Prendetevi un'ora, preziosa. Miral Rivalta intervista sua mamma, Rula Jebreal in esclusiva per Marie Claire Italia: ne è nato un lungo scambio su cosa vuol dire tramandare, raccontare la situazione femminile, a quali domande ostiche possono rispondere due generazioni diverse - “le domande più difficili mi sono sempre state fatte da te, Miral, da quando avevi quattro anni, forse tre. Eri una giornalista nata, iniziavi sempre con un perché?” - racconta un'orgogliosa Rula.

Miral Rivalta è un'artista che per noi ha ritratto i compagni dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, sguardo attento, luminoso, pronto a cambiare "la manipolazione fotografica è molto interessante e in continua evoluzione, e l’arte penso sia più ciclica, come si è rivelata in passato". Oggi ritroviamo Rula Jebreal, dopo la lunga intervista dove ci aveva raccontato "si sta troppo in redazione, non si parla abbastanza con le persone", con un nuovo libro in uscita più che mai attuale, Il cambiamento che meritiamo (edizione Longanesi).

Che cos’è il femminismo per te mamma?
È una questione di giustizia: giustizia sociale, giustizia salariale, parità, verità, inclusione, rappresentanza, diversità (…). La misoginia, il patriarcato è ancora una cultura che vuole che le donne stiano silenzio, "zitte e mosca". Lo abbiamo sperimentato ancora in questo anno di lockdown quando molte donne si sono trovate in prigione, chiuse in casa con il loro aguzzino.

Sono d’accordo - risponde Miral -: per me il femminismo è la lotta alla parità economica, sociale e politica. Mi trovo molto spesso a confrontarmi con persone più grandi e della mia età che non hanno idea di cosa sia il femminismo o che credono sia solo una questione di potere quando qui, invece, si parla di parità.