Lady Diana che fa mobbing a una dipendente, la tata del principe William, è un’ipotesi accettabile? Dipende. Nessuno è perfetto e a nessuno dovrebbe mai essere chiesto di esserlo, perché la ricerca della perfezione è causa di infelicità. Che la principessa Diana non fosse perfetta come la sua immagine pubblica cercava di far credere, lo sappiamo ormai da tempo. Diana era una donna fragile e tormentata dalle insicurezze. La maggior parte dei suoi “difetti” dipendeva proprio dalle pressioni che subiva dalla Corte e dai doveri imposti dal protocollo, e quando le fu possibile cominciare a infrangere le regole è diventata una donna diversa, forse più serena, sicuramente più affascinante (come quando indossò il celebre Revenge Dress). Ma prima di allora, Diana aveva il dovere di apparire una madre attenta e devota ai suoi figli, il principe William e il principe Harry, che tuttavia doveva affidare a una tata per poter seguire anche i suoi impegni come membro senior della famiglia reale.

La Principessa del Galles è stata una pioniera dell’approccio pratico alla maternità e quando è rimasta incinta la prima volta aveva già deciso che si sarebbe occupata dei figli molto più di quanto era stato possibile alla regina Elisabetta, della cui assenza forzata si lamenta ancora il principe Carlo, il quale finì per legarsi molto alla sua nanny Mabel Anderson che considerava una seconda mamma. Pur di tenere vicina Mabel, il principe di Galles fece un tentativo di proporre la sua vecchia tata alla moglie Diana, per occuparsi anche dei suoi figli. Ma Diana rifiutò fermamente di mettere William nelle mani di una signora per lei "anziana" (aveva 56 anni) e di mentalità vecchio stampo, per cui pretese una figura più moderna di quelle tradizionali, e la scelta cadde su Barbara Barnes.

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Princess Diana Archive//Getty Images

Diana si inserì in quella che nell’aristocrazia e alta borghesia inglese viene chiamato "il network della tate". Non c’erano ancora i social e le chat delle mamme su WhatsApp, ma le famiglie si scambiavano recensioni, informazioni e soffiate attraverso un intenso passaparola nei salotti. Diana e Carlo appresero che la tata in servizio presso la famiglia dell'On. Colin e di Lady Anne Tennant, la dama di compagnia della principessa Margaret, stava per tornare disponibile perché l’ultima dei loro cinque figli aveva ormai 14 anni. Si chiamava Barbara Barnes, aveva 39 anni e piacque molto a Diana. Non aveva seguito una formazione tradizionale al mestiere, ma aveva fatto molta esperienza in Francia e Svizzera, e quando la principessa le domandò se sul lavoro aveva intenzione di portare la classica uniforme inamidata rispose: "Santo cielo, no". Un colpo di fulmine per Diana, supportato da Lady Tennant che gliela raccomandò vivamente con le migliori referenze: "Ha un modo così naturale di avere a che fare con i bambini", le assicurò, "e un talento particolare nel tirare fuori il meglio di loro”.

Anche il colloquio, a cui erano presenti sia Carlo che Diana, andò benissimo. Miss Barnes era cresciuta nella tenuta del quinto conte di Leicester, il padre di Lady Anne Tennant, per il quale lavorava suo padre. Con la lady si conoscevano sin da bambine, Barbara aveva cantato al suo matrimonio col proprietario della l'isola caraibica di Mustique (che diventerà il buen retiro della principessa Margaret). Barbara Barnes non si era emozionata alla notizia che avrebbe sostenuto il colloquio con l’erede al trono Carlo, e che avrebbe dovuto crescere il successivo erede, William: "Non credo che nell'allevare un bambino reale sorgano problemi diversi da quelli degli altri", disse, "basta trattarli tutti come individui". Al colloquio non fu molto larga di dettagli sul suo metodo, perché si basava sull’intuirne di volta in volta uno ritagliato sulla personalità del bambino, ma disse a Diana e Carlo che una delle cose più importante per una tata era il senso dell'umorismo, e che lei ci teneva molto che i bambini trascorressero tanto tempo all’aria aperta e in stanze ben arieggiate e fresche.

La tata disse pure alla principessa Diana e al principe Carlo che avrebbe fatto in modo che entrambi fossero profondamente coinvolti nell'educazione dei loro figli, cosa che Diana sperava di fare: "Dopotutto, non sono figli miei, sono i vostri”, disse la Barnes mostrando senso pratico e nessuna soggezione. Poi sfoderò il suo famoso sorriso che la rendeva molto popolare fra i bambini e che ispirava fiducia negli adulti. Barbara fu assunta e gli addii con la famiglia Tennant furono commoventi: "Ci mancherà moltissimo", disse Lady Anne, che della tata aveva anche apprezzato la discrezione, poiché mai aveva cercato contatti con la stampa per vendere informazioni riservate. Era così riservata che quello che successe dal momento in cui entrò in casa del principe e della principessa del Galles non arriva certo da lei. Le informazioni sulla vicenda sono infatti un mosaico di indiscrezioni giunte da varie parti, che dopo essere uscite sui giornali sono state assemblate nel documentario Serving the Royals: Inside the Firm.

london   september 16 prince william with his nanny barbara barnes leave st mary's hospital on september 15, 1984 paddington, london, england, having visited his newborn brother prince harry, in the lindo wing with his mother diana princess of wales photo by david levensongetty imagespinterest
David Levenson//Getty Images

Si sa che Miss Barnes iniziò diligentemente il suo lavoro e che Lady Anne Tennant aveva ragione: entrambi i bambini si trovarono bene con lei. Anzi, benissimo. Diana appoggiava l’educazione libera dei suoi figli, che dal resto dei membri della famiglia reale, però, venne era definita “selvaggia”. Si dice che William fosse un bambino così vivace (“indisciplinato”, per la corte) che nel 1986, per indurlo a seguire ordinatamente il corteo nuziale al matrimonio dello zio Andrea con Sarah Ferguson di cui era il paggetto, fu necessario tracciargli la strada nella navata con una fila di Smarties. Barbara, prima di quell’evento, aveva cercato di lavorare sulla disciplina di William senza soffocare la sana iperattività di bambino, ma se per Diana fu già spiacevole vederla riuscire in questa impresa meglio di lei, e senza fare ricorso a punizioni, il dramma vero fu che a un certo punto, la mattina appena sveglio, William passava oltre la camera della mamma e del papà per sfrecciare in quella della tata e saltare sul suo letto. Diana cominciò a covare la gelosia.

Per paura di essere da meno della tata, Diana si vantava pubblicamente di dare da mangiare personalmente ai figli e, in una sorta di excusatio non petita affermava di starli crescendo “da sola”, oscurando l’operato della Barnes che continuava diligentemente il suo lavoro e non rivendicava certo i meriti. Dopo aver rifiutato la presenza di Mabel Anderson, la tata di Carlo, e aver sponsorizzato fortemente Barbara Barnes con il marito, Diana si sentiva in imbarazzo nel licenziarla senza un motivo serio, oltre ad ammettereche voleva i bambini tutti per sé. Non si sa quale sia stata, alla fine, la scusa avanzata da Diana per dare il benservito a Barbara Barnes dopo le nozze di Andrea e Sarah Ferguson. È rimasta riservata, e comunque nessuno ci credette perché il vero motivo era chiaro. Per questo Carlo, stavolta, si impose scegliendo da solo la sostituta, Tiggy Legge-Bourke, anche se Diana andò su tutte le furie perché non le piaceva. William, che aveva quattro anni e si era legato molto alla prima tata (Harry era ancora troppo piccolo), rimase sconvolto dalla separazione. Crescendo fece in modo di mantenere i contatti con lei. Per fortuna, legò presto anche con Tiggy Legge-Bourke, e superò il trauma. Tiggy fu un importante punto di riferimento per i ragazzi quando Lady Diana morì nell’incidente dell’Alma, a Parigi. Ma William non ha mai dimenticato la sua prima tata Barbara Barnes, che nel 2011, alle nozze del principe William e di Kate Middleton, era seduta nelle prime file, ospite particolare della lista fornita dal principe in persona.