Ricky Gervais non risparmia nessuno. Né i giornalisti della Hollywood Foreign Press Association che assegnano i Golden Globes (“per mia fortuna non capite l’inglese”) né le star blasonate (“non venite su questo palco a darci lezioni di saggezza o di politica, voi che siete stati a scuola meno anni di Greta Thunberg”). Li ha accusati di essere pronti a qualunque compromesso. La battuta più feroce: “Se l’ISIS aprisse un servizio di streaming chiamereste subito il vostro agente per chiedere di lavorarci”. Alla fine, ha tirato fuori persino Jeffrey Epstein e Harvey Weinstein sottolineando “Erano amici vostri, andate a f…”.

Sandra Bullock, costretta a uscire dopo questa tirata per consegnare il premio al miglior film ha aperto la busta con una smorfia di fastidio pari a quella che ci viene quando entriamo in un negozio per i saldi e non c’è più niente della nostra taglia.

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Ricky Gervais

Purtroppo, Ricky Gervais ha ragione su tante cose. I giornalisti della Hollywood Foreign Press Association sono un centinaio, in maggioranza sopra (e anche parecchio sopra) i 50 anni, alcuni non lavorano quasi più un po’ per l’età e un po’ perché le testate di cui erano corrispondenti hanno chiuso e, da sempre, le loro scelte suscitano polemiche, a partire dal regolamento stesso. I Golden Globes attribuiscono premi doppi moltiplicando le categorie per tenere dentro il più alto numero di film, con la scusa di dividerli in “comedy or musical” e “drama”. Questo permette di avere un parterre pazzesco (e quello della notte scorsa, infatti, lo era), ma anche una pioggia di premi inconsulta. Renée Zellweger vince come attrice drammatica (per il film Judy), Awkafina come miglior attrice in una commedia o musical (The Farewell). In Judy Renée canta, in The Farewell c’è una nonna che sta morendo: insomma, il concetto di commedia, dramma e persino musical è sempre più labile. Del resto, il cinema è cambiato e gli steccati hanno sempre meno senso.

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Renée Zellweger

Ma meno senso di tutto ha lo steccato che divide cinema in sala e cinema in streaming, soprattutto da parte di un’associazione dove si premiano anche le serie televisive (hanno stravinto Fleabag, Chernobyl e soprattutto Succession). Invece, il fatto che The Irishman, regia di Martin Scorsese e con quel cast sia rimasto a mani vuote e che Marriage Story, altro titolo superfavorito sia uscito con poco (giusto il premio a Laura Dern, meritatissimo) fa pensare che la Hollywood Foreign Press abbia voluto lasciare, un po’ come ha fatto il festival di Cannes, le produzioni firmate Netflix fuori dal salotto buono. Una nomination non si nega a nessuno, tanto più se ti porta sul tappeto rosso Scarlett Johansson e Al Pacino, ma i premi più importanti (sarà un caso?) sono andati tutti a film prodotti dagli studios e destinati al cinema in sala. In particolare, il premio per il miglior film “drama” è andato a 1917, l’incredibile quasi unico piano sequenza sulla prima guerra mondiale di Sam Mendes (esce in Italia il 23 gennaio). E se due indizi fanno una prova, Mendes, nel ringraziare la statuetta, ha celebrato la bellezza del cinema in sala.

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Scarlett Johansson

Quella peste di Ricky Gervais ha meno ragione quando dice che le star di Hollywood sono ignoranti. Magari ipocrite su temi come l’ambiente (una sfilata di limousine, però il menù era vegano!), ma non completamente asini. C’è sempre chi usa la propria popolarità per mandare messaggi importanti. Ieri sera, al Beverly Hills Hotel lo hanno fatto in particolare le donne: l’australiana Cate Blanchett ha sensibilizzato sugli incendi nel suo Paese, Patricia Arquette e Michelle Williams, ricevendo i loro premi, hanno ricordato che nel 2020 in America si vota e invitato a votare con la testa. Arquette ha anche ricordato che potrebbe essere una guerra a breve, in caso qualcuno, troppo preso da film e feste, non se ne fosse accorto.

Pasionarie Patricia e Michelle, araldi dei buoni sentimenti Tom Hanks (si è persino messo a piangere) e Brad Pitt. Mentre anche Jennifer Aniston lo guardava, Brad ha detto: “Se potete, siate gentili”. Obbediamo, Brad: come si fa a dirti di no?

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Cate Blanchett