E adesso abbiamo pure Kolinda Grabar Kitarovic di cui parlare. Da quando il mondo ne ha scoperto l’esistenza, alla partita di finale dei mondiali 2018, la giunonica presidente della Croazia è diventata una di quelle star di cui tutti vogliono seguire le vicende, una sorta di “beh, ora che è finito il campionato non perdiamoci di vista, però”. La Croazia, nell’immaginario collettivo, aveva così poche probabilità di arrivare in finale – anche secondo i croati stessi – che la sua leader si è mostrata, in fondo, contentissima anche del secondo posto conquistato con grande impegno dai ragazzi della nazionale. Che lei ha sostenuto indossando la maglia a scacchi rossi e bianchi per tutta la durata della sfida calcistica. Si è fatta notare molto anche per l’entusiasmo con cui abbraccia tutti, bacia tutti, sorride a tutti: «Abbracciatemi come il presidente croato ha abbracciato Mbappé», diceva uno dei tanti tweet su di lei, la sera dopo la vittoria delle Francia. C’è anche chi si è divertito a “ravvisare” un po’ più simpatia del necessario fra lei e il presidente francese Macron, e qualcuno ha fatto dei composit di foto in cui sono veramente stretti stretti. Se poi non avessimo visto Brigitte Macron altrettanto a suo agio fra i calciatori francesi si sarebbe anche potuto pensare che fosse gelosa. E poi, la vignetta del satirista Osho in cui – in dialetto romano – il presidente francese dice alla moglie “oh, ma figurati, potrebbe essere tua nipote” ha sbancato (senza neanche offendere, dai).

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Emmanuel Macron e Kolinda Grabar Kitarović

C’era un tempo in cui un politico non era bello o brutto, né ci interessava la sua vita privata: era un politico e basta. Di donne, in politica, ce n’erano poche e quasi tutte rigidissime e ultra-istituzionali. Bill Clinton, forse, è stato il primo uomo politico ad aver sdoganato il diritto di essere anche un po’ piacente e piacione, ma quello che poi ha fatto gridare al miracolo una buona fetta di mondo è stato Barack Obama. Da lì un crescendo di belli e possibili, dal presidente canadese Justin Trudeau al neo premier spagnolo Pedro Sanchez. Ma di donne capi di governi brillanti ma anche instragrammabili ancora non be avevamo molte (con tutto il rispetto per frau Merkel). Ora c’è Kolinda, nata il 29 aprile 1968 a Rijeka, che una volta si chiamava Fiume ed era una città italiana. La mamma voleva chiamarla Ksenia, ma poi è uscita una canzone tormentone intitolata Kolinda, e quello è stato il nome della futura prima presidente della Croazia. Il papà era allevatore e macellaio, gestiva una fattoria di 22 mucche.

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Kolinda ha frequentato le scuole a Rijeka, ma da ragazzina è stata scelta per partecipare a un programma di scambio culturale con gli Stati Uniti. Così è partita come ragazza alla pari, ma siccome la borsa di studio non bastava faceva anche pulizie per 20 dollari al giorno e comprava gli abiti ai mercatini dell’usato. Che ci crediate o no, si è diplomata a Los Alamos, in New Mexico. Tornata a casa, si è iscritta alla Facoltà di scienze umanistiche e sociali all’Università di Zagabria ed è andata a vivere con altre studentesse, poi con qualche lavoretto è riuscita ad affittare un piccolo appartamento tutto per sé. Una volta laureata ottiene un posto come impiegata al Ministero degli Affari Esteri e si fa notare subito per la determinazione. Dì lì a poco è la consigliera del viceministro. Nel 1997 è consigliera diplomatica presso l'Ambasciata della Repubblica di Croazia in Canada. A questo punto ricomincia a studiare per prendere un master in Scienze politiche. Il suo tracciato comincia a delinearsi. Nel 2003 viene eletta deputata e diventa Ministra per l’Integrazione Europea. Nel 2005 è a capo della squadra per i negoziati di adesione all'Unione europea. Dal 2011 al 2015 è Assistente del Segretario Generale della NATO per la diplomazia pubblica (comincia a girarvi la testa?).

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Nel 2015 Kolinda Grabar è la candidata alla presidenza per il partito HDZ (Unione dei Croati Democratici) e vince al secondo turno contro il presidente uscente. Game, set, match. Non è solo la prima donna a essere eletta: è anche la più giovane presidente della storia croata, a 46 anni. In tutto ciò, Kolinda trova il tempo di sposarsi con Jakov Kitarovic, nel 1996, e di farci due figli, Caterina e Luca. Che piaccia o no politicamente – a volte la accusano di essere troppo nazionalista, a volte troppo europeista - è bello vedere una donna leader di un paese in crescita dichiarare alla stampa: “mio marito mi ha dato un grande sostegno e ha messo la sua, di carriera, in secondo piano per aiutare me”, invece del solito inverso. Jakov Kitarovic, coetaneo della moglie, laureato in Elettronica e Informatica ed ex professore, è diventato così il primo “First Husband” di Croazia. È valso la pena investire tempo e forze nel sostegno di una consorte così brillante, segnalata da Forbes al 39simo posto fra le donne più potenti del mondo, che per recarsi in Russia si è pagata da sola il biglietto dell’aereo e ha fatto detrarre dal suo stipendio di presidente ogni singola giornata di assenza.