Di tutti i misteri sulla Royal Family ce n'è uno che nessuno riesce a svelare: cosa custodisce di speciale la Room 1844, la stanza preferita dei regnanti inglesi? Buckingham Palace è un luogo smisurato. Nella sua biografia Becoming, Michelle Obama racconta come, la prima volta che vi è andata in visita ufficiale ha pensato che la Casa Bianca, che tanto l’aveva impressionata all’insediamento del marito come presidente, al confronto fosse un appartamentino. A Buckingham Palace ci sono 775 stanze, 52 camere da letto, sia per i reali che per gli ospiti, 19 camere di rappresentanza, 188 camere da letto dello staff, 92 uffici, 78 bagni (il sogno di ogni donna) e tutto il resto cucine, lavanderie, ambienti guardaroba e ripostigli. Verrebbe da pensare che se i regnanti e i loro/le loro consorti hanno camere separate, anzi, appartamenti interi, è puramente per non lasciare che tutto questo spazio resti inutilizzato. In tanta vastità è facile che abitando sotto lo stesso tetto non ci si incontri per giorni. Tuttavia, niente è affidato al caso e dove ricevere chi è un rituale che rispetta regole fisse. Come quella di scegliere sempre la stessa stanza per ogni specifica categoria di ospiti. Quando la regina deve ricevere il primo ministro, ad esempio, lo fa nella Sitting Room, il suo salotto privato la cui ricostruzione abbiamo visto tante volte anche in The Crown quando la sua interprete Claire Foy riceve Winston Churchill. Fino alla morte di Willow, l’ultimo dei cani Corgy della regina, c’era una stanza dedicata solo ai suoi cani. C’è la Bow Room, attraverso la quale passano gli ospiti per l’annuale Queen's Garden Party. Ma fra tutte, la camera più leggendaria, forse considerata la più importante di tutto il palazzo, ma anche la più misteriosa, è identificata con un numero. È la Camera 1844.

Agli estimatori di Stanley Kubrick verrà in mente la Room 237 del famoso, paranoico documentario a lui dedicato. Ma non c’entra nulla. A Buckingham Palace, sotto gli appartamenti di stato c’è un gruppo di altri appartamenti considerati semi-statali, dall’utilizzo misto, meno grandi. Vi si accede attraverso la maestosa Marble Hall e vengono usati dalla regina anche per le occasioni meno formali. Fra questi c’è anche la Camera 1844, chiamata così perché in quell’anno venne ridecorata da cima a fondo in occasione della visita di stato dello zar Nicola I di Russia. Non è ben chiaro perché questa si diventata la stanza che la regina, e i suoi predecessori, prediligono per ricevere solo alcuni tipi di ospiti illustri. È qui che sono stati accolti Barack e Michelle Obama, è qui che la coppia presidenziale americana regalò alla sovrana la spilla che ha indossato come gesto provocatorio anni dopo, durante la visita di Donald Trump (ma lui non se n'è accorto). Qui la regina ha ricevuto il presidente cinese Xi Jinping, e anche Angelina Jolie nel 2017. È una sala polivalente, di cui esistono foto anche molto vecchie che la mostrano più o meno uguale a oggi: mobili imbottiti in seta blu e oro del XIX secolo, candelabri in malachite, i ritratti di Re Giorgio IV e Federico duca di York, una scrivania neoclassica dell'ebanista David Roentgen, del 1820. Le pareti sono tappezzate con una stoffa da parati rossa che ha sostituito quella originale azzurra del 1844.

La stanza 1844 è grande abbastanza per accogliere un pubblico seduto, per organizzare una riunione del consiglio privato, ma anche per essere apparecchiata per una cena. Insomma, è il salotto buono e multitasking di Elisabetta II dove sembra che voglia accogliere solo quelli a cui vuole augurare fortuna, però. La possibile funzione porte-bonheur dell'ambiente la potrebbe confermare anche l'abitudine della regina di registrare qui il suo tradizionale filmato di Natale. Alla stanza 1844 sono legati anche dei rituali. Quando la regina decide di ricevere qualcuno in quell’ambiente (a parte i suoi parenti: qui ha pranzato di recente con il figlio Andrea e un gruppo di altri familiari più o meno vicini, ad esempio), questi seguono delle regole, chiunque siano. Da un famoso articolo del 2009 pubblicato sul Telegraph, che raccontava nel dettaglio alcune giornate della regina, compreso l’incontro con l’ambasciatore lituano Oskaras Jusys si legge che questo, dopo essere prelevato dalla sua ambasciata con un’auto inviata dalla regina, viene prima introdotto in una camera in cui viene istruito sull’etichetta da rispettare al cospetto della regina (che non si sveglia molto presto, bisogna dirlo). A mezzogiorno, il diplomatico viene convocato dopo che la regina ha suonato un vecchio campanello con cui informa il suo staff di essere pronta a ricevere l’ospite nella stanza 1844. Per la cronaca: in quell’occasione, la regina indossava un abito a fiori viola. Dopo essere ammesso al cospetto della regina, e aver assolto il rituale degli inchini, l’ambasciatore resta 10 minuti da solo con lei, mentre il suo staff viene introdotto poco per volta nella stanza in ordine di importanza, con pause di cinque o dieci minuti per uno, durante i quali si inchinano o riveriscono durante la presentazione. Rituali che qualcuno considera ormai old fashioned, soprattutto in una stanza che conserva il suo arredamento e le tappezzerie più o meno da 175 anni. Ma che nessuno, nel Regno Unito, vuole vedere finire. Soprattutto fino a quando non sarà chiaro se quella stanza sia davvero un luogo scaramantico.