Toni Morrison è morta in un momento cruciale in cui la sua esistenza era importante per l’umanità intera. Scrittrice da premio Pulitzer, vinto nel 1988 con Amatissima, e poi da Premio Nobel per la letteratura nel 1993, è stata la prima donna nera della storia a riceverlo. Ma prima ancora, talent scout dal fiuto infallibile quando lavorava come editor alla famosa casa editrice Random House, dove in 19 anni aveva scoperto e dato spazio a scrittori neri come Toni Cade Bambara, Gayl Jones e Angela Davis. È stata anche professoressa alla cattedra di studi umanistici a Princeton, dal 1989 al 2006. A 39 anni, dopo aver letto centinaia di romanzi altrui, cominciò a scrivere i propri e ha costruito un'eredità che deve essere tutelata gelosamente. La sua è stata la voce narrante dell’emarginazione dei neri con romanzi come, appunto, Amatissima e L’occhio più azzurro che non hanno mai smesso di essere attuali, e una potente voce del femminismo, grazie ai suoi personaggi femminili in cerca di un'identità, in un destino diviso fra razzismo e sessismo.

Secondo fonti vicine al suo editore, Knopff, Morrison sarebbe deceduta lunedì, ma la notizia è trapelata tramite fonti ufficiose prima della comunicazione ufficiale. Aveva 88 anni ed era originaria dell’Alabama, quella terra così difficile da vivere ai tempi, per gli afroamericani, che la sua collega Harper Lee ci ambientò Il buio oltre la siepe. Raccontava che quando aveva 15 era rimasta sconvolta per il linciaggio di due commercianti neri che vivevano nella sua stessa via, commesso da un gruppo di suprematisti bianchi. Al momento del Nobel, Toni Morrison aveva pubblicato sei romanzi, e dopo ne pubblicò altri cinque, tutti da riscoprire. L’ultimo, God Help the Child, è stato pubblicato nel 2015. Impegnata nel sostegno della campagna elettorale di Barack Obama, non ha mai interrotto la scrittura, nemmeno quando è morto suo figlio nel 2010 e stava lavorando a Home, uscito nel 2012, perché a sua detta, il figlio se la sarebbe presa nel sapere che si era fermata a causa sua. L'anno scorso, anche in Italia, era uscita una raccolta dei suoi seminari nelle scuole americane in cui girava per spiegare ai ragazzi il razzismo. Una perdita morale, quella della 88enne Toni Morrison, in questa estate irrispettosa che dovremo ricordare per le dipartite di grandi anziani saggi e di ispirazione. “Noi moriamo”, aveva detto nel suo discorso quando ha ritirato il Nobel, “in questo potrebbe essere racchiuso il significato della vita. Ma noi abbiamo anche il linguaggio. E questo potrebbe essere la misura della nostra vita”.