Su Entertainment! il canale tv tra i più seguiti d'America il trailer del film Crazy & Rich è passato in rotazione tanto quanto l'arrivo della nuova stagione del reality delle Kardashian. Il motivo è semplice: il film che è uscito anche in Italia (a Ferragosto) è tratto da un best seller, Crazy Rich Asian di Kevin Kwan, che negli Stati Uniti ha venduto inaspettatamente molto, moltissimo (oggi è una triologia). Negli States, dove l'estate è un gran periodo per valutare eventuali colpi di scena al botteghino, il film è stato un successo (annunciato). I motivi di una profonda immersione nella cultura asian-moderna da parte dello stesso Paese che ha impiegato decenni (a dire poco) per premiare un'attrice asiatica/statunitense agli Emmy (Sandra Oh, gigante in Killing Eve)? Tutto ciò che fanno i nuveau riche asiatici intriga in un modo ossessivo, specie da quando l’economia della Tigre di Carta è esplosa e abbiamo iniziato a vederli indossare capi Prada e Balenciaga appositamente ideati per il mercato asiatico (che è un campionato dal giro d'affari impressionante specie quando si tratta di limited edition introvabili).

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Ma non è una questione solo americana, e Crazy & Rich a fine anno sarà un film che TUTTI i Millennials del globo avranno visto. Visto dagli stessi che, a colpi di Amazon Prime, hanno reso virali in Europa i prodotti beauty delle coreane per intenderci. I giapponesi sono un discorso a parte: su di loro, da decenni, è stato creato un culto con il risultato che universalmente bramiamo tutto ciò che è nipponico. Cinque anni fa un libro, Quiet, il potere degli introversi, della ricercatrice Susan Cain, ha dovuto indagare soprattutto nella comunità asiatica per scoprire la vita interiore degli umani meno estroversi. Ecco: la discrezione made in Japan è tutto ciò che NON vedremo nel film Rich & Crazy dove i soldi, lo sfarzo e il potere sociale sono mostrati con classe (niente a che vedere con l'arricchimento moscovita oro/pelliccia/marmo), ma sempre mostrati come moneta di scambio con il mondo occidentale. Scoprire cosa fanno in privato gli asiatici, come si divertono, come spendono i loro soldi, ci affascina. E quando sono disposti a mostrarlo spontaneamente ne facciamo delle star di Instagram.

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Una scena del film Crazy Rich Asians

Il film Crazy & Rich, uscito negli Usa con lo stesso titolo del libro, sta rimettendo in discussione Hollywood, forse dandogli quella "botta di vita" che aspettava da tempo, congelata fra remake, reboot e film di supereroi inflazionati. Crazy & Rich è una commedia romantica, il primo film girato a Hollywood, dal 1939, con un cast completamente di etnia asiatica. Come i film che si vedono nei monitor dei parrucchieri cinesi (sì, almeno una volta nella vita ci siamo capitati tutti) che per noi risultano incomprensibili, ma ci ipnotizzano. Questo, invece, vanno a vederlo gli americani Wasp, e una testata fortemente a stelle e strisce come The Atlantic lo ha definito “pionieristico” e “una boccata di aria fresca”. La trama racconta le vicende della famiglia Young di origine malese, ricca, e di un ritorno a Singapore per un matrimonio. Anzi no, una famiglia assurdamente ricca, una di quelle che appartengono all'1% del mondo. “Un affascinante ritorno al genere di storia che Hollywood non racconta molto più: la commedia dell'alta società, piena di drammi familiari, battute acide e indomiti personaggi femminili”, spiega The Atlantic.



Il film è stato girato da Jon M. Chu (che ha firmato film leggeri come Jem and the Holograms) e dopo le prime scene ambientate negli Stati Uniti, non si vede più una faccia caucasica fino alla scritta "THE END", mentre la trama si snoda tra i protagonisti Nick, rampollo della più ricca e antica famiglia della ricca nazione insulare, e Rachel. “Hollywood può ancora sfornare una fortunata famiglia da rom-com quando vuole”, chiosa The Atlantic. Lieta notizia. Quasi quanto l’idea che nella noia mortale che impera, si stia aprendo un nuovo file di cui potremo appassionarci in mainstream: le storie d’amore fra asiatici che no, non devono essere per forza solenni e drammatiche come siamo stati abituati dal cinema coreano che vince qualunque premio a qualunque festival del cinema europeo (ma piange sale vuote).