«Sono nata il 21 a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle, potesse scatenare tempesta». Oggi Alda Merini, la poetessa e scrittrice italiana nata a Milano il 21 marzo del 1931 e scomparsa l'1 novembre 2009, avrebbe compiuto 85 anni.

Mentre oggi Google le dedica il doodle della giornata, noi la ricordiamo con le sue frasi più belle, gli aforismi e le citazioni da ricordare.

Regalo di compleanno 1. «Un pasto caldo? Piuttosto un uomo caldo». (A chi le chiedeva cosa volesse come regalo di compleanno per i suoi 73 anni, nel 2004).

Regalo di compleanno 2. «Lo avrei preferito più filiforme» (A proposito di Ghibly, lo spogliarellista che si esibì per lei per il suo compleanno).

Definizioni. «Io sono stata una rondine di una primavera sventata, perché ho sempre dato tutto agli altri e per me non è avanzato niente!» (Intervista di Pino Amatiello).

Consigli per giovani scrittori. «Possono fare le elementari; non c’è una scuola di poesia. Il poeta è unico, indivisibile, è come l’Araba Fenice, no? Si può insegnare a scrivere, ma non si può insegnare l’ispirazione: non si può fare una puntura d’ispirazione. Non esiste». (A proposito delle scuole di scrittura, intervista di Pino Amatiello).

Su un'isola deserta. «Porterei tre pappagalli, bianchi, rossi e gialli» (La Repubblica).

L’estate milanese. «Visitare casa propria: è sempre una scoperta e con il ventilatore si sta bene. Milano è una donna anziana che non viene considerata. Da vedere ci sono il Castello, il Duomo. E niente balere, Milano è un gioiello d'arte» (Quando diede consigli su cosa visitare a Milano d’estate, La Repubblica).

Il Paradiso a Milano. «È bellissimo tornare a Milano, di notte. Si potrebbe lasciarla per sempre solo per andare in Paradiso. Ma forse desidererei, anche da lì, la mia casa». (Corriere della Sera)

Paura del Nobel. «Ho avuto una candidatura...però io ho paura dell'invidia! Quando ho vinto il Montale, sono arrivate tante polemiche!» (Giornale di Confine)

I maschi. «Sì, sono molto odiata. Sono i maschi che non possono vedere Alda Merini. Ma questo è cominciato anche ai tempi del manicomio, quando i maschi vedevano un certo tipo di intelligenza e anche di bellezza nelle donne, che quindi insieme hanno fatto questo orrendo gomitolo del manicomio». (Giornale di Confine).

La bellezza delle donne. «Oggi la bellezza è un obbligo. Le donne sono bellissime, come noi purtroppo non eravamo da giovani. Non c'erano le cure, i cosmetici, l'alimentazione selezionata...e non parliamo del manicomio. Siamo stati abbastanza maltrattati, noi della nostra generazione. Adesso le guardo, queste ragazze perfette, così dotate di grazia, agili e scattanti nei loro movimenti e ne sono affascinata. Spesso mi sono domandata come facciano gli uomini ad affrontare quest'invasione irresistibile del femminile che si prolunga in tutte le età. Le nostre nonne erano un po' rattrappite, afflitte dalla malformazione diffusa e dai dolori. Ma eravamo “cuor contento” senza modelli così imperativi e non mancava quella bella felicità che prorompeva da un cuore anche sfortunato, però sempre aperto alla speranza». (L’Unità)

Una vecchia. «Lei è venuta fino a qua per me, per una vecchia?» (A Valentina Calista di Stilos, arrivata da Roma per intervistarla).

Antologia poetica. «Non ci ho mai pensato, non mi interessa, ma facciano come gli pare» (A chi le fa notare che un giorno gli studenti potrebbero studiare Alda Merini).

A come Amore. «Non mi faccia questa domanda, la faccia al cardinal Ruini, è roba di teologia questa. Amore è non averne il sospetto e trovarsi dentro un crogiuolo perfetto» (A Filippo Baglini che le chiede cos’è l’amore).

M come Morte. «Non la conosco per ora, conosco una morte morale, un abbandono, questa è una specie di morte».

Un miracolo. «Il successo è come l'acqua di Lourdes, un miracolo. La gente applaude, osanna e ti chiedi: ma cosa ho fatto per meritare tutto questo? Penso che la folla, anche piccola, che ti ama ti aiuta a vivere. In fondo un poeta ha anche qualcosa di istrionico e di folle. Per questo il manicomio è stato per me il grande poema di amore e di morte. Ma anche questo luogo oggi è distante. Mi capita a volte di rivederlo in sogno. Io sogno tantissimo». (La Repubblica)

Una vita. «Non ho mai smesso di fumare, né di sperare». (La Repubblica)

In posa 1. «Sono una donna dal clic facile» (A Il porto ritrovato, in occasione dell’uscita di "Colpe d’immagini" (Rizzoli), libro che raccoglie i suoi ritratti scattati dall’amico Giuliano Grittini).

In posa 2. «Sono stata io a volerlo. Mi fa sorridere il moralismo della gente, non lo tirano fuori per il nudo in sé, ormai ovunque, ma per quello non perfetto. È l'imperfezione a scandalizzare, come fosse una colpa. Il mio è stato un gesto di provocazione, e anche di profondo dolore: in manicomio ci spogliavano come fossimo cose. Mi sento nuda ancora adesso» (A Il porto ritrovato, quando parlò dei suoi scatti senza veli per Giuliano Grittini)

Patè d’animo. «La poesia non interessa più a nessuno. Ormai scrivono tutti, i ragazzi vanno in amore come i gatti e compongono versi. Nessuno ha più voglia di leggere i patemi d’animo, anzi come li chiamo io scherzosamente i patè d’animo. La sensibilità non serve a niente senza l’intelligenza. Il grande poeta prova il dolore sulla propria pelle, abbiamo attraversato manicomi e guerre, abbiamo esperienze storiche da raccontare. Eravamo una voce incredibile». (Intervista di Monica Melotti)

Sempre la stessa risposta. «Niente» (A chi le chiedeva cosa la rendesse felice).