La libertà di Dio

Un giorno di primavera in cui avevo fatto incetta di ribes e mirtilli, mi sentii così di buon umore e straripante di vitamina c che decisi di fermarmi in una biblioteca della periferia di Padova, conosciuta per i suoi volumi di autori russi minori. Preso il libro di un certo filosofastro chiamato Lev Šestov, mi avventurai addirittura in fotocopisteria – il rumore delle stampe mi ha sempre fatto pensare all’ultima scena di Terminator, in cui lo scheletro d’acciaio striscia per raggiungere l’inerme Sarah Connor – per potermelo leggere a casa. Il pensatore, un ebreo ucraino della prima metà del ‘900, divenne il mio nuovo Maestro, grazie a questa storia: pochi fortunati, come Plotino e Tolstoj, vengono visitati dall’###b