È un torto al suo talento iniziare a descrivere Matilda Lutz dicendo quanto sia bella. Ma lo è davvero. La incontro, radiosa, nel mezzo della prima gravidanza (nascita prevista a settembre). E radiosa sarà nella seconda stagione della serie I Medici nella quale presta il volto a Simonetta Vespucci, la nobildonna che ha ispirato la Venere di Botticelli. Potete averla conosciuta nella serie tv Fuoriclasse o nel film L’estate addosso di Gabriele Muccino, ma da allora si è trasferita a Los Angeles per tentare la strada hollywoodiana, avendo dalla sua l’inglese perfetto (papà Elliston, fotografo, è americano).

La recitazione è stata una passione istintiva o l’hai scoperta a poco a poco? Dopo il liceo ero un po’ spaesata. Sapevo solo che non volevo lavorare nella moda, come i miei genitori. Mi sono trasferita a New York per lavoricchiare e frequentare corsi di recitazione, danza, canto. Avevo il terrore di stare in piedi davanti a tutti persino per le interrogazioni, ma mentre recitavo mi sentivo libera, perché non ero giudicata Matilda ma un personaggio. Sono tornata in Italia e nella testa pensavo “mica posso fare l’attrice!”. Non credevo potesse davvero trasformarsi in un lavoro, un sentimento molto italiano, credo.

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Matilda all’ultimo Toronto Film Festival per presentare il film Revenge, in Italia dal 6 settembre.

Allora cosa hai deciso? Mi sono iscritta a psicologia e nel frattempo frequentavo a Milano altri workshop di recitazione, così ho mosso i primi passi. Poi Martin, mio fratello, si è trasferito a Los Angeles e insisteva che l’andassi a trovare. Alla fine sono rimasta lì, ma non è stato un colpo di testa, sono piuttosto riflessiva.

Però a 26 anni sei sposata e aspetti un bimbo! Abbastanza anticonvenzionale per i tempi. Ho sempre voluto dei figli. Se mi avessi chiesto a 16 anni quale sogno avessi, avrei risposto diventare mamma, non attrice. Poi, certo, ho dovuto incontrare la persona che sapevo avrei amato per tutta la vita (l’attore della serie Gomorra, Antonio Folletto, ndr). Ma solo due anni fa non avrei detto che sarebbe successo!

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Martin Perry Lutz
Fotografata da suo fratello, in esclusiva per Marie Claire di settembre. T-shirt Versace; jeans Levi’s; collana Van Cleef & Arpels.

Qual è stato il primo impatto con la California? Non conoscevo nessuno. Ho iniziato come cameriera in un ristorante italiano e in breve ho capito che tre quarti delle persone di L.A. lavorano nell’industria dell’entertainment. Ho conosciuto Gabriele Muccino su Facebook: lo seguivo perché mi piacevano i suoi post su italiani e americani. Ha visto un video che ho postato e mi ha fatta contattare dal suo casting director per il film a cui stava lavorando. Nel frattempo mi avevano confermato per The Ring 3, ma subito dopo sono volata a Roma per girare con Gabriele.

Il 6 settembre esce in Italia Revenge, un horror su una ragazza violentata e uccisa che resuscita in cerca di vendetta. Sulla carta sembra un film “pericoloso”: cosa ti ha convinta ad accettare il ruolo da protagonista? In questo mestiere rischi in ogni caso. Anche un film in teoria stupendo può diventare qualcosa di cui ti vergognerai tutta la vita, perché non sai mai come verrà diretto e montato. Revenge è scritto da una regista francese di grande talento, Coralie Fargeat. Quando l’ho incontrata ho percepito una donna forte e determinata, che mi ha ispirato fiducia.

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Matilda è protagonista del film Revenge, al cinema dal 6 settembre

Il bimbo nascerà negli Stati Uniti, quanto sarà italiano e quanto americano? Vorrei avesse l’indipendenza e l’ambizione dei ragazzi americani. Di italiano tutto il resto (ride).

E tu, sei ambiziosa? Secondo me sì. In tutte le professioni ci devi credere un sacco e nella recitazione devi imparare a non prendere i rifiuti sul personale. Ovviamente anche io sono triste quando non ottengo una parte, ma una volta che hai lavorato sul personaggio e dato il meglio, capisci che ci sono tanti fattori incontrollabili. Il produttore vuole un’altra, il regista cerca un viso diverso... E poi: mai pensare di essere arrivati, è in quel momento che finisce tutto.

Questa consapevolezza ha a che fare con la tua vita privata molto solida? Sicuramente. È fondamentale avere una famiglia che fa il tifo per te, ma è realista e non ti fa vivere nel mondo delle favole. I momenti di sconforto ci sono e in quelli è importante ricordarsi quali sono i valori veri. Se avessi una carriera da Oscar senza la famiglia che ho e mi sto costruendo, non sarei felice quanto lo sono adesso.

Matilda Lutz e Antonio Follettopinterest
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Matilda con il marito attore Antonio Folletto, nonché futuro papà del loro primo bambino

Perché hai deciso di postare la tua storia d’amore e la maternità su Instagram? Mi sembrava naturale condividere queste emozioni. Ho tante amiche single, alcune uscite da una brutta storia, che parlano come se dovessero rimanere sole a vita. Anche io ero una di quelle che diceva “non troverò mai quello giusto”. Ho avuto fidanzati che mi trattavano male, li accettavo e so che non avrei dovuto. Ora voglio trasmettere questo messaggio: certo che lo troverete, forse quando sarà l’ultimo dei vostri pensieri, come è successo a me, e vi vorrà bene, vi darà consigli, vi rispetterà.

Le premesse ci sono: Matilda sarà una mamma dai buoni consigli.

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In apertura Matilda Lutz indossa un cappotto MaxMara. Le foto di Martin Perry Lutz sono tratte dal numero Marie Claire di settembre. Servizio Ivana Spernicelli. Ha collaborato Marta Donadi. Trucco Cosetta Giorgetti using Uban Decay Backtalk Palette e capelli Loris Rocchi using Sours, entrambi per Closeup Milano. Produzione MG Matteo Gottardis. Si ringrazia Baglioni Hotel Luna, Venezia.