“Il mio sudato consiglio: non andare mai in ascensore da sola con Terry Gilliam”. È bastato questo cinguettio di Ellen Barkin sul Twitter ufficiale a rimpinguare la lista dei nomi dei molestatori potenti di Hollywood emersi col #metooe in Italia, seppure in maniera meno aperta, con #quellavoltache). L’accusa arriva da parte di una di quelle attrici che abbiamo visto sparire dal grande schermo per ricomparire, caparbia e sempre di talento, su quello piccolo per una serie tv apprezzata in USA (per ora solo lì: si intitola Animal Kingdom). Ma che è una nuova pietra contro un vetro ampiamente incrinato di cui restano sempre meno pezzi attaccati. Ellen Barkin che parla di Terry Gilliam su Twitter, incalzata da Annabella Sciorra, è LA pietrata che mostra l’ennesimo sommerso. Andiamo con ordine all'indietro e poi avanti veloce: Terry Gilliam che sminuisce il movimento di denuncia inarrestabile da ottobre scorso, continuando a difendere Harvey Weinstein e definendo le denunce delle donne "sciocche e semplicistiche". Ellen Barkin che risponde senza mezzi termini, lei che con il regista ci ha lavorato a Paura e delirio a Las Vegas, nel 1998. “Questa intervista mi fa rivoltare lo stomaco. Terry Gilliam è l’ultima persona che può permettersi di parlare male di un movimento che cerca di proteggere le donne dagli uomini violenti”. Il tweet di Ellen Barkin fa capire tanto, troppo, ancora una volta, degli abusi di potere a Hollywood. E suo malgrado riporta fortunatamente l’attenzione verso un’attrice che è stata troppo ingiustamente messa da parte, cosa che ci ha fatto una rabbia sorda perché un talento così ironico, brillante e adamantino si è visto raramente a Hollywood. Blake Edwards, uno che di talenti da commedia fatta bene ne conosceva parecchi, disse della biondissima Ellen che era tipo un bullo emotivo. “È molto sospettosa delle persone. È una guerriera di strada, complessa, molto sexy. C’è anche una bambina impaurita lì dentro, è da questo che viene la mancanza di fiducia” spiegò. Lei che aveva le movenze di un gatto un po’ selvatico catturato per distrazione (del gatto, ovviamente). E che non lasciava a nessuno lo spazio per inserirsi nel suo privato privatissimo.

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Ellen Barkin con il marito Gabriel Byrne agli Oscar 1994

Ellen Barkin biografia (di un talento). Nasce nel 1954 nel Bronx, profondità di New York, in una famiglia di discendenza ebrea polacca e di modestissime origini. Sin da piccola mostra un carattere deciso, le mezze misure non hanno molto spazio. Ellen Barkin è indomita, una ribelle nata e non per il gusto di provocare, ma perché quello che è ingiusto è contro le sue convinzioni. Capelli biondi, gambe infinite, portamento spiccio ma magnetico, Ellen Barkin ai film al cinema ci arriva tardi e dopo dieci anni di studio della recitazione. Perché all’inizio, insomma, non era considerata la bomba sexy e ironica che divenne la sua "maschera" hollywoodiana. Era troppo normale per piacere a registi e produttori, Ellen Barkin, e troppo intelligente (con tanto di due lauree in storia e in drammaturgia teatrale, tanto da pensare per un breve periodo all’insegnamento) per essere accettata sui set. Studiò dieci anni all’Actor’s Studio pur di ottenere qualche audizione, ma il successo arrivò relativamente tardi: nel 1982 è in A cena con gli amici di Barry Levinson, un piccolo film che le porta un po’ di fama, ma continua a recitare in pellicole minori, poi diventate di culto come Daunbailò di Jim Jarmusch e La contropartita del 1988 con Morgan Freeman e Andy Garcia.

Il suo volto con il naso a patata e gli occhi vispi inizia ad essere riconosciuto ovunque. È accanto ad Al Pacino in Seduzione pericolosa del 1989, dove ribalta lo stereotipo dell’uomo potente interpretando una delle donne più fatali del cinema recente. Il film è un successo internazionale e finalmente anche il gossip si accorge di lei, tanto che viene indicata, negli anni 90, una non facile con cui lavorare: tutti, persino lei, ricordano il titolone del New York Times “Ellen Barkin è difficile o è solo una prima donna?” e la definizione “la signora ha un po’ un problema di carattere”. Solo perché non ha mai avuto, lei sì, problemi ad ammettere cosa le piacesse e cosa no: sceneggiatori, registi e produttori hanno male accolto, sempre, le sue osservazioni. “Avere un’opinione e sostenerla -se sei un uomo come Nick Nolte, Al Pacino o Robert De Niro, significa essere supertalentuosi e molto coinvolti. Se sei una donna, significa che sei difficile”. Parole sante. Figuriamoci come prende la stampa scandalistica che inizia a starle addosso per via del matrimonio con Gabriel Byrne, attore irlandese, e della gravidanza del figlio Jack. Ellen Barkin scappa in Irlanda, dove vive per qualche tempo fino alla nascita della seconda figlia Romy Marion.

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Ellen Barkin con Johnny Depp all’epoca della loro relazione

Nel 1993 il matrimonio con Byrne naufraga ma i due restano in ottimi rapporti, tanto che divorziano solo sei anni più tardi. E nel frattempo, di Ellen Barkin si accorgono tutti: anche Johnny Depp. È il 1994, epoca del momento d’oro cinematografico di entrambi. La relazione non è nemmeno troppo segreta, presenziano su un red carpe: ma dura pochissimo, lo spazio di settimane. Nel mezzo, qualche altro flirt e nel 2000, Ellen Barkin sposa Ron Perelman, un imprenditore di gioielli, dal quale ha poi divorziato nel 2006 con una causa milionaria che l’ha tenuta per qualche tempo in balia delle riviste di gossip statunitense. Sopratutto quando si è liberata di alcuni gioielli avuti in regalo, vendendoli all’asta e facendo un po’ di soldi. E nel 2007, all’epoca di Ocean’s Thirteen, ha la schiettezza di confessare di avere avuto un flirt proprio con George Clooney, all’epoca ben lontano dalla figura di pre-padre premuroso dei gemelli avuti con Amal Alamuddin. George era al top del fascino hollywoodiano e lo volevano tutte. Ellen Barkin se lo prese senza mezzi termini. “Sono stata l’unica ad ammettere di aver fatto sesso con Clooney” svelò diretta in una vecchia intervista. E ciò non le ha impedito comunque di presenziare al matrimonio di George e Amal del 2014 col nuovo compagno (segnatevelo: il sesso va in prescrizione).

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Questa è Ellen Barkin, la donna più franca dello star system. “Non ho mai rinnegato le mie convinzioni. La cosa peggiore è la pigrizia, lascio che le cose accadano, non cerco mai di provocarle. Non è difficile in America, nel mondo del cinema, vivere secondo i propri principi, però ti metti addosso l'etichetta di persona difficile, un po' rompiscatole” aveva raccontato a Repubblica. “Non sono mai stata un tipo molto docile, neanche da adolescente. Del resto la mia giovinezza l'ho spesa nei turbolenti anni Sessanta, la ribellione era nel momento storico. Non credo di essere cambiata molto. Non mi piace parlare delle mie convinzioni e delle mie idee politiche. Un'attrice poi si giudica dai film che accetta e da quelli che rifiuta”. E nel suo caso, la carriera è stata ripresa con molta, moltissima calma, dopo aver vinto i principali premi di cinema e teatro (Oscar esclusi, sinora, ma Ellen Barkin ha ricevuto un Emmy nel 1998 per la sua interpretazione in Before women had wings, e il Tony Award nel 2011 per lo spettacolo di Broadway The Normal Heart). “Avrei potuto fare una carriera migliore da donna, ma non l’ho fatto. Non voglio e non vorrò mai essere qualcosa che non sono. Io non posso passare la vita a guardarmi alle spalle” ha confessato a Vanity Fair USA nel 2016, parlando del suo ruolo in Animal Kingdom nel quale si è un po’ reinventata. L’eterno problema dei ruoli per attrici sopra i 35 anni che non siano le solite mamme premurose dei protagonisti (e quindi non protagoniste loro stesse), la bionda attrice lo ha riportato in auge. Ellen Barkin oggi, tra una battaglia e il relax sul set, è un’attrice molto più completa di un tempo “Ci sono molti lati della mia creatività che non avevo mai utilizzato. Non solo in termini di carattere, ma anche di tecnica di recitazione. Mi è stata data la possibilità di provare. Alla mia età è raro e io amo questo lavoro” ha confessato. E noi, da trent’anni a questa parte, siamo d’accordo con lei. Pur non facendo le attrici.

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