Il tiro al bersaglio della settimana nelle testate di tutto il mondo è il caso della festa di Kylie Jenner a tema The Handmaid’s Tale. Caso che richiede una ricca premessa, e un esempio che sembra non entrarci nulla: quando nel 1997 il naufragio del Titanic diventò argomento virale grazie all’omonimo film con Leo DiCaprio e Kate Winslet, ovunque nel mondo fioccavano musical e commedie che reinterpretavano la vicenda in modo divertente. Ma come diceva Rose, la protagonista, “viverla non è stata così divertente”. Uno spunto per riflettere su come spesso qualcosa che nasce dalla mente degli artisti per smuovere le coscienze, o dai tragici capricci del destino scioccando una o più generazioni, finisce per svuotarsi del suo significato. Secondo molti, in America, la festa a tema Handmaid’s Tale di Kylie Jenner ha commesso proprio questo peccato veniale. Ma cosa è successo in questo party, per scandalizzare tanto l’opinione pubblica?

Come racconta Qz.com, il pretesto è stato l’uscita della terza stagione della serie prodotta da Hulu, l’occasione era invece il compleanno di un’amica della Jenner, alla quale la reginetta dei reality ha organizzato il party. Il dress code prevedeva per le donne gli abiti rossi e la cuffietta bianca come nella serie che, per chi non lo sapesse, racconta le drammatiche vicende di un’America distopica con problemi diffusi di infertilità, in cui le donne hanno perso ogni diritto civile e le poche ancora fertili (le ancelle) vengono abusate dai maggiorenti allo scopo di generare figli. Alla festa si accedeva attraverso un ingresso decorato in modo da simulare il collo dell’utero di una donna. Le bevande che venivano servite dai camerieri portavano le umilianti formule di saluto che i personaggi femminili della serie sono costretti a ripetere al cospetto di chi le supera in gerarchia sociale: "Under the Eyes tequila", "Praise be vodka", mentre la Jenner stessa ha strillato un paio di volte un altro tormentone della storia: "Lode al signore!".

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Perché non c’è nulla di divertente in tutto questo? The Handmaid’s Tale, tradotto in Italia con il titolo Il racconto dell’ancella, è un romanzo di Margaret Atwood del 1985 che per molti si ispirò al repentino cambiamento (in peggio) della condizione femminile in Iran nel 1979, ed è stato profetico di ciò che è accaduto poi anche in Afganistan, con il regime dei talebani. Milioni di donne vivono esattamente come quelle del romanzo e della serie, alcune anche peggio. The Handmaid’s Tale, come fa notare anche il sito di Quartzy, è diventata una citazione obbligata delle attiviste di tutto il mondo, ogni volta che i diritti delle donne vengono attaccati. Cosa che accade sempre più spesso. Recentemente, negli Stati Uniti, le donne che partecipavano alla protesta per l’elezione a giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti di Brett Kavanaugh, accusato di violenza sessuale, hanno indossato il costume della serie tv. In molti, osservando le foto di Kylie Jenner su Instagram sorridente in costume rosso e bianco in un momento in cui la questione dell’abolizione dell’aborto in Alabama è rovente, si sono domandati perplessi cosa le sia passato per la testa. Come ricorda ancora Quartzy, questa tendenza a dissociarsi dai mali del mondo è però un vizio di famiglia. La Pepsi ritirò uno spot con protagonista la sorella di Kylie, Kendall Jenner, dopo le sue dichiarazioni insensibili contro il movimento Black Lives Matter. Per giustificarle si può solo immaginare che, per capire i problemi altrui, bisogna averne sperimentato qualcuno. È chiedere troppo, a una ragazza che a 21 anni era già la più giovane miliardaria sul pianeta senza troppo sforzo?