Che ci faccio qui? Anzi, che cosa ci facciamo qui io e Monica Bellucci, in questo camerino nascosto dentro il Palazzo Reale di Milano? Dobbiamo, forse, recitare una parte: lei quella di una star bella nella sua maturità, io quella dell’intervistatore che le chiede come si fa a rimanere sempre giovani e belle. E ci proviamo, in effetti, entrambi. Lei ha 53 anni, un tailleur bianco aderente, ai piedi zeppe numero 41 grazie alle quali svetta su di me. Come se non bastasse si piazza su uno sgabello altissimo e io, sotto di lei, sprofondo dentro un divanetto basso, in una sorta di comfort zone da adoratore di donne sul piedistallo.

Sei sempre sexy, vorrei esordire, «sei sempre la più bella», dico invece, smorzando i toni. Perché ha la faccia di una che è stanca di sentirsi dare del sex symbol. Mi lancia sguardi obliqui che dicono cose tipo: «Basta, non voglio più competere, non fatemi più competere in questa faccenda assurda della donna eternamente seduttrice». Intorno, la scenografia del camerino di una diva, lo specchio coronato di lampadine, fiori, frutta lucidata, lastre di cioccolato fondente, cosmetici della linea Anti-Age Hyaluron Cellular Filler di Nivea, di cui è testimonial. È qui per questo, a breve salirà su un altro piedistallo, davanti a centinaia di persone alle quali dirà come e perché si può essere splendenti a qualunque età.

LA RABBIA
Il punto è: si può essere splendenti e orgogliose di una fisicità mediterranea prorompente senza che la parola “sexy” si presenti non invitata? Sono dilemmi seri ai tempi del #MeToo: «Le donne sono dentro un’onda di rabbia che ha travolto tutti. È una rabbia atavica, repressa dalle generazioni prima di noi. Si annida nei meandri dell’anima, e può non esplodere mai. Oppure esplode e non la puoi controllare».

Dentro di lei non è successo, dice, «non provo una rabbia cosciente, ma è probabile che mi stia portando dentro l’eredità di antiche sofferenze. Però di una cosa sono sicura, adesso cominciamo a vedere gli effetti di una rivoluzione che ha già cambiato la società. Gli uomini sono già diversi e la donna gode di un rispetto al quale non ha avuto diritto per secoli. Può darsi che questo tsunami, nel suo passaggio, distrugga carriere e famiglie. È spiacevole, ma le rivoluzioni sono violente e non prendono in considerazione i casi particolari». Non ci si aspetta che Monica Bellucci sia una specie di Otto von Bismarck delle molestie sessuali. Ma la visione da realpolitik è interessante perché non fomenta belligeranze femministe. Le sue battaglie di genere sono più poetiche che urlate: «Grazie a Dio i parchi pubblici sono pieni di papà con il passeggino». Tra le onde di rabbia e gli uomini che diventano improvvisamente buoni non posso non pensare al post divorzio da Vincent Cassel, dopo un matrimonio durato 14 anni (1999-2013). Lui ora è fidanzato ufficialmente con Tina Kunakey Di Vita, attrice italo-franco-togolese, 21 anni appena compiuti, ovvero 30 anni più giovane di lui. Scorrazzano giorno e notte da Rio de Janeiro a Instagram. Ma anche Monica Bellucci oggi ha un compagno. Non rivela il nome. Protegge la sua privacy e quella delle due figlie: Deva e Léonie Cassel, 13 e 8 anni.

LE SFIDE
Ho davanti una donna pacata che parla di rabbia ma non ce l’ha con gli uomini, una donna con un nuovo taglio di capelli, firmato dal parrucchiere delle dive John Nollet e ho l’impressione che lo stia usando per difendersi. Perché le frange scorrono sul viso come le tendine di una finestra e mi nascondono le espressioni, accidenti. «Ciò che non ti uccide ti rende forte»: è la frase più amata da Monica Bellucci. Anche adesso, dopo una carriera che, tra moda e cinema, dura da 30 anni. Un mantra che vale per tutte le sfide che affronta e che ha affrontato, nel lavoro, in amore, nella difesa del suo corpo dal tempo che passa. «La parola chiave è rispetto per se stesse. È quello che insegno alle mie figlie».

Al netto degli abusi di potere che ha «imparato a fiutare e rifiutare» nel mondo del cinema, Monica Bellucci è una delle poche attrici italiane della sua generazione ad aver vissuto più vite. Tanti personaggi e tanti generi: film d’autore, cinepanettoni, fantasy, thriller, film per bambini. Vedova-prostituta in La Riffa, moglie di Dracula per Francis Ford Coppola, ladra per i fratelli Vanzina, zingara nel violento Dobermann (con Vincent Cassel), bellezza sicula chiacchierata per Giuseppe Tornatore in Malèna, Cleopatra in Asterix, Persephone in Matrix, vittima di stupro nel crudele Irréversible, consorte annoiata per Gabriele Muccino, sirena televisiva per Alice Rohrwacher, donna che redime per Emir Kusturica, prima Bond girl over 50 per Sam Mendes e via via fino all’ultimo Nekromancer, horror australiano con incursioni tra commedia e splatter. Tutte sfide vinte? I premi e gli award fioccano. La vita reale è un’altra cosa, che però richiede la stessa disponibilità a cambiare ruolo, idea, città. «L’unica cosa che abbia un senso è amare qualcuno, come si può», dice Monica Bellucci in On The Milky Road. Dove il «come si può» esprime, forse, il raggiungimento della saggezza.

Monica Bellucci è Maddalena Scordia in Malèna di Giuseppe Tornatore (2000)pinterest
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Monica Bellucci è Maddalena Scordia in Malèna di Giuseppe Tornatore (2000)
​Monica Bellucci è Alex in Irréversiblepinterest
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Monica Bellucci è Alex in Irréversible con l’ex marito Vincent Cassel (2002)
Nel 2015 è Lucia Sciarra, Bond girl in Spectre con Daniel Craigpinterest
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Nel 2015 è Lucia Sciarra, Bond girl in Spectre con Daniel Craig

L’IGNORANZA E L’INNOCENZA
«Non so se ho raggiunto la saggezza. Forse non mi interessa. Però sono contenta di essere ancora viva. Invecchiare è l’unico modo per avere una lunga vita. Il passare del tempo non mi dà fastidio, se rimango in salute. Guardi il tuo corpo che cambia e pensi che ci sia una decadenza ma dentro di te sei uguale, provi emozioni come prima». Prima quando? «Le emozioni sono le stesse di quando ero piccola. Crescendo ho scoperto la differenza tra l’ignoranza e l’innocenza. Con la prima l’adulto divide il mondo in cose belle e cose brutte, ma è solo l’innocenza che ti consente di vedere ciò che di brutto c’è nella vita senza per forza toglierti dalla visione del bello. E questo sì, è tipico dei bambini. Ritrovarlo dentro di sé è magia. Alle mie ragazze cerco di parlare di tutto perché solo così possono esercitare l’innocenza. La pillola, il preservativo, i terroristi, la violenza e ciò che vedono, mio malgrado, sui social network. Non puoi fermare una corsa così veloce, ma puoi fargliela vedere in slow motion, aiutarle a capire, a trovare un percorso. Perché la vita sbatterà loro le porte in faccia. Ed è meglio che siano pronte».

L’ESSERE ITALIANA
La vogliono italiana. Italiana vera. Italiana morbida. Italiana della provincia. Italiana da stereotipo. Ma anche contro gli stereotipi. La pubblicità la descrive seduttrice e femmina mediterranea. Con evoluzioni di marketing raffinato Monica Bellucci è ancora perfetta per incarnare i valori del marchio Nivea: femminilità, autenticità, famiglia e fiducia. E nella società del narcisismo in cui si mostra ogni istante della propria esistenza, diventa una forza perfino la rigida chiusura sulla vita privata. «No, dài, non sono l’unica attrice che può rappresentare l’Italia. Il cinema è pieno di donne di talento, sul set e alla regia. Si vedono a Cannes, a Hollywood, a Venezia. E non c’è niente di male a essere associata a uno stile di vita italiano sano. Mi sento completamente italiana in ogni città dove ho casa, Parigi, Roma e Lisbona». Perché Lisbona? «È un’altra Roma. Tra 20 anni mi vedo lì, seduta all’aperto, a leggere i giornali e bere caffè, come in piazza Navona». Se ne va. Poco dopo parla con un altro tono, amplificato, tra gli applausi. È lei, nei panni di testimonial: «Quando mi sento veramente giovane? Quando vivo le mie passioni, libero la mia energia, quando posso essere me stessa e quando mi guardo allo specchio perché so come attivare la mia giovinezza. La giovinezza è già nella tua pelle!».

VOLARE VIA
Il giorno dopo, sono in coda al controllo di sicurezza dell’aeroporto di Linate. Monica Bellucci in total black sfreccia con il trolley verso una corsia riservata. Scompiglio. Ci sono degli under 30 che si danno di gomito: «Ha i suoi anni, ma è una bomba». In una coppia sui 60, la moglie provoca il marito, a misurare in lui la percezione del tempo che passa su tutte le donne: «Non è ancora bellissima?». Risposta: «Sì, è sempre stupenda».