C’è un’iniziativa, tutta social e ispirata ai metodi della sharing economy, che punta a convincere quanti più ragazzi possibile ad andare a votare alle elezioni europee (del 23-26 maggio). Si chiama Stavolta voto, è stata ideata da Parlamento e Commissione europea, ma realizzata nella pratica da giovanissimi recruiter. Chi sono i recruiter? Qualsiasi ragazzo che si registri sul sito stavoltavoto. Il loro compito è, in prima battuta, quello di condividere il link per invitare gli amici a diventare volontari a loro volta e, cosa più importante, parlare d’Europa, più che possono e come vogliono.

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C’è chi si è fatto fotografare (mettendoci la faccia) e ha postato la foto sul suo profilo Instagram, c’è chi ha pubblicato video, post, qualcuno ha organizzato incontri, sponsorizzando il tutto con l’hashtag #stavoltavoto. I ragazzi italiani che stanno portando avanti l’iniziativa sono più di diecimila, sono giovanissimi e credono davvero nell’importanza dell’Europa.

Pamela, 19 anni, recruiter dall’autunno 2018, è convinta del ruolo determinante dei social nel progetto: “L’uso di questo strumento solitamente è criticato, ma non vedo perché non possa contribuire a diffondere cultura. Ad esempio, ho notato alcuni video che spiegano in pillole il funzionamento delle istituzioni europee. Pur essendo corti hanno un impatto fortissimo: li guardi anche per sbaglio, anche per 30 secondi, e impari qualcosa. La campagna #stavoltavoto vuole dare un input in questo senso, vuole accendere l’interesse, senza dirti per chi votare, infatti è apartitica”.

Lorenzo, recruiter e studente della Bocconi, mi parla dei pregiudizi sulla sua generazione, spesso vista come passiva: “Spero che, da fuori, l’immagine di un gruppo di ragazzi che si interessa alla politica e all’Europa sia quella di un fronte vivo di attivismo e non un caso isolato”.