Atterriamo a La La Land poche settimane dopo lo scoppio dello scandalo Weinstein e pochi giorni dopo l'inizio della lenta rovina di Kevin Spacey. Controlliamo subito dal tetto dell'hotel Viceroy L'Ermitage a Beverly Hills: la grande scritta è ancora in piedi, Hollywood non ha ceduto. Sono arrivata per partecipare a nome di Marie Claire al Lacma Art+Film Gala su invito di Gucci, che sostiene generosamente la serata. Il Lacma Gala a Los Angeles è una delle cerimonie più importanti di quella religione laica chiamata Hollywood, almeno quanto gli Oscar, e si è guadagnato il titolo di "Met Gala della West Coast". Ogni anno il gotha del cinema e dell'arte si riunisce per celebrare due personaggi di questi due mondi e raccogliere fondi per il Lacma, ovvero il Los Angeles County Museum of Art dove appunto si tengono il party e la cena. Quest'anno è stato reso omaggio all'artista Mark Bradford (che rappresenta gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia 2017) e al filmmaker George Lucas. Per quanto molti amici abbiano manifestato invidia per il fatto che potessi incontrare il maestro creatore di Guerre Stellari, il mio unico pensiero fisso da quando ho letto il suo nome sull'invito è questo: Leonardo Di Caprio presiederà la serata. Alcune cose ti segnano più di altre, in questo caso il fatto di aver avuto 14 anni quando Titanic è uscito al cinema.

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Il giardino del Lacma - Los Angeles County Museum of Art dove si è tenuto il cocktail pre-gala.

Leo ha sostenuto il Lacma Gala, contribuendo a raccogliere 4 milioni e mezzo di dollari per i programmi del museo. Come lui, parecchi generosi ospiti hanno acquistato tavoli da 50mila e 100mila dollari, oppure posti singoli da 5mila o 10mila dollari. Diciamo che essere presenti al gala è stata un'occasione più unica che rara dato il parterre di ospiti. Oltre a Leonardo Di Caprio, erano presenti: Salma Hayek e il marito François-Henri Pinault (Presidente e AD di Kering, gruppo proprietario del brand Gucci), la regina Rania di Giordania, la principessa Charlotte Casiraghi, Dakota Johnson, Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Brad Pitt, Jared Leto, Jane Fonda, Melanie Griffith, Zoe Saldana...

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Soko, Petra Collins e Dakota Johnson, tutte in abiti Gucci.

Insieme alle altre due giornaliste italiane, dopo i controlli all'ingresso con tanto di documenti, passiamo davanti al photocall, dove ci viene chiesto se vogliamo essere fotografate. Tentiamo subito di spiegare che non ci interessa (e soprattutto a chi interesserebbe una nostra foto?), ma che vorremmo poter stare insieme ai fotografi per vedere gli ospiti che entrano (e scattare foto col telefono per i profili Instagram dei nostri giornali, ma questo omettiamo di dirlo). Le hostess sembrano non capire: «Volete farvi una foto insieme?». «No no, vogliamo solo guardare». Sembrano ancora non cogliere la richiesta, ma il risultato è che non riusciamo a passare.

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La più chic della serata: Zoe Saldana in abito Gucci di velluto e seta con applicazioni floreali.

Allora ci dirigiamo verso lo splendido giardino con palme del museo Lacma, dove si tiene il cocktail party. È subito chiaro perché la nostra richiesta non era comprensibile: nessuno scatta foto con il proprio telefono, a parte qualche selfie. E perché dovrebbero? In fondo se queste persone si trovano qui è perché: a) sono famosi b) lavorano nel Lacma o nel mondo dell'arte c) fanno parte della crème de la crème di Los Angeles e le celebrity le vedono tutti i giorni, sono la "Los Angeles bene", ecco. Noi, invece, arrivate express dall'Italia, ci immergiamo a bocca aperta in quest'aura di fama hollywoodiana. È stato uno di quei momenti in cui senti la necessità di un papillon-macchina fotografica come James Bond. Sarebbe stato tutto molto più semplice. Charlotte Casiraghi è splendida, accompagnata da Dimitri Rassam, ma totalmente inavvicinabile, con un falco che la controlla e segue con discrezione.

Charlotte Casiraghi Dimitri Rassampinterest
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Charlotte Casiraghi in abito da sera Gucci, accompagnata da Dimitri Rassam.

Sediamo al tavolo splendidamente decorato di fiori che ci ricordano subito la fragranza Gucci Bloom. Per caso o per scelta, non sappiamo, il menu è tutto italiano: agnolotti e cotoletta con rucola e pomodorini. Solo al dolce arriva un donut glassato, un finale decisamente americano. Sediamo a dei posti favolosi, vista libera verso il palco, accanto al tavolo con le star invitate (e splendidamente vestite) da Gucci. Un ottimo angolo di osservazione.

Dopo qualche minuto mi accorgo che sostanzialmente tutti vogliamo capire dove si trova Leonardo Di Caprio: a pochi metri verso destra, seduto al tavolo d'onore con George Lucas e Mark Bradford. Per ora ne vedo solo la nuca, ma confido ci avvicineremo una volta iniziata la cena. Nel frattempo si sparge la voce sia presente Brad Pitt ma per almeno un'ora nessuno ha la certezza di averlo visto, e la sua presenza diventa quasi una leggenda metropolitana. Decisamente non si può fare a meno di notare Salma Hayek Pinault: meravigliosa, scintillante, magnetica, si sbraccia per salutare tutti e tutti vanno a renderle omaggio. Grande assente è lo stilista Alessandro Michele, mentre è presente il Ceo Gucci Marco Bizzarri.

François-Henri Pinault e Salma Hayekpinterest
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François-Henri Pinault, Presidente e AD di Kering, insieme alla moglie Salma Hayek.

Primo giro di circospezione senza papillon fotografico (davvero un oggetto sottovalutato). Avvistate: Naomi Campbell in un abito giallo rivestito di frange, Jane Fonda radiosa che chiacchiera con Melanie Griffith, alla quale mi sento di dire mentre mi passa accanto che davvero «you look beautiful, Melanie». Sorride e ringrazia, mentre si avvicina al tavolo Gucci per salutare e abbracciare la figlia Dakota Johnson, presente insieme alle altre ambasciatrici di Gucci Bloom, Petra Collins e Hari Nef. Kim Kardashian e la mamma Kris Jenner sono entrambe in nero: Kim indossa un blazer senza niente sotto, il tocco Kardashian, diciamo.

Melanie Griffith e Dakota Johnsonpinterest
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Melanie Griffith con la figlia Dakota Johnson, ambasciatrice di Gucci Bloom.

Torniamo alla missione principale, iniziando a girovagare accanto al tavolo di Leonardo Di Caprio, che chiacchiera con tutti, in particolare con i due premiati George Lucas e Mark Bradford. In coppia con un'altra giornalista rubiamo qualche scatto di Leo, che custodiremo gelosamente nei secoli dei secoli, ma non riusciamo assolutamente ad avvicinarci, bloccate dalla folla e dal timore-amore reverenziale nei suoi confronti. Nel frattempo di Brad Pitt neanche l'ombra, anche se è stato avvistato da più persone, ma se ne sta più che altro seduto al suo tavolo.

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Brad Pitt avvistato al Lacma Art+Film Gala 2017.

Si alternano sul palco i vari protagonisti e i ringraziamenti. È stato ufficialmente ringraziato anche l'amato Leo: con la sua fondazione si è occupato di rendere più eco-sostenibile la mega installazione Urban Light nel cortile del museo, composta da circa duecento lampioni ai quali saranno lentamente sostituite le lampadine consuma-energia con dei Led. Bello e bravo, Leo, bello e bravo (nb, ogni imparzialità giornalistica è stata consapevolmente abbandonata).

A metà della cena mi viene rivelato un segreto: il bagno vale ben una visita, anzi più di una. La verità è che con 600 ospiti è l'unico posto dove osservare qualche star da vicino, perché anche i ricchi e famosi a un certo punto devono farci un salto. Per arrivare alle toilette prefabbricate bisogna scendere una stretta passerella di qualche metro. Non posso credere ai miei occhi quando scorgo Leonardo Di Caprio che chiacchiera proprio nel mezzo della passerella. Non ho avuto il coraggio di fermarmi, e magari lo rimpiangerò tutta la vita, ma uno sguardo fugace e ravvicinatissimo mentre passo tra lui e il suo interlocutore rimane il souvenir della serata.

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Jared Leto in Gucci.

Alle toilette provo solo tanta pena per i meravigliosi abiti da sera costretti a strusciare in spazi angusti e pavimenti non esattamente puliti. Una volta uscita, Leo è ormai scomparso, ma con una collega giornalista notiamo George Lucas da solo in un angolo del giardino. Il povero regista si sta probabilmente godendo un minuto di solitudine lontano dalla folla, mentre noi ci avviciniamo per importunarlo. Ci guarda arrivare e sorride affaticato: ha capito che due chiacchiere gli toccano. Gli facciamo i complimenti per la serata e, presa un po' dal panico, racconto di avere un fidanzato grande fan di Star Wars e invidioso del mio essere lì (vero). Per rendermi simpatica aggiungo che il mio gatto si chiama Yoda (falso, ma Yoda troneggia nella mia cucina su un grande poster). George Lucas sorride gentilmente e ringrazia, ma si capisce che è il caso di chiudere la conversazione. Immagino che la gente gli racconti anche cose più folli, come aver chiamato i propri figli Luke Skywalker o Amidala, per cui l'aneddoto del gatto non sortisce l'effetto sorpresa sperato.

George Lucaspinterest
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George Lucas con la moglie Mellody Hobson, businesswoman che ha sposato nel 2013.

Il racconto più originale e pieno di tenerezza sentito su George Lucas quella sera è il discorso di Kerry Washington, che l'ha presentato sul palco. L'attrice di Scandal è, infatti, grande amica di Mellody Hobson, tostissima businesswoman di Chicago, che nel 2013 ha sposato Lucas: «Da quando ho conosciuto George di persona, è diventato molto di più di un eroe e un'icona. È un amico, un consigliere, un saggio generoso, un insegnante pieno di compassione, un esempio in tante sfere della vita che vorrei seguire», ha detto Kerry Washington.

Naomi Campbell con Kerry Washingtonpinterest
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Naomi Campbell con Kerry Washington.

Dopo la performance di Annie Lennox, che ha suonato cinque delle sue canzoni più belle - Pavement Cracks, There Must Be An Angel, Here Comes The Rain Again, No More I Love You’s, e Sweet Dreams (Are Made of This) -, la serata si avvicina alla conclusione. Verso l'uscita incrociamo proprio l'artista Mark Bradford: si accorge che lo stiamo osservando (è altissimo, difficile non notarlo), quindi si avvicina e gli stringiamo la mano, facendogli i complimenti, che lui ricambia con un enorme e genuino sorriso, che ha elargito davvero a tutti durante la serata.

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La musicista e filantropa Annie Lennox ha cantato cinque canzoni durante il gala (applauditissima).

Siamo testimoni degli ultimi saluti tra gli ospiti, mentre attendiamo in fila la nostra automobile. Il traffico è una delle poche cose "egualitarie" di Los Angeles, ovvero mette le star sul nostro piano: tutti devono aspettare la macchina. Inclusa Kerry Washington, che scorge la sua auto ferma in coda e, mentre il povero valet tenta di dissuaderla, decide di superare la barriera protettiva e raggiungerla a piedi. Saggia mossa quella di prendersi tra le braccia l'immensa gonna dell'abito Gucci per muoversi più velocemente in mezzo alle auto. Di Leonardo Di Caprio alla fila per l'auto nemmeno l'ombra...