preview for Big Little Lies' Season 2 extended trailer

All'annuncio di una seconda stagione di Big Little Lies, la maggior parte della critica televisiva ha storto il naso alla prospettiva della continuazione di quella che era stata concepita (e premiata come tale, sia agli Emmy che ai Golden Globes) come una limited series, ovvero una miniserie autoconclusiva. Mettiamoci anche un'annata come quella passata, in cui moltissime serie importanti hanno floppato in quella che in gergo si chiama sophomore season – in inglese esiste addirittura un'espressione apposita per le serie che non riescono a tener fede alle aspettative del loro primo anno, sophomore slump – e si capisce come fossero condivisibili lo scetticismo sul progetto e la paura che Big Little Lies facesse la fine di Handmaid's Tale e Westworld.

Eppure, le prime recensioni entusiastiche ci rassicurano: la serie scritta da David E. Kelley, autore di Ally McBeal e marito di Michelle Pfeiffer, sembra aver mantenuto il suo smalto e avere ancora parecchie cose da dire sulle sue protagoniste, le dark lady per legittima difesa più glamour della tv. I presupposti positivi, a ben vedere, si erano già palesati durante il casting viste le aggiunte di primissimo livello tra cui spicca la bomba di Meryl Streep come mamma del defunto Perry e due attori di gran mestiere come Denis O’Hare (che ricorderete come uno degli attori feticcio di American Horror Story) e Martin Donovan oltre alla bravissima Poorna Jagannathan, già vista in The Night Of. Ma soprattutto è subentrata alla regia la geniale Andrea Arnold, che oltre ad averci regalato alcuni degli episodi migliori di I Love Dick è anche la regista del pluriacclamato American Honey, premio della Giuria a Cannes 2016, affiancata dal suo direttore della fotografia Jim Frohna, collaboratore anche di Jill Solloway per Transparent.

Un cambio al timone fondamentale, per una serie che aveva probabilmente il suo unico difetto proprio nella regia esageratamente virtuosistica di Jean-Marc Vallée, piena di fronzoli superflui (un po' come l'altra serie più recente da lui diretta, Sharp Objects), salti temporali, montaggi musicali, artifici un po' usurati come l'ennesima riproposizione del coro greco e visioni, tutti creati per impreziosire il racconto ma che finivano invece per risultare aggiunte pretenziose che lo appesantivano a fronte di un contenuto narrativo già di per sé estremamente interessante. La sceneggiatrice Andrea Arnold è altrettanto brava, ma meno incline a usare la regia come distrazione, un'attitudine probabilmente più adatta, almeno a giudicare dai primi giudizi, a raccontare una storia che non si appoggia più sulla risoluzione di un intricato mistero ma sulle sue conseguenze, che nel finale della prima stagione ci erano state fatte intendere come praticamente nulle.

Il lieto fine della prima serie di Big Little Lies, con le protagoniste riunite sulla spiaggia come un coven di streghe, era stato soddisfacente e inaspettatamente logico, coinvolgendo anche le donne della serie nella stessa catarsi in cui eravamo stati immersi noi spettatori e facendole convergere intorno a una colpa che le accomunava e le univa, incredibile se si guardava ai loro rapporti iniziali ma costruita sapientemente lungo il corso degli episodi. Ma a ben pensarci, quale quiete del genere è fatta per durare? Lungo il corso della prima stagione avevamo visto spesso gli istinti migliori di queste donne sopraffatti dalla cruda realtà del mondo ed è difficile pensare che dopo aver commesso un omicidio non sarebbe stato lo stesso: il lato più intrigante della questione sarà quindi non tanto il cosa, ma il come le vicende proseguiranno.

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C'è da aspettarsi che lo stesso tipo di riflessione fatta dalla prima annata sulle conseguenze della mascolinità tossica non soltanto sulle donne ma anche sulla famiglia e sulla società, persino nella cornice lussuosa e apparentemente perfetta di Monterey (un'altra buona notizia è che continueremo a vedere bellissime case e soffrire di quell'invidia insanabile, ma godibilissima, che ci aveva attanagliato con Vallée alla regia), sia portata avanti anche da questa seconda, specie considerato che Arnold non soltanto è una donna, ma è ben avvezza a raccontare per immagini la complessità dell'esperienza femminile del mondo.

Bando ai timori quindi: dalla seconda stagione di Big Little Lies, che inizierà su HBO il 9 giugno e in Italia arriva su Sky Atlantic dal 18, è lecito aspettarsi una prestazione all'altezza, se non superiore alla prima.