C'è un podcast per spiegare gli anni di piombo a chi non era ancora nato, a cominciare dalla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Si chiama Stragisti d'Italia ed è importante proprio perché lo ha ideato un giornalista che al tempo non era ancora nato, Nicolò Porcelluzzi, classe 1990, collaboratore dell'Internazionale e già autore dello storytel podcast La bomba in testa con cui ha raccontato il terrorismo di matrice comunista combattente. Porcelluzzi è consapevole del concetto (mai ripetuto abbastanza) secondo cui mantenere viva la memoria scongiura il rischio di ripetere gli stessi errori. Passandoci ora, infatti, sembra impossibile immaginare il caos che si scatenò quel giorno a Piazza Fontana, in pieno centro di Milano, quando alle 16.37 esplose l'ordigno sistemato in una valigetta abbandonata nella sala della Banca nazionale dell’Agricoltura. Poco dopo, esplosero altre tre bombe a Roma che fecero 16 feriti, mentre un altro ordigno, inesploso, fu recuperato ancora a Milano nella Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala. Iniziò quel giorno, con le 17 vittime e gli 88 feriti di Piazza Fontana, la strategia della tensione, e in quel buco che si spalancò al centro del salone della banca precipitò il cuore di una nazione in cui, da quel momento, tutti avrebbe convissuto insieme al compromesso di poter uscire di casa la mattina con il rischio di non fare ritorno, coinvolti in un attentato terroristico che commettevano indistintamente formazioni di destra e di sinistra.

Con Stragisti d'Italia, Porcelluzzi concentra la sua ricerca sui nazifascisti di Ordine Nuovo per capire l’origine e lo sviluppo delle stragi di Stato, da Piazza Fontana alla Stazione di Bologna. A partire dal 12 dicembre 2020 il podcast si sviluppa in quattro puntate che ripercorrono i fatti e i luoghi chiave di questa storia, ricalcando i passi che hanno condotto a uno degli atti che resta fra i più tragici del dopoguerra proprio perché più inaspettato, anche se il numero delle sue vittime sarà minore in confronto alle 85 della strage di Bologna del 1980, considerata l'ultimo atto degli anni di piombo. Porcelluzzi, originario di Mestre, esplora la provincia veneta che ha fatto da incubatrice a un disegno eversivo, tra fascisti e neonazisti protetti da un’impunità che affonda le radici nei servizi segreti italiani e nei loro intrecci con i ministeri più importanti della nostra Repubblica. E di cui ancora non sono venuti alla luce tutti i lati nascosti.