Come si può definire Blake Lively in una parola? Beh, semplice, non si può. Bionda, statuaria, dolce, sensuale, attivista, imprenditrice, moglie e madre di due figli, opinionista e fervida supporter di cause sociali che vanno dal #metoo, violenza e abusi sessuali, allo #standup #equality per eguaglianza salariale e promotrice di #breastfeeding e del diritto di ogni donna di poter allattare i propri figli. Blake è al cinema da qualche giorno con Chiudi gli Occhi, diretto da Marc Forrester, con Jason Clarke (Il Pianeta delle Scimmie) e Danny Houston (The Aviator, X-Men).

blake lively 2018, chiudi gli occhi foto pinterest
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Blake Lively con Ryan Reynolds e i loro due figli.

Chiudi gli Occhi è stato girato un anno fa in Tailandia, come mai esce solo adesso?

"Gli attori non hanno mai voce in capitolo nel marketing di un film. Posso solo dire che ho un bellissimo ricordo del film, girato subito dopo la nascita di mia figlia Inez".

Una sensazione che hai avuto in quanto mamma?

"Ho capito tutte le ansie che hanno avuto i miei genitori! È l'esperienza più bella che abbia mai fatto, anche se ogni giorno mi pongo domande sulle scelte fatte per loro. Voglio che James e Inez crescano liberi di poter scegliere di fare tutto quello che vogliono, senza la pressione di essere scrutinati e sopratutto giudicati. Mi piacerebbe che crescessero curiosi di tutto, che siano veri e propri esploratori della vita".

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Blake Lively con il pancione nel 2014.

Chi è la tua ispirazione?

"Senz'altro mia madre, che, essendo una donna del Sud mi ha insegnato al bisogno di dialogare con la gente, di provare a essere al loro posto prima di aprire la bocca ed esprimere un parere".

Un titolo di giornale che di recente le ha dato molto fastidio?

"Quello della presidenza Trump in cui si dichiarava a favore della lotta pro allattamento artificiale. Non è solo una questione politica, democratici contro repubblicani, e nemmeno economica, e mi riferisco al favorire la lobby del latte in polvere, ma è sopratutto una questione umana, per noi donne, e sociale, non ha idea dei benefici che il latte materno porta ai propri figli, sia a livello fisico che mentale e spirituale. Mai stata così bene come quando allattavo James e adesso con Inez è ancora meglio. Dormo, allatto, mangio, dormo, allatto. Sono come una trattoria aperta 24 ore al giorno!".

E sulla separazione di figli e genitori?

"Incredibile come si possa pensare di risolvere un problema, andando a traumatizzare madri e figli, invece che costruire su dialogo ed apertura sociale. Ma questa nuova presidenza non mi sorprende più di nulla. Devo dire che anzi, ogni loro decisione non fa altro che farmi preoccupare, specialmente come donna e madre, come essere umano, non è possibile che si cerchi di sopprimere diritti e libertà civiche conquistate dopo anni ed anni di lotta. È contro tutti i principi del nostro paese".

Ti ritieni una femminista?

"Sì, senz'altro, e anche attivista, visto il clima sociale in cui siamo costretti, specialmente noi donne, a vivere quotidianamente".

In che senso?

"Nel senso che se le donne avessero più potere, potremmo risolvere sia i più grandi conflitti mondiali che scrivere la parola fine a qualsiasi crisi economica. Basta studiare dati, statistiche, tutti i paesi dove le donne sono emancipate, sono in espansione. Un libro che suggerisco sull'argomento è Half the Sky scritto da Nicholas Kristof e sua moglie Sheryl, dove si raccontano storie di donne che, nonostante mille difficoltà, sono riuscite a superare ostacoli insormontabili".

Come ti sei preparata al film?

"In maniera normale, come faccio con tutte le ricerche dei miei personaggi. Mi sono consultata con amici non vedenti, cosi come con istituti che aiutano i ciechi, ho parlato con dottori che cercano di insegnare a coloro che hanno perso la vista, cosi come con tecnici che progettano e costruiscono occhiali speciali per i non vedenti".

Perché ti è piaciuto?

"Perché c'era Marc Forrester al timone prima di tutto. I suoi personaggi sono sempre veri, completi, dotati di pregi e sopratutto di difetti. La sua tematica rispecchia sempre la quotidianità della vita. Qui poi mi ha fatto capire anche il lato sensuale di una recitazione, infatti è la prima volta che ho scene di nudo in un film, e sopratutto perché da moglie-trofeo quando il mio personaggio è cieco, si trasforma e riacquista tutti quei valori personali che ti rendono unica, che ti liberano da stereotipi e che ti fanno cambiare la vita, proprio come fra me e Jason Clarke, che crescendo cambiano il loro modo di stare insieme".

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