtuali, forse è necessario fare più formazione e dare loro gli strumenti digitali necessari. Per non lasciare tutti troppe ore davanti a un computer, si potrebbe pensare anche a lezioni all’aperto, nei giardini, magari a gruppi che si alternano. Noi in classe siamo in 18, un buon numero, ma per esempio durante l’ora di musica siamo in 27, davvero troppi: tanto è vero che per problemi di spazio ai corsi di chitarra e piano si sono potuti iscrivere in pochi. Invece ci dovrebbe essere posto per tutti. Chissà, magari si potrebbero organizzare anche cicli di lezioni a tema, da frequentare iscrivendosi, in modo che non ci sia l’obbligo della classe fissa. A me non dispiacerebbe neanche rimanere a scuola di pomeriggio, ma solo per attività ricreative: perché non fare, per esempio, un campo di calcio in ogni scuola, formando una propria squadra, o addirittura un campionato degli alunni? Così potremmo giocare in tutta sicurezza».