Il fatalismo dei film d'amore ci ha insegnato un fatto preciso: la serendipità esiste e tutto può succedere. Tutto, anche le ingiustizie crudeli. Banale lezioncina di vita? A metterla in scena, no. A volte l'amore non trionfa come dovrebbe, il realismo colpisce lo stomaco proprio sul finale. È il riassunto strutturale del film One Day, uscito nel 2011 per la regia di Lone Scherfig (regista danese del collettivo Dogma 95 passata alle produzioni internazionali con il delizioso An Education), con Anne Hathaway e Jim Sturgess a interpretare i protagonisti Emma Morley e Dexter Mayhew. Tratto dall'omonimo romanzo del 2009 di David Nicholls, anche sceneggiatore, racconta la storia di una coppia predestinata che si rincorre per due decenni dopo la fine dell'università, e che il fato fa incrociare sempre il 15 luglio di ogni anno. Non a caso: nel mondo anglosassone è l'antica festa di San Swithun, considerato il santo dei miracoli postumi, e la tradizione vuole che il meteo del giorno del 15 luglio tenda a protrarsi per i quaranta giorni successivi. I calendari registrano cambiamenti, dolori, relazioni parallele, eventi che non riescono a intaccare il sentimento profondo, collettivo ma al tempo stesso unico, che li lega indubitabilmente: la versione suprema dell'amore e dell'amicizia.

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Svelata la prospettiva sulla storia, con emotività sparse (tante) e qualche momento più leggero (pochi), ci si immerge in 108 minuti d'amore & tutti i sentimenti. La trama di One Day è classicissima: Emma e Dexter si conoscono l'ultimo giorno di università e trascorrono un'intera notte insieme a raccontarsi le proprie vite. Gli opposti che si attraggono: lei idealista, ambiziosa, impegnata a migliorare il mondo, lui ricco, affascinante e interessato soltanto al divertimento nell'immediato. L'attrazione c'è ma la sopiscono, nessun contatto fisico. Anno dopo anno nei successivi venti che accompagnano la loro maturità, il rapporto muta: si allontanano e si riavvicinano, si cercano e si respingono, sanno di essere destinati a stare insieme ma non vogliono "rovinare tutto". Emma si mantiene come cameriera poi passa all'insegnamento, si fidanza col comico fallito Ian (Rafe Spall) per qualche anno, finalmente pubblica un libro consacrandosi come scrittrice. Anche Dexter fa carriera, ma in modo diverso: diventa conduttore di programmi trash in tv e si aliena buona parte delle vecchie amicizie adeguandosi al modello di persone che propone e che frequenta, poi passa ad una catena di ristoranti bio, si sposa con Sylvie (Romola Garai) e ha una figlia, prima di capire finalmente chi volere davvero accanto. La persona che sua madre Alison (Patricia Clarkson), malata di cancro, lo spingeva a frequentare intuendone la sintonia sotterranea. L'infinita educazione sentimentale di Emma e Dexter in One Day è un finale dolorosissimo, il fato interrompe il pas de deux ventennale di una coppia agrodolce.

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L'alchimia tra Anne Hathaway e Jim Sturgess in One Day fa piangere per i trequarti abbondanti del film, abbandonandosi alla regolarità dei loro incontri e all'irregolarità del loro amore. E dire che l'attrice, nel pieno della sua fama dopo il successo globale de Il diavolo veste Prada qualche anno prima, non avrebbe nemmeno dovuto essere nel cast di One Day: girando principalmente tra Londra e Edimburgo con rare incursioni in Francia, la regista Lone Scherfig avrebbe preferito una rosa di attori il più possibile British, con l'eccezione di Patricia Clarkson considerata perfetta per il delicato e struggente ruolo della madre di Dexter. Ricevuto il copione con una soffiata, Anne Hathaway volò a Londra durante le vacanze di Natale per parlare con la regista e convincerla che fosse perfetta per il ruolo. "Fu un disastro, il peggior incontro della mia vita, ero disperata" raccontò l'attrice a Shockya. A salvarla fu lo scarabocchio di una playlist di canzoni che, secondo lei, avrebbero descritto perfettamente la caratterizzazione della sua Emma. "L'ho pensata come una farfalla. Sembra romantico, ma in realtà è una cosa violenta: tutti sanno che un bruco fa il bozzolo per diventare farfalla, ma è un processo tremendamente doloroso, il bruco praticamente si fa a pezzi per far emergere la farfalla" dichiarò a Pop Entertainment, spiegando come il lavoro sull'accento e l'immersione nella cultura pop britannica l'abbiano aiutata nei tratti principali di Emma (eppure i critici non apprezzarono particolarmente la sua performance linguistica, dichiarandosi distratti dal continuo tentativo di Anne Hathaway in One Day di sembrare inglese). La fiducia riposta nell'attrice aiutò anche Jim Sturgess, già amatissimo in Across The Universe e in 21, perché fu proprio la collega a suggerirlo alla produzione come perfetta incarnazione di Dexter Mayhem. E lui non se lo aspettava: a differenza della compagna di set, non aveva letto il libro pur conoscendone il successo. "Ero in spiaggia a Dubai e ho visto tre persone che leggevano quel libro arancione. Ho pensato "oddio lo stanno leggendo tutti". C'è stata più pressione di ogni altro ruolo che abbia recitato" raccontò l'attore a Marieclaire UK nel 2011. Un personaggio che gli è costato qualche difficoltà umana, perché la caratterizzazione di Dexter lo ha accompagnato anche fuori dal set. "Ho iniziato il film pensato che Dexter fosse un casinaro divertente, ma il suo lato oscuro esiste" spiegò a Cinemablend. Rendere questo tratto era fondamentale per dargli profondità: "Difenderlo l'ho preso come impegno personale, anche se è grezzo e fastidioso. Era importante scoprire perché si comportasse così, mostrare che è amabile, vulnerabile e impaurito" chiarì a Marieclaire UK.

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Di film simili a One Day ne esistono: lo splendido Dieci inverni di Valerio Mieli con Isabella Ragonese e Michele Riondino, e la trilogia in cui da Prima dell'alba a Before Sunset e Before Midnight Richard Linklater annulla le distanze geografico-temporali tra Julie Delpy e Ethan Hawke. Sul versante delle serie tv, pur senza calendarizzazione degli incontri, la stessa evoluzione/educazione sentimentale la vivono Maryanne e Connor in Normal People, anche questa tratta da un romanzo di Sally Rooney. Di commedie romantiche (o forse più dramma, in questo caso) dalla gentile levità, che si fanno vedere anche in caso di allergia al genere, il film di Lone Scherfig è uno dei rappresentanti più recenti e certamente riusciti. Il successo al botteghino c'è stato, nella lista dei film strappalacrime compare sempre. Ogni tanto serve rifugiarsi in storie già ampiamente spoilerate, ma che garantiscono assieme conforto e sgomento: perché tutti, ma proprio tutti, abbiamo avuto una Emma, un Dexter, una persona che non è solo amicizia ma amore ultraterreno. "L'amore è universale. Chiunque sa cosa significhi avere il cuore spezzato una volta, ancora e ancora e ancora da una persona" sostenne Anne Hathaway. Non servono forse a riconoscere questo amore le rom-com, a lieto fine o meno?