Kim, Kylie, Kourtney (e Kendall vabbè) fatevi da parte. E tenetevi caro Kanye West. Le Canadian Kardashian Jyoti e Kiran Matharoo sono la nuova sensation made in America, intesa come continente. Stesso pattern di lontane origini, stessa vocazione al bling bling spudorato, stesso senso degli affari. Monetizzazione prima di tutto, anche delle sfortune. Anzi, a maggior ragione. Una vita di superlusso condivisa sui social che, per un (ex) fidanzamento un po’ troppo sovresposto su tanti fronti, si è ritorta loro contro. Jyoti e Kiran Matharoo arrestate in Nigeria, un visto negato a una delle due per gli Stati Uniti, 40 giorni di fermo in Italia per l'altra con rischio di estradizione nella suddetta Nigeria, passaporti ritirati, poliziotti pronti a tutto. Un intrigo internazionale trashy style che diventa un thriller d’azione, più che un reality show da pomeriggio. Se Keeping up with the Kardashians ha messo in mostra i talenti delle principali sorelle K, un eventuale show sulle sorelle Matharoo avrebbe bisogno di autori e sceneggiatori in grado di scrivere e in maniera egregia almeno un migliaio di substrati sociali e culturali.

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La rocambolesca storia della vita di Jyoti e Kiran Matharoo è stata raccontata sul New York Times con un piglio eccelso à la Raymond Carver e la cristallina certezza di avere di fronte due ragazze molto intelligenti. Il titolo è da solo già super: “Come uscire con tanti miliardari”, altissima citazione che farebbe drizzare i boccoli biondi a Marilyn Monroe. Un nuovo film con tre consigli base su come fidanzarsi con gli uomini ricchi: non essere avide, vestirsi degnamente e portargli il resto quando ti regala soldi per lo shopping. Perché le Canadian Kardashians, trentenni nate e cresciute a Toronto da genitori middle class di origine indiana, non avrebbero mai pensato di diventare celebrità sui social per i loro guardaroba conquistati a suon di fidanzati. O meglio, con le frequentazioni giuste nel massimo della correttezza relazionale. Le salva la loro discrezione intelligente: né Jyoti Matharoo Kiran Matharoo hanno mai confessato da quanti uomini sono state accompagnate in questi anni. “Se dici che è più di uno, subito ti considerano un’arrampicatrice. Più di uno, ok. Sono attratta dal potere di chi sono, quello che fanno e dalla posizione sulla lista di Forbes” ha rivelato. Non è da meno Kiran: “Se vuoi uscire con me, mi devi viziare”. E l’asticella del vizio, nel suo caso, è pericolosamente alta.

Contouring perfetto in ogni foto che accompagna il lungo articolo (per non dire dei profili Instagram Kiran Matharoo e Instagram Jyoti Matharoo), la vita delle due sorelle è cambiata 10 anni fa, pochi istanti prima della crisi mondiale, grazie alla storia d’amore tra Jyoti e un magnate del petrolio nigeriano. Che le invita in Nigeria via Francia e Grecia, hanno raccontato le due sorelle, e mentre Kiran se ne sta a bordo piscina in una magione enorme con marmi raffinati, Jyoti accompagna il fidanzato in Malaysia. È solo l’inizio: “Quando scoprono che hai una sorella, è finita. Non siamo noi a cercarli. Sono loro che trovano noi” ha commentato Kiran al NYT. Le due sorelle ritornano in Canada, Jyoti ha un condominio tutto per sé e 10mila dollari al mese di “stipendio” che il fidanzato le passa perché non debba lavorare. L’amore con il giovane ricco dall’Africa finisce presto. Ma la fama delle sorelle Matharoo ormai è storia contemporanea: in Nigeria i blog e i commenti dedicati alle due avvenenti, appariscenti sorelle canadesi non si contano più. Un thread a loro dedicato (e intitolato spudoratamente “High Paid Escorts/Prostitutes: Jyoti & Kiran Matharoo”) allunga in 220 pagine di materiale ogni possibile insulto, un sito monotematico come nemmeno il più prodigioso dei fanclub. La loro vita si dipana tra facoltosi uomini d’affari più o meno oscuri in Nigeria, aerei per le Bahamas (Dubai, Parigi eccetera), gioielli, orologi d’alta classe, pezzi couture che affollano gli armadi e i bauli di viaggio.

Il grido big spender viene soffocato nel dicembre 2016. Le sorelle Matharoo sono a Lagos, in Nigeria, nel loro hotel. Una mattina ricevono la visita di un numeroso gruppo di uomini: sono poliziotti e agenti in borghese che intimano a Jyoti e Kiran di vestirsi e seguirli alla stazione di polizia. Sembra tutto stranissimo, per qualche attimo le due sorelle pensano di essere vittime di un rapimento. Invece gli ufficiali vogliono sono sapere se i blog in cui sono descritte come prostitute vengono tenuti proprio da loro. A risposta negativa, vengono trasportate negli uffici della squadra speciale, che il NYT riporta essere in osservazione da parte di Amnesty per tortura dei carcerati e corruzione dei poliziotti. “Ci hanno detto di firmare dei documenti in cui affermavamo di essere noi le autrici del blog. Il sito era in pidgin nigeriano, noi non lo parliamo, quindi abbiamo rifiutato” ha ricordato Kiran. Le due sorelle passano la notte in cella e il giorno dopo subiscono il sequestro dei passaporti, dei telefoni cellulari e dei contanti che avevano con sé. E per 18 giorni vengono trattenute in un hotel vicino all’aeroporto di Lagos, sorvegliate a vista da poliziotti che chiedono soldi per liberarle.

L’accusa è di cyberstalking e minacce di rapimento dei giovani ricchi del paese, tra cui uno degli ex fidanzati di Kiran Matharoo, Femi Otedola, uomo molto importante del petrolio nigeriano con un patrimonio di 1,8 miliardi di dollari (secondo Forbes). Rischiano 10 anni di carcere. L’unica via di uscita, per quanto ingenua, è postare un video di scuse ufficiali per riottenere i passaporti in via discrezionale: ma nell’era potente dei social media, il video finisce online e la reputazione delle due sorelle crolla definitivamente. Tutto quello che loro avevano “ottenuto gentilmente”, come sostengono loro, contribuisce a dipingerle come sfruttatrici a caccia di soldi. Ma ha un effetto virale che raggiunge l’attenzione dei diplomatici canadesi, che intervengono dopo una settimana e danno loro i documenti speciali per tornare a Toronto. L’avventura sembra essersi conclusa nel modo meno doloroso possibile: un po’ di pausa dai social, doverosa, e Jyoti e Kiran Matharoo sono pronte a ripartire. Solo metaforicamente, però, perché in mezzo ci si mette l’Interpol.

Ed è qui che l’intrigo internazionale diventa sempre più fitto e difficile da comprendere. Nel settembre 2017, Jyoti deve volare negli Stati Uniti. Deve, ma le viene impedito: nel momento in cui toccasse il suolo a stelle&strisce, verrebbe arrestata all’istante. Kiran, dal canto suo, è in vacanza in Italia, a Venezia: in aeroporto si prepara a ripartire per il Canada quando viene trattenuta dagli ufficiali della dogana. Nell’elenco dei passaporti, il suo è flaggato con una bandiera rossa. Significa “mandato di arresto internazionale” ovunque tu sia. Kiran Matharoo trascorre 40 giorni in cella in Italia, terrorizzata che la Nigeria possa chiedere l’estradizione. Ma l’Unione Europea non ammette la procedura per paesi che hanno una pessima reputazione in merito ai diritti civili, ed è probabilmente questo a non far nemmeno iniziare le pratiche. Sollevata, Kiran riesce a tornare in Canada. E le due sorelle Matharoo iniziano la loro personale battaglia per essere eliminate dalle liste dei criminali internazionali secondo l’Interpol, in modo da tornare ad essere libere cittadine.

Nel frattempo, monetizzano la fama come possono: Jyoti diventa influencer di scarpe, extensions e spray tans, Kiran si occupa di food branding e ricette che hanno un gran successo su Snapchat. E di nuovo il mondo si accorge della loro capacità di far fruttare il talento della community. Dopo aver ricevuto ufficialmente la liberazione dai fascicoli dell’Interpol, le sorelle Jyoti e Kiran Matharoo sono pronte a lanciare la propria linea di abbigliamento, SPCTRMstudio, fondata sulle capacità sartoriali di Kiran e finanziata parzialmente da un ricco uomo di affari. Stavolta, di Dubai. Si cambia continente. Per un nuovo film social e una nuova carriera tutta da girare.