Michael Hutchence degli Inxs: un nome che negli ex ragazzi degli anni 80
e 90 può suscitare emozioni, e anche una lacrimuccia. Soprattutto oggi
che ci sono importanti novità su di lui, e sulla sua tragica, misteriosa
morte, dopo che in una cassetta di sicurezza sono stati ritrovati
oggetti personali e un foglio scritto la notte della sua morte, che
potrebbero fare chiarezza sulla sua fine. Della morte di Michael Hutchence
non si è mai completamente capito tutto dato che l’unica (presunta)
testimone del decesso, se c’è stata, non si è mai saputo chi fosse. Ma
anche le generazioni più recenti hanno diritto di scoprire chi è Michael Hutchence, celebrato ora da un accuratissimo documentario diretto da Richard Lowenstein, Michael Hutchence: The Last Rockstar,
con cui a 20 anni esatti dalla sua scomparsa si spera di svelare
qualche mistero, ma anche di spiegare il suo ruolo di “prototipo” per artisti poliedrici come Jared Leto,
che oggi è la sua versione migliorata. La dimostrazione che si può
essere belli e maledetti senza vivere come se stessi sempre guidando un
treno dritto contro un muro.

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Michael Hutchence, nato nel 1960, era il cantante del gruppo degli Inxs (una contrazione dell’espressione inglese che significava “in eccesso”, riferito al numero di membri della band, decisamente troppi). Anche se la famiglia Hutchence è di origine irlandese, Michael e gli Inxs erano una delle testimonianze più rappresentative dell’ondata di musicisti australiani nuovi di zecca. Infatti la fidanzatina di Michael, in quel periodo, è australiana anche lei fino al midollo: l’esordiente e giovanissima Kylie Minogue. Sin dalla prima apparizione Michael, nonostante la pelle del viso non proprio perfetta, si fa la reputazione del rubacuori grazie a un mix di riccioli ribelli, look da macho, voce sensuale e movenze ambigue (come da scuola di Jim Morrison). Il gruppo degli Inxs, composto dai tre fratelli Farris, e da altri quattro membri, compreso Michael, sono famosi solo in patria fino al 1985, quando esce il primo album di successo internazionale, Listen Like Thieves. Il loro brano più celebre, Need you tonight è invece contenuto nell’album Kick. Gli Inxs saranno anche ospiti a Sanremo, nel 1988, e quando a Michael viene chiesto sul palco cosa ha trovato di interessante a Sanremo, dichiara sornione: “More fun e more sex”.

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Michael Hutchence con Kylie Minogue

Michael Hutchence recita anche in qualche film, mentre intrattiene una relazione dopo l’altra con donne bellissime (la Minogue è ormai lontana). Ma il colpo di scena sentimentale si manifesta quando ruba – letteralmente - la moglie a Bob Geldof. Geldof in quel periodo è più popolare di un santo. Tutto il mondo ha comprato una o due copie del 45 giri Do They Know It’s Christmas, il disco corale di beneficenza delle popstar inglesi riunite su sua iniziativa, per mandare il ricavato in Etiopia. Sua moglie, Paula Yates, è la conduttrice inglese più famosa del momento, intervista i suoi ospiti in un letto o in posti assurdi come una barchetta al largo. In Italia i suoi programmi come The Tube sono trasmessi da Videomusic, sottotitolati. Quando si mettono insieme, Paula è ancora sposata con Geldof, con cui ha tre figli, Michael ha una relazione con la top model Helena Christensen.

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Paula Yates e Michael Hutchence si sono conosciuti durante un’intervista e per un po’ hanno tenuto nascosta la loro storia. Quando escono allo scoperto, Michael non disdegna di darle di santa ragione a qualcuno dei paparazzi che li perseguitano. Ma sono una coppia con qualcosa di oscuro, indecifrabile. Si dice che bevano molto e che si droghino insieme. Che si distruggano a vicenda. Forse, entrambi, sono anche depressi. Insieme fanno una figlia e le impongono un nome interminabile, Heavenly Hiraani Tiger Lily Hutchence. La produzione musicale degli Inxs rallenta e solo dopo un lungo periodo di inattività nel 1997 esce il decimo album, Elegantly Wasted. La band riparte per un tour. Paula non può seguire il suo uomo perché è in trattativa con Geldof per la custodia dei bambini. Siamo al capolinea.

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La mattina del 22 novembre 1997 Michael Hutchence viene trovato morto nella sua camera d’albergo del Ritz-Carlton Hotel a Sydney, Double Bay. Si è tolto la vita impiccandosi a 37 anni, e il coroner scriverà nel referto che si è trattato di suicidio dovuto a uno stato depressivo acutizzato da droga e alcol. Michael aveva trascorso la serata con un’ex fidanzata e il suo nuovo compagno, e la mattina aveva parlato al telefono sia con Paula Yates che con l’ex marito di lei, Bob Geldof. L’ultima telefonata serale, una volta rimasto solo, è stata al suo manager al quale ha lasciato un messaggio in segreteria: “ne ho abbastanza”. Mesi dopo la sua scomparsa si affaccerà anche l’ipotesi che non fosse davvero solo in camera, al momento del decesso, ma con una prostituta con cui stava praticando un gioco erotico di soffocamento, finito male. Paula Yates lo seguirà tre anni dopo, uccisa da un’overdose di eroina. Secondo gli amici, non si è mai ripresa dalla morte di Michael. Nel 2014, come per una maledizione, morirà anche una delle figlie avute con Geldof, Peaches.

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Michael Hutchence con Paula Yates

A 20 anni dalla morte di Michael Hutchence il documentario di Channel Seven, che verrà diffuso a novembre, mese della scomparsa, mostrerà, oltre a interessanti testimonianze di amici che hanno deciso di vuotare il sacco, foto e video privati inedite e altri oggetti interessanti ritrovati anni dopo in un container di sicurezza, che potrebbero fare un po’ di chiarezza sulle ultime ore del cantante e attore. In particolare, un foglio scritto a mano con quello che potrebbe essere uno sfogo personale, che conferma il suo stato d’animo precario, o il testo di una canzone nuova. O entrambe le cose. La traduzione dell’appunto è più o meno: “guarda che casino stai combinando, guarda che disastro è la tua faccia, tutta l’amarezza ha iniziato a uscire fuori, cinque anni che nessuno ascolta, solo un altro cuore da…” e poi una parola che dallo spot del documentario non è chiara. Intanto, il trailer è già una fitta al cuore: la colonna sonora che lo accompagna è Save Me From Myself, una canzone postuma dell’album solista di Michael Huchence pubblicato due anni dopo il decesso. Un appello giunto fin troppo tardi.

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