Christine Jiaxin Lee è una ragazza di 21 anni che quattro anni fa ha scoperto di avere il plafond della carta di credito illimitato. Che cos’ha fatto Christine? Ha speso tutto quello che ha potuto in borse, scarpe e accessori costosissimi. Nell’epoca dei rich kids, ricchissimi figli di papà che ostentano lusso sfrenato sui social network senza la minima intenzione di spendere il loro tempo facendo qualcosa di diverso dal fare nulla, non ci sarebbe nulla di male. Ci stiamo abituando (orrore). Non ci sorprende più che un ragazzo quasi ventenne riceva come regalo di laurea un attico nell’edificio più scenografico della città, né tanto meno ci turbano le follie extra lusso che maschioni barbuti e tatuati non perdono occasione di documentare sui propri profili Instagram. Però ci indignano. Ma la storia di Christine è diversa. A questa ragazza malese di appena 21 anni è capitato ciò che tutte le donne desidererebbero accadesse nella loro vita: avere la carta con credito illimitato.

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Il problemino? A Christine questo enorme privilegio non glielo aveva concesso paparino. È stato tutto (de)merito della sua banca. Tornando alla cronaca dei fatti. Correva l’anno 2012 e la studentessa di ingegneria chimica si accorge di non avere più limiti di credito a causa di un errore (madornale!) di elaborazione della sua banca. E lei che fa? Si adegua, e inizia a comprare illimitatamente borse (nello specifico: sei Kelly di Hermès e quattro Birkin), accessori di Dior per un totale di oltre 200mila dollari, décolletées di Louboutin, collier di Bulgari, pochette di Yves Saint Laurent, e così via. Arrivando in undici mesi a spendere quasi 5milioni di dollari. Genio Christine. Ma la domanda è: e la banca? Si accorge di tutto nell’aprile dello scorso anno, con quasi tre anni di ritardo, e che fa? Fa una causa senza precedenti alla studentessa che cade, letteralmente, dalle nuvole. «Credevo non fosse un errore, pensavo fossero stata opera dei miei genitori», ha dichiarato alla stampa.

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Su come se la passino le finanze della sua famiglia però, non è dato sapere. Resta il dubbio: grande bluff o ennesima rich kid un filo spregiudicata? Dopo essere stata arrestata all’aeroporto di Sydney lo scorso maggio, oggi è in corso un processo che vede Christine unica colpevole contro la banca pasticciona che chiede le vengano restituiti tutti i soldi indebitamente spesi. L’avvocato di Christine però è fiducioso e convinto che tutto si risolverà nel migliore dei modi. Un patteggiamento? Come minimo la shopaholic sarà costretta a restituire tutto il suo florido bottino. Figlia di papà o meno, tra tutti gli sbruffoni mantenuti under 20 in circolazione, lei è in assoluto la più spudorata.

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