I gioielli sono più distintivi dei vestiti, soprattutto se si tratta di pezzi unici. Basterebbe la collezione di gioielli di Joan Crawford per dimostrarlo: la passione smodata per i preziosi, per la co-protagonista di Che fine ha fatto Baby Jane, competeva con quella di Liz Taylor ed è meno nota solo perché i pezzi, dopo la sua morte a 69 anni, si sono dispersi in una diaspora che ha riservato qualche sorpresa. Come quando l'inglese Peter Edwards, sfogliando le pagine della rivista Famous Jewellery Collectors, si è accorto di avere in vetrina una parure d'oro, acquamarina e diamanti appartenuti alla diva, realizzata per lei da George Verger. Solo che li aveva comprati all’asta degli oggetti di Andy Warhol. Fra le molte cose che distinguevano e distinguono ancora Joan Crawford dal resto del mondo, ce n’è una di cui lei andava molto fiera: l’essere inimitabile. Quando Hollywood sprigionava una nuova star dal suo firmamento di debuttanti, questa poteva appartenere solo a due categorie: l'imitazione di una diva, o una diva che avrebbe generato imitazioni. Joan non apparteneva a nessuna delle due. Se per una Marilyn Monroe che faceva successo, la mecca del cinema tirava fuori subito una Jane Mansfield che la clonava - e succedeva con quasi tutte - gli Studios concorrenti alla MGM, con cui Joan aveva il contratto, non sono mai riusciti a confezionare a tavolino una “risposta a Joan Crawford”. Era unica, ed è rimasta tale.

instagramView full post on Instagram

Per assicurarsi questa peculiarità l’attrice coltivava accuratamente quei dettagli che non potevano essere emulati da una debuttante, come i gioielli costosi, vistosi, sfavillanti, da regina. Ma soprattutto scegliendo designer meno "inflazionati", come William Ruser. Questo gioielliere di Beverly Hills, che dava il suo meglio incastonando le perle di fiume in elaborate spille e sontuosi anelli, creò invece per lei una parure entrata nella leggenda come The Joan Crawford Amethyst Suite. Il set di collana, orecchini e bracciale debuttò sulla mise dell'attrice in lutto, nell'aprile del 1959, alla conferenza stampa per la morte del marito Alfred Steele, il Ceo della Pepsi Cola che ha reso i soft drink un prodotto mass market in tutto il pianeta. Joan aveva convocato i giornalisti per far sapere che suo marito non c'era più, ma lei sì, e - casualmente o volutamente - scelse l'ametista, la pietra dei re nell'antichità. I tre pezzi sono ora in possesso di Fred Leighton, aggregatore e curatore dei gioielli vintage e contemporanei più ambiti della storia (che difficilmente li cederà).

Un altro designer amato dalla Crawford era Raymond C. Yard che per lei ha creato diversi oggetti. Tra questi un famoso bracciale in platino art déco largo abbastanza da ospitare zaffiri stellati, a baguette, rettangolari, quadrati, marquise e diamanti a mezza luna in una sorta di ordinato rave fra pietre preziose. Ma anche, nel 1940, la parure bracciale e collana a doppia maglia di serpente, la catena della collana è accentuata da volute d'oro, con al centro di tutto un quarzo citrino dalle dimensioni impressionanti, circa 350,00 carati, accompagnato da altri citrini da 11,50 carati nella foto sopra.

Un altro gioiello iconico di Joan Crawford è il bracciale di ametista di Adrian (pietra che la diva amava molto). Hollywood era un circolo chiuso, a volte autosufficiente, è accadeva così che un costumista della MGM come Gilbert Adrian , noto semplicemente come Adrian, disegnasse anche i gioielli per le dive scritturate. Questo bracciale rigido in oro, ametista e diamanti a taglio quadrato da 14k, è stato commissionato per il terzo anniversario di matrimonio fra Joan e Phillip Terry, terzo marito della star, ex attore anche lui ma diventato milionario solo dopo essersi dato al mestiere di immobiliarista. All'interno è incisa la dedica: "Carissima, è il terzo passo sul nostro ponte che hai costruito così bene. Ti amo oggi e ti amerò per sempre - Phillip. 21 luglio 1945". Purtroppo, divorziarono meno di un anno dopo.



E infine la parure protagonista dell'episodio raccontato in apertura. Joan Crawford ha indossato per tutta la vita questo set di collana, bracciale e orecchini in oro giallo e rosa creati nel 1935 dal laboratorio Frères Verger per Boucheron, e l'ha portata anche nel film Donne del 1939. Vi risiedono un buon numero di acquamarine a taglio ovale e di brillanti rotondi. Alla morte dell'attrice, nel 1977, la parure fu acquistata, come detto, da Andy Warhol che era un suo ammiratore. Oggi è di proprietà della Hancocks, la rinomata gioielleria londinese di Burlington Arcade che custodisce molti pezzi storici, tra cui la Anglesey Tiara datata 1890.