È il 9 febbraio del 1977, sono le ore 17:30 e la tv e le radio annunciano che il re Hussein di Giordania sta per dare una comunicazione a reti unificate. Quando si apre il collegamento, con voce rotta dalla commozione il re informa il popolo che la regina Alia, la sua terza consorte, la madre della principessa Haya e del principe Ali, è morta tragicamente in un incidente a soli 28 anni. L’elicottero su cui la regina rientrava da un’ispezione ufficiale è precipitato uccidendo lei, il ministro della Sanità, il pilota Badreddin Zaza, amico del re, e un medico militare. Il tempo era pessimo quel giorno, ma la regina aveva ricevuto molte lettere di pazienti dell’ospedale Tafileh, nel sud della Giordania e aveva urgenza di verificare con un’ispezione se la cattiva gestione di cui aveva letto in quelle righe si stava verificando realmente. Il re l’aveva pregata di rimandare ma lei non ne aveva voluto sapere. La sua generosità le era stata fatale. Da quel momento prese vita l’inevitabile teoria complottista secondo cui la regina sarebbe stata uccisa per volere di poteri forti. Una storia che si ripeterà esattamente 20 anni dopo, il 31 agosto del 1997, quando la principessa Diana morirà nell’incidente d’auto sotto il ponte dell’Alma a Parigi e si parlerà di omicidio. Ma chi era Alia Baha Toukan Hussein, e cosa aveva in comune con Lady D?

Alia era nata nel 1948 a il Cairo, in Egitto, nel giorno in cui il mondo cristiano festeggia il Natale, il 25 dicembre. Sua madre Hanan Hashim era figlia di un celebre personaggio politico palestinese del passato, Ibrahim Hashem, suo padre era l’ambasciatore giordano in Italia ma anche, in contemporanea, ambasciatore presso la Corte di San Giacomo nel Regno Unito, in Turchia e in Egitto. Il re in Giordania, al tempo, è Abdullah I e Baha Toukan è un uomo importante e stimato dal sovrano, che ha contribuito anche a scrivere la Costituzione giordana nel 1952 ed è stato il primo ambasciatore del suo paese presso le Nazioni Unite.

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Lo sguardo innamorato di Re Hussein per Alia, appena sposati, 1972

Per questo motivo, una delle città in cui Alia trascorre l’infanzia è Roma, dove frequenta il Rome Center of Liberal Arts (che ora si chiama John Felice Rome Center), una filiale della Loyola University di Chicago. A seguito del padre, ha vissuto anche in Egitto, Turchia, Stati Uniti e Londra. In quest’ultima frequenta la Church School con i fratelli più piccoli, Alaa e Abdullah. Finite le scuole superiori viene iscritta all’Hunter College di New York dove si laurea in Scienze politiche e dove consegue anche un dottorato in Psicologia sociale e uno in pubbliche relazioni. Intanto, Alia è diventata una bella ragazza, appassionata in egual misura allo sport e alla scrittura, con il sogno di una carriera diplomatica sulle orme del padre.

Nel 1971 Alia si trasferisce in Giordania e lavora per la Royal Jordanian Airlines. Il re non è più quello di quando è nata lei, Abdullah I. Lo scettro, nel 1951, è passato brevemente nelle mani di suo figlio Talal che poi, a causa di una grave forma di schizofrenia, è stato costretto ad abdicare a favore del figlio Hussein già l’anno dopo. Alia ha conosciuto Hussein in Egitto quando lei era bambina e lui un adolescente. Era stato mandato a casa sua perché il re aveva chiesto al padre di lei di fare da mentore politico al giovane erede. Tornata in Giordania, e frequentando gli stessi ambienti, era inevitabile che due si rincontrassero a qualche evento. Lei ha 23 anni, Hussein ne ha 35, è sposato con la britannica Antoinette Avril Gardiner, (diventata dopo le nozze Munā al-Ḥusayn) e ha già un divorzio alle spalle dall’accademica egiziana Dina bint 'Abd al-Hamid, sua cugina di secondo grado dalla quale ha avuto la prima figlia, anche lei chiamata Alia. Con Antoinette, invece, ha avuto Abdullah il figlio maschio, l’erede al trono (futuro marito di Rania di Giordania). Re Hussein ha la fama di amare gli aerei – che pilota benissimo – e le donne con la stessa passione. Il primo matrimonio è durato poco ed è molto attratto dalla giovane e affascinante figlia del diplomatico che ha servito fedelmente suo nonno. Decide di incaricare Alia di supervisionare i preparativi per il primo festival internazionale di sci nautico nella città costiera di Aqaba, previsto per il settembre 1972. Lei è all’altezza del compito, forse datole più che altro per mantenere il contatto.

Il 21 dicembre 1971 re Hussein è di nuovo single, ha chiesto il divorzio dalla moglie britannica sposata dieci anni prima. Con la scusa dell’impegno organizzativo, invita spesso la sua nuova fiamma Alia ad Aqaba, dove ha una splendida residenza estiva. Lì inizia la loro storia d’amore. A settembre del 1972 si tiene il festival nautico organizzato dalla ragazza, e a dicembre i due si sposano in una cerimonia privata. Niente sfarzi, solo 12 invitati. Alia assume il titolo di Regina Alia Al-Hussein di Giordania e si dimostra subito la consorte perfetta per un re: generosa, umana, impegnata in molte iniziative benefiche. Alia istituisce subito il suo ufficio personale per gestire tutte le iniziative, è la prima regina giordana a svolgere un ruolo pubblico attivo, esempio che seguiranno anche le altre dopo di lei. Prende a cuore la condizione di donne e bambini nel suo paese, finanzia progetti di sviluppo sociale e stringe una convenzione tra orfanotrofi e scuole per garantire un’istruzione anche ai bambini di strada, che fa recuperare su segnalazione. Prende l’abitudine di fare ispezioni a sorpresa negli ospedali e nelle istituzioni nazionali. Il metodo funziona e gli standard dei servizi pubblici si alzano improvvisamente. Rendendola però impopolare presso molti funzionari.

È stato l’eccesso di generosità a segnare il suo destino? Di sicuro, Alia non era amata da tutti. Nel 1974, chiese al Parlamento di votare una legge che concedesse anche alle donne il diritto di voto, e l’impresa le riuscì. Il 4 aprile 1974 la legge fu promulgata fra le proteste delle frange reazionarie. Ma a causa della sospensione della vita parlamentare in Giordania, tra il 1974 e il 1989, e quindi il blocco dei decreti attuativi, la regina non vedrà mai le donne giordane alle urne. Nel 1976 Alia chiese e ottenne dal marito di adottare insieme Abir Muhaisen, un bambino di tre anni orfano, la cui madre è rimasta uccisa in un incidente aereo in un campo profughi palestinese ad Amman. Nello stesso anno, la regina Alia ricevette la Grande Stella d'Onore per i Servizi nella Repubblica d'Austria e nell’anno successivo, che sarebbe stato l’ultimo della sua vita, si dedicò alla promozione della cultura come mezzo di liberazione delle categorie disagiate, spingendo la creazione di biblioteche in tutto il paese, tra cui una presso la banca centrale della Giordania e un'altra nella Città medica di Re Hussein. Quante altre cose avrebbe fatto Alia, se la sua vita non fosse stata recisa? Re Hussein avrebbe mai chiesto il divorzio anche da una donna che continuava a ricevere lodi e riconoscimenti dalla comunità internazionale? Non lo sapremo mai.

L’11 febbraio del 1977, due giorni dopo la morte della sua giovane consorte, il re era al suo funerale circondato da rappresentanti delle case reali e dei governi di quasi tutto il mondo, dalla regina Sofia di Spagna all’imperatrice Farah dell’Iran, dal presidente siriano Hafez al-Assad al ministro degli esteri tedesco Hans Dietrich. Alia venne sepolta vicino allo Hashimiyah Palace, il palazzo che il re aveva fatto costruire solo tre mesi prima per donarlo alla sua sposa. All’arrivo del feretro vennero sparati 21 colpi a salve e il suo corpo fu tumulato sotto un albero d’ulivo che aveva piantato lei stessa in quello che doveva diventare il suo giardino. Nel 1983 Re Hussein fece dedicare a lei l’aeroporto di Amman, che sarebbe diventato uno dei più efficienti del mondo e si è dato da fare per portare avanti i progetti della moglie, sempre a suo nome, erogando numerose borse di studio impartite in suo onore. Alia non è celebre come Lady D, ma di lei nulla è andato perduto. A raccogliere l’eredità della regina sfortunata sono state due donne. Una è Rania di Giordania, che a lei si è ispirata e ne ha continuato l’impegno per donne e bambini. L’altra e sua figlia, la principessa Haya, la coraggiosa fuggitiva che sta divorziando dall’emiro di Dubai e che ne sta denunciando i retroscena. Per lei fanno il tifo in molti, ma sua madre Alia ne sarebbe stata orgogliosa.

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