LA MIA FIDANZATA AVEVA un dragone tatuato sulla pancia, il suo ombelico era un occhio del mostro. “Altro che”, mi diceva un amico sfogliando una rivista patinata, “dovresti stare con una principessa così, vedi?” E mi mostrava una foto di Charlotte Casiraghi. Perché no?, mi facevo forza. Di certo sono più bello del suo ex compagno Gad Elmaleh, lo conferma anche mamma. Poi la mia fidanzata mi ha piantato per un buttafuori e pure Charlotte si è lasciata. Per di più viene fuori che questa principessa non è mica una tutta taglio di nastri e brindisi di champagne. È una filosofa. E io mi sono laureato con una tesi su morte e angoscia in Martin Heidegger. Il destino mi sorride. Non un trilocale in periferia con la tatuata e un cane che perde il pelo sulla moquette. Con la Principessa di Monaco costituirò un androgino. Due teste e quattro mani, un solo corpo unito dalla forza dell’eros. La forma primordiale degli esseri umani descritta nel Simposio di Platone, il libro preferito di Charlotte. Ancora il destino.

ULTIMO APPUNTAMENTO dei Rencontres Philosophiques di Monaco, conferenze pubbliche organizzate dalla principessa e patrocinate dalla fondazione culturale di Montblanc, firma svizzera di penne di lusso e di alta orologeria di cui la mia futura dolce metà è brand ambassador. Non riesco a immaginare un’occasione migliore per guardarla diritto in quegli occhioni azzurri e malinconici come tutte le cose nobili e sussurrarle: «Abbracciami così stretto da diventare una cosa sola e trasferiamoci nell’Iperuranio ». Elisabetta Sgarbi renderà omaggio a Umberto Eco e verrà assegnato un premio per il miglior libro di filosofia in francese dell’anno.

Il ciclo di incontri del 2016 è dedicato all’amore. Il Destino! Già nel pomeriggio, sul palco del teatro Princesse Grace, si alternano i discorsi degli studiosi. Charlotte è in prima fila. Le foto non mentivano: labbra carnose, nasino alla francese. Vinciane Despret, che vincerà il Premio col libro Au bonheur des morts, sta dicendo che di sicuro le piovre soffrono quando le travasiamo dal mare alla bacinella, ma non abbiamo strumenti per misurarne il dolore. Charlotte è concentratissima. La conquisterò parlandole del divenire-animale di Gilles Deleuze. Su una sedia, accanto ai pensatori, c’è una chiocciola. I suoi pigri spostamenti sono proiettati su un maxischermo. Le scie d’argento venano già il legno – devo essere arrivato in grave ritardo –, ogni tanto dimena le antenne. Il giorno dopo, a colazione, la principessa dirà: «Ieri, di colpo, ho visto la chiocciola sullo schermo con altri occhi. L’ho riconosciuta come un essere sensibile, mi parlava». Forse la tatuata mi avrebbe detto che al nostro bastardino mancava solo la parola. Ma qui si tratta di un invertebrato, i cui occhi sono grandi come capocchie di spillo e la cui bocca è formata da una radula e da una miriade di denti microscopici.

CHARLOTTE È MOLTO AL DI LÀ DELLA CINOFILIA piccoloborghese. Se nella nostra alcova iperuranica intrattenesse conversazioni con i 10 milioni di acari del materasso riuscirei mai a prendere sonno? Certo che sì, amore mio. La sera, Charlotte sale sul palco e spiega che i Rencontres vogliono avvicinare le persone alla filosofia, una disciplina che consente di interpretare la realtà senza pregiudizi. Tra i giurati del Prix des Rencontres Philosophiques 2016: Frédéric Worms e Maurizio Ferraris, Barbara Cassin e Marlène Zarader. La mia adorata indossa una camicetta con piante esotiche e pappagalli, gonna nera a vita alta, mocassini con tacco medio e fascetta verde-rossa. A occhio e croce Gucci dalla testa ai piedi, come nel suo stile. È pur vero che la tatuata calzava Birkenstock anche in autunno, ma nel Simposio si dice che gli androgini «erano molto compatti a vedersi, e il dorso e i fianchi formavano un insieme molto arrotondato. Avevano quattro mani, quattro gambe, due volti su un collo perfettamente rotondo, ai due lati dell’unica testa».

Allora, mi chiedevo, Alessandro Michele, stilista di Gucci, creerebbe mai in esclusiva per noi un largo pastrano per rivestire la nostra prorompente doppiezza? Ma nel libro di Platone è anche scritto: «Mi sembra che gli uomini non si rendano assolutamente conto della potenza dell’Eros». E io voglio rendermene conto, anima mia, mi rincuoravo. Dopo la premiazione ci spostiamo nel Grimaldi Forum per la cena. Il mare a due passi, la brezza tiepida, lo champagne gratuito. Quale occasione migliore per parlarle d’amore? Sua madre, Carolina, ha un paio di austeri occhiali da professoressa. La primogenita di Grace Kelly diventerebbe la suocera di un ermafrodito? Col gomito sul bancone, un fratello di Charlotte, Pierre, gode di una vista panoramica su tutto l’ambiente. È alto e ha spalle larghe e chissà se ha letto Platone. Mi dichiarerò domani a colazione, con la scusa di intervistarla.

IN UNA SALA DELL’HOTEL Metropole, vicino alla principessa, siedono gli altri membri del comitato fondatore dei Rencontres: Robert Maggiori (già professore di Charlotte alla Sorbona, ndr.), Joseph Cohen e Raphael Zagury- Orly. Forse dovrei buttargli lì, come un osso tra i cani, una domanda supercazzola filosofica, tipo «C’era il tempo prima del tempo?», in modo che attacchino a disputare tra di loro e io possa bisbigliarle: «Ti amo dall’eternità». Ma, addentata una brioche, visto che almeno dai tempi di Freud Eros e Thanatos sono indissolubilmente legati, le chiedo:

Il libro vincitore parla di defunti. Lei, Principessa, ha relazioni con loro? «Non vorrei rispondere in termini personali». Un brutto colpo, ma ho bevuto due caffè e ho fede nella potenza dell’Eros. Le dimostrerò che sono un uomo evoluto.

Non è ingiusto che ci siano molti più filosofi che filosofe? «Ci sono comunque sempre più donne che detengono un posto legittimo nella filosofia. Su cinque finalisti del premio, due erano donne». Già, vado a discutere del sesso degli angeli quando il nostro androgino sarà il superamento di tutte queste distinzioni umane troppo umane. Lusingo il suo coraggio.

Non era rischioso organizzare questo progetto a Monaco, la cui reputazione è più legata alla mondanità che alla profondità? «Monaco si è sempre distinta per un eccezionale mecenatismo. Già il mio bisnonno Pierre ha protetto tanti artisti, tra cui Picasso, e decine di scrittori, musicisti, ballerini. Nessun filosofo ci ha chiesto di giustificare la scelta di Monaco, sembrava evidente».

Razza di provincialotto che sono. Mentre Charlotte rivela che un altro libro da lei amato è I pensieri, in cui Blaise Pascal teorizza la scommessa sull’esistenza di Dio, d’un tratto ho l’illuminazione. Una volta androginizzati, Charlotte e io trasformeremo il Casinò in un centro di scommesse teologiche: croupier-sacerdoti in cotta e papillon, filosofi in black tie che puntano sull’immortalità della propria anima, noi che passeggiamo quadrupedi tra le sale sorseggiando ambrosia e Martini. Quando rinvengo dalla visione, lei sta dicendo: «Simone de Beauvoir grazie al pensiero ha superato la condizione in cui si trovava. Il superamento di sé ci dà una grande libertà, ha affrancato milioni di donne. Ho grande fiducia nella capacità di trasformazione dell’essere umano, superare se stessi per essere una singolarità e non soltanto una cosa, un’alienazione». Non può dirlo esplicitamente, ma forse vuole andare al di là del Sé verso il Noi. Eccomi col colpo di grazia.

Anche a Lei piace scrivere? «Sì, ma ho ancora tanto da imparare. Non pretendo di scrivere da filosofo ma come appassionata ». Già ci immagino passarci da un arto all’altro, senza bisogno di WhatsApp, sonetti d’amore vergati con stilografiche Montblanc.

Che sta scrivendo adesso? «Non lo rivelerò. Esiste qualcosa di cui nessuno si può impossessare. Oggi avvertiamo il costante bisogno di trasparenza, di controllare le cose. Lasciare la libertà di mantenere un segreto, preservare l’aspetto misterioso dell’altro, dell’amore, dell’incontro, è difficile». E quando avremo un solo pancreas? La mia fede vacilla.

Davvero, Principessa, pensa sia così difficile incontrare qualcuno? «Si incontra qualcosa che non siamo noi, qualcosa di estraneo che penetra nella nostra sensibilità e la sconvolge. L’incontro ha a che fare con una certa disposizione. È sempre più difficile accogliere quello che non è prevedibile, i rapporti vanno così veloci». Sfinito dal mio “progetto androgino”, mi ricordo che c’erano voluti ben tre vodka tonic per convincere la tatuata a rincasare con me dalla discoteca. Con un ultimo sforzo le chiedo: Cambia mai idea? «Non potere guardare le cose con uno sguardo diverso è mortificante. Forse è la mia unica certezza. A me piace quando ho un’idea e qualcuno arriva e la scompone». Il tema dei Rencontres 2017 sarà “Il Corpo”. Tornerò qui con rinnovato entusiasmo per scomporre le sue idee: il suo corpo è il mio corpo, anche se ancora non lo sa.