Non ha bisogno di dimostrare niente perché è una donna serena: la top model Behati Prinsloo, 30 anni, ride spesso al telefono e parla tranquillamente delle figlie, Dusty Rose e Gio Grace, avute negli ultimi due anni con il marito Adam Levine, cantante e frontman dei Maroon 5. Si amano e lo dichiarano spesso sui social, ma sono così dolci che non suscitano invidie. Lui l’ha voluta nel video Girls Like You, dedicato a tutte le donne. Lei, modella e angelo di Victoria’s Secret, non si è tirata indietro. Noi l'abbiamo voluta sulla copertina di Marie Claire di febbraio, per cui si è fatta intervistare, raccontando molto di sé e della sua famiglia.

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La top model Behati Prinsloo con il marito Adam Levine, cantante dei Maroon 5.

È cresciuta tra Namibia e Sudafrica, quali sono i suoi ricordi più belli?
È stata un’esperienza incredibile, me ne rendo conto ora che mi sono trasferita negli Stati Uniti. Non torno da qualche anno, da quando sono nate le bambine, ma tutta la mia famiglia vive ancora nel posto dove sono cresciuta, Grootfontein, che significa "grande fonte" in Afrikaans. Ricordo che avevo una gran libertà da bambina, sempre all’aperto con gli amici, nessun telefono. La Namibia è un Paese meraviglioso per la sua natura, gli animali, le persone. Quando ritorno è sempre molto emozionante: in Africa capisci che tutto quello di cui abbiamo bisogno sono acqua, cibo, amore e amici. Ricordo in particolare i safari con mio padre, in cerca di elefanti. Lui ama stare nella natura e non vedo l’ora che le mie figlie possano fare lo stesso con il nonno.

Il suo nome ha un significato particolare?
Ha la stessa origine di Beatrice, arriva dalle beatitudini della Bibbia, significa "beata, benedetta" (suo padre è un predicatore, ndr).

Come ha iniziato questo lavoro?
Ero molto giovane, avevo 15 anni. Mi trovavo a Città del Capo dai miei nonni materni, stavo camminando in un supermercato quando si è avvicinato un fotografo per chiedermi se fossi una modella. Mi sono messa a ridere: non sapevo nemmeno fosse un vero lavoro! Mio nonno si è subito avvicinato per capire cosa stesse succedendo e alla fine questo fotografo mi ha lasciato il suo numero nel caso fossi interessata. Una volta a casa l'abbiamo detto ai miei genitori, ma ci siamo messi tutti a ridere. Arriviamo da una città piccolissima, vedevo le ragazze fotografate nelle riviste ma di certo non mi chiedevo "come faccio ad arrivare lì?". Alla fine è stato mio zio ad accompagnarmi all'agenzia per curiosità e da lì è iniziato tutto.

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Behati Prinsloo su Marie Claire di febbraio. Mini abito Pinko; stivali Isabel Marant.

I suoi genitori come hanno reagito?
Quando l'agenzia ha voluto mandarmi a Londra hanno capito che la cosa stava interferendo con la scuola e so da loro che erano esitanti nell'accettare questo trasferimento perché avevo solo 16 anni. Mio padre mi ha poi detto, più di recente: «Il motivo per cui abbiamo deciso di mandarti a Londra per quei tre mesi è stato che noi non avremmo mai potuto darti la possibilità di vedere il mondo». Sapevano che avrei potuto benissimo non avere successo, ma il solo fatto di viaggiare, di vedere un altro Paese, era un'opportunità che altrimenti non avrei avuto. Ora che ho due figlie capisco quanto sia stato difficile per loro e non so se prenderei la stessa decisione. Ma se non mi avessero dato il permesso, non saremmo qui a parlare.

Cosa voleva diventare a 16 anni?
Sapevo che sarei andata all'università ma non sapevo veramente cosa avrei voluto studiare dopo le superiori. Mi piaceva il mare, quindi forse biologia marina. Ma davvero non avevo ancora le idee chiare.

Crescere tra Namibia e Sudafrica come ha influenzato la persona che è diventata?
Mi ha reso molto aperta e pronta ad accogliere gli altri. Mio padre è un predicatore, una persona meravigliosa, e insieme a mia madre mi ha insegnato che tutte le persone sono uguali e che tutti siamo su questo pianeta per una ragione. In Sudafrica era davvero un periodo tremendo, con l'apartheid. Mi ha sicuramente reso sensibile verso chi è diverso da me, mi ha dato la capacità di capire che nessuno è meglio degli altri, per il colore della pelle, per i soldi, per come è cresciuto... Siamo tutti unici. Voglio che le mie figlie crescano senza vedere questo tipo di differenze tra le persone, che capiscano che quello che conta è nel cuore delle persone.

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All’alta moda di Parigi, Primavera Estate 2007.

Cosa insegna alle sue figlie che le hanno tramandato i suoi genitori?
Questo senso di inclusione verso gli altri. E lo spirito d’avventura: è difficile per me pensare che le sto crescendo in città, ma saprò insegnare loro ad arrampicarsi sugli alberi, a camminare scalze e a non avere paura della terra e di sporcarsi (ride).

Qual è il punto di svolta nella sua carriera?
Ce ne sono stati due. Quando sono arrivata a Londra lavoravo abbastanza, senza fare niente di eccezionale. Poi ho scattato un servizio con Mario Testino e la stagione successiva ho sfilato per Prada e Miu Miu in esclusiva. Quel servizio davvero cambiò tutto: da lì sono partita per New York, ho fatto le prime campagne pubblicitarie, fino ad arrivare a Victoria's Secret, che è stata un'altra svolta. Per me era il brand di grandi modelle come Gisele, Heidi Klum, Tyra Banks... Io sono un maschiaccio, non molto glamour, e non potevo credere mi avessero scelto. Qualcuno aveva visto in me qualcosa che nemmeno io riuscivo a vedere.

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Behati Prinsloo all’ultima sfilata di Victoria’s Secret.

E qual è la svolta nella sua vita personale?
Il mio matrimonio. Ho incontrato Adam e ci siamo innamorati, ma a un certo punto ci siamo allontanati. Un lunga storia... Lui, però, è tornato e mi ha chiesto di sposarlo. E io mai avrei pensato di sposarmi nella mia vita (ride). Il giorno delle nozze è stato magnifico. Con tutti i nostri amici, i famigliari e mio padre pronto a darci la sua benedizione.

Come è cambiata con la maternità?
Sicuramente apprezzo di più il fatto di essere donna. Quando senti questa vita crescere dentro di te, capisci quanto sia pazzesco. Oggi celebro molto di più le altre donne della mia vita. Ringrazio il mio corpo per quello che mi ha dato: non pensi queste cose prima di avere dei figli. Ed è fantastico aver avuto due femmine, perché so che magari prima o poi accadrà la stessa cosa anche a loro.

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Alla posa della stella per il marito Adam Levine sulla Walk of Fame di Hollywood.

Chi sono le donne che ammira?
Da neo-mamma rispondo: tutte le madri che lavorano, specialmente quelle che sono single o non hanno il sostegno della loro famiglia. Ammiro anche le donne che sanno essere sempre loro stesse: le trovo sexy, ammiro la loro individualità, quel modo di essere diverse e sentirsi sempre sicure di sé.

Famiglia e lavoro, come bilanciare tutto?
Sicuramente oggi sono più selettiva sui lavori che accetto: non posso più stare lontana da casa dieci giorni. Sono fortunata, però, perché la famiglia di mio marito vive a Los Angeles e so che, se sto via due giorni per lavoro, ci sono Adam, i nonni e tutta una serie di zii e zie pronti ad aiutarci. Mio marito e mia madre sono stati i primi a incoraggiarmi a tornare al lavoro dopo le bambine, mi hanno fatto sentire come se non fossi solo una mamma, ma ancora una donna che lavora. Ho un team di sostegno davvero eccezionale e mi sento fortunata.

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Sui social media mettete pochissime foto dei vostri momenti con le bambine, come mai?
Vero, sono molto attenta quando posto foto della mia famiglia perché ci sono già tantissime informazioni pubbliche su di noi. Los Angeles è una città piena di fotografi, non puoi uscire di casa senza che ti venga scattata una foto, quindi preferisco tenere per noi i nostri momenti privati. Non voglio che le ragazze, da grandi, trovino le loro foto su internet: voglio mostrar loro quegli scatti speciali di persona, senza che li trovino online. Non sono cresciuta in questo mondo, quindi è ancora un po' difficile per me da gestire.

C’è una domanda delle sue figlie alla quale teme di dover rispondere?
Adam e io siamo preoccupati di quando ci chiederanno le nostre pagelle perché i voti non sono mai stati il nostro forte (ride). In realtà siamo già emozionati per tutte le cose che vorranno chiederci mentre crescono.

Le foto scattate in esclusiva per Marie Claire di febbraio sono di David Roemer. Servizio Elisabetta Massari. Ha collaborato Fiammetta Moscatelli. Trucco: Lillie Blaustein per The Wall Group; Karo Kangas per Art Department. Capelli: Dennis Gots per The Wall Group; Ashlee Rose per Art Department. Produzione Photobomb Production. Nella foto di apertura Behati Prinsloo indossa: bomber Fendi; shorts Isabel Marant.