Seria, composta, riflessiva, sofisticata e gentile, per essere una delle attrici più richieste del momento, Claire Foy è sorprendentemente alla mano. Lo sguardo è lo stesso che l’ha resa famosa nella serie The Crown di Netflix, dove interpreta la regina Elisabetta II, grandi occhi azzurri curiosi e inquisitori ad ogni domanda. In Italia sarà al cinema con due film, entrambi in sala il il 31 ottobre, First Man - Il primo uomo, diretto da Damien Chazelle sulla storia dell’astronauta Neil Armstrong, al fianco di Ryan Gosling, e Quello che non uccide, diretto da Fede Alvarez, tratto dal romanzo di David Lagercrantz in Italia edito da Marsilio, quarto volume della saga Millennium creata da Stieg Larsson.

Aveva letto i libri della serie?
Non prima di aver visto il film con Noomi Rapace, di cui sono una grande fan. Lisbeth è un bel personaggio, sopravvissuta a una vita brutale e traumatica. Un’emarginata che vive secondo le proprie leggi e fa quello che vuole. È stata delusa da molti, e non si aspetta niente da nessuno, a parte il tradimento. Allo stesso tempo non è un’anarchica, ha dei valori, anche nei confronti della legge. Ma vuole giustizia e la ottiene secondo le sue regole. Di lei mi piace il fatto che non ha nessun interesse a essere femminile, per lei non è importante essere attraente, non la rende meno donna di altre. Vuole essere accettata per quello che è.

Quanto ha in comune Lisbeth con la Regina?
Entrambe sono molto brave a mascherare le proprie emozioni. A parte quello, non potrebbero essere più diverse.

È un ruolo fisicamente molto impegnativo. Come si è preparata?
Non sono Tom Cruise! Mi fido dei coreografi e della mia controfigura. Sono molto atletica, ma non sono un supereroe. Non guido le moto a 200 km l’ora! L’unico muscolo con cui Lisbeth risolve i problemi è il cervello. Per vincere usa la sua intelligenza, sa di non essere forte come un uomo, ma è più veloce e può battere chiunque sul tempo, in modo diverso, usando la sua astuzia.

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Ha sempre voluto fare l’ attrice?
No, volevo diventare regista, essere dietro la cinepresa. Ma frequentando l’Università mi sono resa conto che non ero molto brava, non avevo l’occhio giusto. E così mi sono iscritta a recitazione alla Oxford School of Drama. Ho trovato lavoro, il mio primo agente e da allora ho avuto molta fortuna.

Cosa le piace di questo mestiere?
La collaborazione tra persone diverse, non solo con il regista e gli attori, ma con chi si occupa dei costumi, del trucco, dei miei capelli o del tipo di accento che devo interpretare. Mi piace molto prepararmi per un ruolo, fare ricerca sulla persona o sul periodo storico.

C’è qualcosa che l’aiuta a prepararsi ad un ruolo?
Si, la musica. Per The Crown la musica è stata molto importante per me, per capire l’evoluzione di una persona ma anche di una nazione. Ho ascoltato molti classici anni ’40 e ’50, quello che pensavo potesse ascoltare la Regina durante la transizione da bambina, adolescente a Regina. Per Lisbeth ho ascoltato molta musica etnica ed elettronica, un bel mix che per me rappresenta il futuro.

Il ruolo che sogna di ottenere?
Non lo so! Credo che quando sei perfetta per un ruolo, allora lo ottieni. Mi piacerebbe lavorare con Helen Mirren, che per me rimane la vera Regina dello schermo. Amo il mio lavoro, per me è un hobby, invece mi piacerebbe scoprire una passione nella mia vita privata, ho scoperto che mi piace scalare le montagne, forse potrei diventare l’alpinista più anziana a raggiungere le cime dell’Himalaya.