Debbie Rowe ha avuto un destino bizzarro. Il suo nome sarà per sempre legato a Michael Jackson, così come a tutti i misteri che hanno ammantato la vita del cantante pop, morto il 25 giugno del 2009, assurdamente, per una dose sbagliata di Propofol, un anestetico che assumeva come calmante. Debbie Rowe non è mai stata un’artista, né figlia di artisti, e nulla avrebbe potuto presagire il suo matrimonio con una megastar a cui ha dato addirittura due figli. Come è potuto accadere tutto questo? Chi è Debbi Rowe, al secolo Deborah Jeanne Rowe nata il 6 dicembre del 1958, e perché Michael Jackson, che poteva avere qualsiasi celebrità al suo fianco, scelse proprio lei per avere due figli ormai famosi, Paris Jackson e Prince Jackson?

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L’infanzia di Debbie Rowe è stata ordinaria come quella di tante ragazzine americane, con i genitori divorziati, con il papà pilota della Air Force e mamma casalinga. Cresciuta dalla madre e da una squadra di zie premurose, non ha grilli per la testa o ambizioni fuori dalla sua portata. Studia per diventare infermiera, e quello dell’infermiera è il lavoro che svolge praticamente da subito, finite le scuole. Le cure mediche servono a tutti, ma quante probabilità aveva questa ragazza di Spokane nello stato di Washington, di incappare proprio in Michael Jackson? Secondo alcune fonti, il miracolo avviene addirittura nel 1979, quando entrambi hanno 21 anni e lei lavora come assistente del Dr. Arnold Klein, un dermatologo di Beverly Hills. Michael sta decollando come solista, è appena uscito quello che viene considerato il suo primo album, Off The Wall, da cui viene estratto, fra gli altri, un pezzo iconico: Don’t Stop Till You Get Enough. Ma la difficile infanzia nelle grinfie del padre padrone ha già fatto di lui un ipocondriaco.

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I due sono giovani e si scambiano battute divertenti, racconterà poi la stessa Debbie alla Abc News. Come da copione il paziente, che è lì per un controllo, è un po’ nervoso e l’infermiera lo mette a suo agio. Si scambiano un “hi”, poi lei gli dice «Sai una cosa? Tu sei il più bravo nel tuo lavoro, io sono la più brava nel mio: vediamo di sbrigarci con questa faccenda». E diventano amici. Questo, almeno, è quello che dichiarava lei nel 2003. Tre anni dopo, Debbie si sposa con un altro uomo con cui non avrà figli e divorzierà dopo sei anni. Lui, invece, si sposa con Lisa Marie Presley nel 1994 e divorzia due anni dopo, senza figli. Presumibilmente, nel frattempo, Debbie e Michael Jackson devono aver coltivato un’amicizia segreta. La figlia di Presley dichiarerà poi che la “cotta” di Debbie per suo marito era piuttosto seccante. Secondo la Rowe, dopo il divorzio Michael le confidò di essere terrorizzato all’idea di . E da lì nacque l’idea di dargli lei “come un dono”.

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Il 14 novembre del 1996 Debbie Rowe e Michael Jackson si sposano con una cerimonia privata a Sidney, in Australia. Tre mesi dopo, al famoso Cedar Sinai di Los Angeles nasce Michael Joseph Jackson Jr., detto Prince. L’anno dopo, in una clinica di Beverly Hills, nasce Paris Jackson, chiamata così dal luogo in cui la coppia dichiara di averla concepita. Che si fosse trattato di un matrimonio d’amore, oggi non ci prova più nessuno a crederlo. Così come in pochi credono ancora a quello con Lisa Marie Presley (fior di esperti del linguaggio del corpo insinuavano già allora, dalle loro foto, che fra i due non ci fosse alcuna confidenza fisica). Dopo il divorzio, Debbie Rowe non ha avuto problemi a dichiarare: «ci sono persone che meritano di essere genitori, e Michael Jackson è uno di questi». Salvo poi trascinarlo in tribunale nel 2001 per riavere indietro i suoi figli.

Nel 1999, l'anno in cui Michael Jackson e Debbie Rowe divorziano, lei aveva infatti accettato di rinunciare completamente alla custodia sui due bambini. Che si trattasse di un accordo stilato sin dall’inizio lo proverebbe il premio di consolazione che le è stato corrisposto: 8 milioni di dollari e una casa a Beverly Hills, dove in realtà era stata spedita a vivere già dopo la nascita di Paris. La causa per riavere la sua fetta di custodia dei bambini non arriva nel migliore momento storico del musicista, anzi, rafforza nell’opinione pubblica i sospetti sulle accuse di pedofilia da cui Jackson è assillato. Rowe viene anche convocata a testimoniare nel processo contro Jackson, tutti si aspettano che ne parli male, invece lo difende e svela di non aver mai cambiato un pannolino o dato un biberon ai suoi figli nel cuore della notte. Faceva tutto lui. Più della sentenza, dopo la sua morte, ad assolverlo saranno i ricordi di Paris, che parla ancora di lui come il papà migliore del mondo.

Al funerale di Michael Jackson, visto in diretta tv da un paio di miliardi di terrestri, la grande assente è lei, Debbie. Ha venduto da tempo la casa di Beverly Hill per 1,3 milioni di dollari e ha comprato un ranch a Palmdale, fuori Los Angeles. La scomparsa del cantante riaccende in lei la speranza di riallacciare i rapporti con i figli. Fa causa alle testate che muovono obiezioni pesanti contro di lei, fra cui quella di aver cercato di chiedere a Jackson altro denaro in cambio della rinuncia ai suoi diritti di maternità. Ma soprattutto contro la diceria che la indica come il semplice utero in affitto di embrioni confezionati in laboratorio. Rowe vince diverse cause (e intasca i risarcimenti) compresa una per la violazione della sua casella email. Due mesi dopo la morte di Michael ottiene dalla madre di lui, Katherine, a cui è stata assegnata la tutela dei bambini, l’autorizzazione a vederli ogni tanto con un supervisore.

Debbie Rowe oggi sta combattendo contro il cancro che le è stato diagnosticato nel gennaio del 2017. Le è stato rimosso un nodulo al seno e si è sottoposta alla chemioterapia, che le ha fatto perdere i capelli. Ma il bello di questa brutta avventura è che la figlia Paris Jackson si è riavvicinata a lei. La modella ha dichiarato di aver avuto molte figure materne, nella sua vita, ma che con Debbie ha instaurato invece un rapporto “da adulti”, più che di madre e figlia. Paris ha anche difeso l'autore di una foto (inquietante) in cui grazie a Photoshop appaiono tutti insieme lei, il padre e la madre felici come in una famiglia qualsiasi. Meglio di niente.

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