“I cibi pronti in poco tempo sono diventati il vero pasto per troppi di noi”. Chi lo ha detto? a) Una signora mia dell’era moderna, b) una tradizionalista nostalgica dei tortellini della nonna, c) Jane Fonda da giovane nel 1981. Terza busta, prego. La dieta di Jane Fonda ai tempi dell’aerobica si disvela in una passeggiata mattutina tra le bancarelle di libri usati, dove si scorge il rosa shocking di una copertina dei tempi andati e un titolo rassicurante, Il mio libro di ginnastica. Erano gli edonistici anni 80 di Jane Fonda fitness guru, scaldamuscoli borgogna che fasciavano le caviglie sottili, cerchi d’oro alle orecchie e piega impeccabilmente vaporosa mentre insegnava al mondo il vero let's get physical di quell’era patinata.

Già allora Jane Fonda la dieta la prendeva molto sul serio, già allora Jane Fonda atletica, tonica, in anticipo sul resto del mondo, dettava la sottile linea rossa dell’emergenza alimentare. Scagliando il suo strepitoso animo battagliero contro multinazionali e cattive abitudini nutrizionali, già negli anni 80 prima dei suoi anni 80 di età Jane Fonda tentava di dare le coordinate di corretta alimentazione che oggi sono diventate la filosofia intelligente di molti chef. La battaglia per la corretta dieta di Jane Fonda era sociopolitica: nel menu riportato nel libro si elencano le provenienze industriali dei principali cibi, una lista di marchi della gigantesca distribuzione che spersonalizza completamente i valori (nutrizionali) degli alimenti. Salmone incartato, tacchino e roast beef già pronti vaschettati, verdure plastificate nel sapore senza davvero preoccuparsi del terreno in cui crescono: carote, carciofi, una misteriosa salsa di mele. Un gioco ferocemente sarcastico per farci capire che un brand NON significa qualità, ma standardizzazione e perdita della biodiversità.

Ci voleva Jane Fonda e il suo no netto alle merendine, ai preparati industriali, all’apparente semplificazione donata dai banchi del supermercato ad allarmare sui rischi per la salute che sarebbero stati confermati dagli studi. Una primigenia battaglia salutista, già perfettamente inquadrata nell’ottica combattiva di quella attrice e attivista in grado di inanellare lotte per la giustizia con la stessa facilità con cui fletteva i muscoli nei video di aerobica fluo. Fast forward a oggi, Jane Fonda elegante e meravigliosa, ancora battagliera, ancora in grado di rendere notizia qualunque gesto o rivelazione faccia. La Jane Fonda che ha deciso di farsi arrestare ogni venerdì per protestare contro i governi che non prendono sul serio l’emergenza climatica e sfruttano i terreni impoverendoli irrimediabilmente, con conseguenze irrimediabilmente tragiche sulla nostra alimentazione. Oggi come allora, la dieta di Jane Fonda è fondamentalmente la presa di coscienza su come mangiare bene per stare meglio, noi e il pianeta. E per arrivare a 81 anni con lo stesso spirito dell’eterna Hanoi Jane.