La parola BUD è bellissima: significa tutto e niente. Significa “tizio”, “tipo” ma anche “quel tipo di tipo”. Scioglilingua? No, è la parola che in 3 lettere riesce a riassumere un nuovo trend sessuale che non tutte le cronologie dei computer vorrebbero fosse scoperto. Sesso tra uomini etero: come funziona? Funziona e questo è il primo punto della questione “bud sex” ovvero la nuova tendenza sessuale che sta sconfinando tra genderless, bisessuali & co. Il sesso tra uomini etero può essere una tendenza? E questo è il secondo punto che vuole definire moda qualcosa che è semplicemente natura umana. A definirla moda è la pubblicazione (su diverse testate in diverse modalità tra cui il New York Magazine) della ricerca di Tony Silva dell’Università dell’Oregon che ha pubblicato lo studio Bud Sex: Constructing Normative Masculinity among rural straight men that have sex with men. In pratica: uomini etero che abitano in zone rurali e che, pur dichiarandosi eterosessuali con mogli, hanno storie intime con altri maschi etero. Sì il primo link che scatta è quello con le scene più struggenti dei Segreti di Brokeback Mountain (con Heath Ledger e Jake Gyllenhaal). La ricerca di Silva si è basata su interviste a 19 uomini di zone particolarmente rurali (tipo le campagne dell’Illinois e dell’Idaho e tutto il cliché verissimo di trattori e covoni di fieno tra i pick up) e in totale anonimato gli uomini hanno confessato che la loro è una necessità sessuale e non sentimentale. Scelta sessuale dei Millennials? Errore: 14 su 19 intervistati sono over 50.

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Prima di Tony Silva anche Jane Ward aveva indagato l’ampia fetta di uomini che sessualmente si dichiarano etero ma poi desiderano avere rapporti sessuali con altri maschi etero: il suo studio per la California University si chiamava Not Gay: sex between Straight White Men dove non erano gli agricoltori del Nord degli States a necessitare di intimità tra maschi un altro cliché di mascolinità esagerata: come i motociclisti e i militari spesso nei quartieri particolarmente conservatori degli States. La ricerca li definisce degli etero-flexible, spesso il loro è un legame quasi di fratellanza (bros-sex) che ha moltissimo in comune con il cameratismo militaresco, o da spogliatoio. Ovviamente: il discorso è molto più complesso specie perché entrambi gli studi si fondano su zone rurali americane, che giocano un ruolo fondamentale in questo desiderio sessuale segreto. Desiderio che spesso porta, invece, uomini molto più inserirti in società iper-connesse a staccarsi dal sesso vero per legarsi al sesso virtuale (ed è boom di ossessione hentai).

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Secondo la Ward la scelta dei maschi etero di fare sesso con altri maschi etero serve per rafforzare la loro virilità e, inoltre, permette agli uomini di parlare (oltre che fare) di sesso esplorando pulsioni sessuali che non riuscirebbero a esprimere liberamente nei loro letti (spesso coniugali). Ma se la ricerca di Tony Silva è abbastanza chiara nel definire queste relazioni tra uomini meramente sessuali, lo studio di Jane Ward indaga rapporti che nascono come sessuali ma sfumano rapidamente nel sentimentale. Al punto che, quando possibile, il sesso tra uomini etero esce allo scoperto, per un caffè o un cinema, o una semplice giornata di pesca sotto gli occhi di tutti. Nessuna classificazione tra le fila strette di bisessuale/omosessuale/eterosessuale: bensì il prolungamento fisico ed emotivo di una forte complicità. Bud non era una parola bellissima?

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