Vampiri brillantinati, uomini lupo in massa muscolare, famiglie numerose e iperprotettive come solo le mamme italiane sanno essere: questo è Twilight. Regno del trash? In parte sì, ma è inutile nasconderci dietro questo avveduto giudizio quando, nel novembre di dieci anni fa, eravamo con gli occhi lucidi davanti allo schermo, a commuoverci per la storia d’amore più emo (e coerente con i nostri sentimenti di allora) della storia.

È evidente che, un po’ come High School Musical e Harry Potter, Twilight abbia segnato la nostra pre-adolescenza, come quella di milioni di ragazzini in giro per il mondo. Basti pensare che la saga ha incassato oltre 3,3 miliardi di dollari. Ma l’influenza del film arriva oltre: l’eredità di Twilight ha in realtà influenzato l’intero mondo dei blockbuster Hollywoodiani, come ha spiegato Catherine Hardwicke, regista del primo episodio della saga, al Comic Con di ottobre a New York: «Twilight ha cambiato la percezione, l’idea che un film con una ragazza come protagonista non avrebbe potuto riscuotere molto successo o incassare gran che. Twilight ha completamente minato questa convinzione. Un romanzo scritto da una donna, un film diretto da una donna. Abbiamo superato ogni record. Le persone potranno portare questo come esempio quando, per dire, una regista andrà ad un meeting e si sentirà dire “Beh penso che tu non ce la possa fare” lei potrà rispondere “Beh Catherine ce l’ha fatta, Twilight ce l’ha fatta”. Può essere usato come pietra miliare per il futuro».

Prima di Twilight, il filone delle saghe non aveva mai prodotto qualcosa che fosse appositamente indirizzato al genere femminile. Pur essendo considerati universali, film come Jurassic Park e Star Wars, avevano e hanno tutt’ora come target principale uomini dai 12 ai 25 anni. Dopo il 2008 invece la nicchia del pubblico femminile smette di essere vista come tale e attira l’attenzione dei creatori di saghe, dimostrando il suo enorme potere d’acquisto. Da qui prendono avvio una serie di produzioni con eroine come protagoniste: nel 2012 esce Hunger Games, nel 2014 Divergent, nel 2017 Wonder Woman. Mentre i primi due vedono una regia al maschile, Wonder Woman viene diretto dalla regista Patty Jenkins, diventando il secondo blockbuster tutto al femminile. Nel 2019 anche la Marvel approderà a un film con abbondanza di quote rosa: Captain Marvel, con Brie Larson come protagonista e alla regia Anna Boden e Ryan Fleck.

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Catherine Hardwicke e il cast di Twilight agli Mtv Movie Awards

Il ruolo di Twilight come apripista non si discute, anche se, per quanto riguarda la rappresentazione dell’eroina, qualcosa da rimproverare c’è. Il personaggio di Bella Swan, interpretato da Kristen Stewart è sostanzialmente passivo e vive con una certa mancata cognizione ciò che le accade, subisce le avance di Edward e di Jacob, senza prendere grande iniziativa. Confusione adolescenziale, può essere. In ogni caso la tragedia esistenziale di Bella, in un punto non identificato tra il secondo e il novecentotrentesimo capitolo, ha una svolta e la ragazza inizia un percorso di empowerment che la porterà a diventare un vampiro.

Per fortuna, le eroine delle saghe seguenti, mostrano una figura femminile più edificante, anche se sempre un po’ sballottata tra pretendenti vari ed eventuali. La Katniss Everdeen di Hunger Games, interpretata da Jennifer Lawrence, non sa scegliere tra l’innamorato storico Gale e Peeta, uno dei tributi, e qui l’irrealismo da blockbuster si nota tutto nel fatto che queste eroine abbiano sempre pretendenti in numero doppio, mentre noi comuni mortali nemmeno uno. Ma è un film, e la parte romantica è di dovere. Quel che conta è che con Katniss il modello della giovane protagonista fa un passo in più: lei è guerriera fin dall’inizio, da quando si offre come tributo al posto della sorella. Combatte per amore verso la famiglia, verso la speranza di un mondo migliore, e lo fa con tutta se stessa, in un ruolo decisamente attivo.

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Bambina legge il libro Hunger Games

Se per i personaggi da blockbuster si può trovare una lieve apertura e minor stereotipicità, nel cinema inteso nel suo senso più ampio non ci siamo ancora, soprattutto parlando di regia. In ambito internazionale il movimento #Metoo ha avuto una certa influenza ma, nonostante questo, i dati del 2017 diffusi dal Center for the Study of Women in Television and Film, mostrano che tra i 250 film più redditizi, l’ 88% non è stato diretto da donne. In generale, i film con regia al femminile si assestano, nel 2018, attorno al 10%. Poco.

Ce ne vorrebbe di più, soprattutto considerando che, secondo una ricerca di Ewa (European Women’s Audiovisual Network) e della Fondazione Kering sulla diversità di genere nel cinema, presentata nel 2016 e svolta a livello europeo, il cinema fatto dalle donne ha un’influenza enormemente positiva. Tra gli intervistati infatti l’84% e l’85% pensano che con più film diretti da donne si verrebbe a creare un impatto sociale positivo per la posizione femminile e che ci sarebbe un cambio di prospettiva per quanto riguarda la sessualità.